“Soffia, sbraita, tuona ogni giorno/ finchè fugga l’ultimo oppressore/ canta soltanto in questa direzione/ …..”
Scrive Gigi El Tarik invitando alla lotta per l’affermazione del bene, dell’equità e della giustizia: “In tempi duri e incerti, “burrascosi” come quelli attuali, nelle persone che lottano per la propria liberazione, il gusto rischia di essere sempre più inquinato dalla logica e dalla morale, cosa che, tradotta in termini filosofici, significa che, quando si verifica una forte tensione fra conoscenza e desiderio, i criteri che regolano il giudizio sociale, politico ed estetico diventano incerti ed instabili. Come scriveva qualcuno di cui non ricordo il nome.
Karl Marx nella “Guerra Civile in Francia” scriveva: “ La classe lavoratrice non ha utopie belle e pronte da introdurre par décret du peuple ‘per decreto popolare’. Sa che per realizzare la sua propria emancipazione, e con essa quella forma più alta a cui la società odierna tende irresistibilmente per i suoi stessi fattori economici, dovrà passare per lunghe lotte, per una serie di processi storici che trasformeranno le circostanze e gli uomini”.
I lavoratori non devono realizzare ideali, ma devono liberare gli elementi della società che verrà in quanto la vecchia e cadente Struttura socio-economica è pregna di elementi distruttivi quali corruzione, violenza, desiderio di sopraffare e condannare da parte della sua classe dirigente le future generazioni di quella umanità che è stata per secoli spremuta fino a quasi l’ultima goccia.
Questo atteggiamento da parte del potere precostituito non va tollerato, va invece combattuto a tutti i costi, con la più pura ed espressiva manifestazione della volontà che è la lotta, e lo è in quanto tutte le manifestazioni delle volontà potrebbero essere considerate, in senso molto lato, come lotta.
Cosa viene richiesto agli uomini di lotta, che tipo di accadimenti devono essere messi in atto affinché abbiano luogo le azioni tese a sconvolgere la realtà che vede soccombere gran parte dell’umanità?
In maniera più semplice: quali sono le espressioni nell’esistenza degli esseri umani, nelle quali si riflettono con forza e con immediatezza l’intera loro essenza e, in riferimento a quest’ultima, gli avvenimenti più tipici?
Cosa simboleggia in maniera inequivocabile la vita di un essere umano?
Il carattere conflittuale è ciò che più di ogni altra cosa simboleggia la vita di un individuo nel suo quasi isolamento e nei contenuti.
E’ questa l’azione che riesce ad afferrare la sua essenza in quanto uomo-protagonista e in possesso del suo destino.
L’obbiettivo è senza dubbio la lotta che investe la vita intera dell’essere umano alla conquista della sua libertà, indipendenza che dovrebbero consentirgli la creazione di un nuovo mondo più equo e giusto.
Beaumont sur Mer Maggio 2015 Gigino A Pellegrini & G el Tarik
Qualcuno ( inutile fare il lungo elenco) pensa che Gigino Pellegrini sia tanto flessibile da ritirarsi dal praticare il percorso di ricerca della verità ed attuazione della legge. Non è così, non lo è affatto! Anzi come tutti gli uomini forti di Calabria, più viene avversato più diventa forte nella sua ricerca di verità e di giustizia.
E non si ferma nemmeno (o forse soprattutto) se tra i suoi denigratori si rinviene chi la giustizia dovrebbe attuarla. Eccone una ulteriore prova:
“ Penso sinceramente – dice Gigi- che chi amministra la Cosa pubblica dovrebbe a suo modo sentirsi responsabile, della propria Terra e del proprio paese. Com'è noto questo non avviene. Negli ultimi anni questo pensiero si è addirittura tramutato in una spina dolorosa, continua, nella ricerca di un nesso tra quanto stava capitando, in particolar modo nel nostro territorio e sull’impossibilità di definire la qualità della vita. Trovare un nesso tra l’attuale situazione di chi amministra il Bene Pubblico e alcuni concetti di fondo come la trasparenza e la correttezza da parte delle Autorità.
Concetti che mi sono venuti ripetutamente alla mente perché nelle mie diatribe quotidiane di questi ultimi giorni con i cittadini di questo paese che mi ha visto nascere, mi è sempre stato rinfacciato di inseguire concetti indefinibili che ci avrebbero impedito una corretta pratica e moderna gestione della nostra terra. E così – poiché non mi arrendo tanto facilmente – ho pensato che fosse venuto il momento di socializzare questo mio pensiero, vista l’impossibilità di farlo dove invece si dovrebbe fare, e dove invece si preferisce usare sempre più spesso il potere contro la verità. A conferma di ciò mi sono sentito costretto a ritornare sul problema della zona demaniale in località Coreca. Scrivevo, circa 10 giorni fa: “Si riportano in questo testo alcune foto, della zona della concessione, scattate in questi giorni. Sarebbe opportuno che le Autorità competenti facessero chiarezza su tutto ciò e portare a conoscenza degli Amanteani che si vedono ogni giorno di più limitati nell’uso dell’arenile demaniale e dunque l’accesso a quel mare da sempre frequentato sia da loro che dai turisti in visita ad Amantea. Quello che le Autorità competenti devono assolutamente chiarire ai cittadini sono i seguenti punti: Se la concessione in oggetto è tuttora agricola oppure è diventata altro. I 1790 metri quadri sono ancora bene demaniale o altro? Questo perché c’è un imprenditore che ne rivendica la proprietà e dunque ne impedisce l’accesso a chiunque. Se l’imprenditore dovesse essere nel giusto sarebbe necessario informare la cittadinanza quando avvenuta la vendita della zona demaniale in questione”.
Un invito inascoltato, per ora, ma è possibile ritenere che questa apparente o reale omissione possa dare i suoi frutti allorchè nella vicenda interverrà la competente magistratura.
“A seguito di ciò – continua Gigi- le autorità preposte, incluso l’Amministrazione comunale di Amantea con il suo ufficio demaniale, non hanno ritenuto importante dare una risposta alla cittadinanza e fare chiarezza sul “Foglio” 24 e “Particelle” inerenti alla proprietà del “Demanio Pubblico dello Stato Ramo Marino”; e della “Particella” 531 intestata al “ Comune di Amantea” come risulta dalla Visura Storica per Immobile presso l’Agenzia delle Entrate Ufficio provinciale di Cosenza. Visura ottenuta in data 16 Aprile 2015.
La cittadinanza deve essere informata che l'amministrazione demaniale, compatibilmente con le esigenze del pubblico uso, può concedere l'occupazione e l'uso, anche esclusivo, di beni demaniali e di zone di mare territoriale per un determinato periodo di tempo . Le concessioni di durata superiore a quindici anni sono di competenza del ministro per la marina mercantile. Le concessioni di durata superiore a quattro, ma non a quindici anni, e quelle di durata non superiore al quadriennio che importino impianti di difficile sgombero sono di competenza del direttore marittimo. Le concessioni di durata non superiore al quadriennio, quando non importino impianti di difficile sgombero, sono di competenza del capo di compartimento marittimo . Occupare arbitrariamente uno spazio del demanio marittimo significa esercitare, senza titolo, un potere di fatto sul bene in modo corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà o di altro esercizio del potere avvenga a titolo originario o derivativo. E’ di fatto occupazione abusiva ex art. 1161 del Codice Navale, l’acquisizione o il mantenimento senza titolo del possesso di uno spazio demaniale in modo corrispondente all’esercizio del diritto di proprietà. Del reato previsto dall’articolo sopracitato, deve essere chiamato a rispondere, davanti ad un tribunale penale, chi, al momento dell’accertamento, abbia la materiale disponibilità del bene demaniale, in quanto l’illecito consiste nel mantenere la zona demaniale indisponibile agli usi cui è deputata. Nello specifico, rende indisponibile ai cittadini l’utilizzo dello spazio demaniale delimitandolo con grossi vasi, barriere, ecc. Gli Amanteani hanno il diritto di sapere e riprendere a frequentare un luogo a loro molto caro, senza che la prepotenza di qualcuno, avallata da altra prepotenza istituzionale, possa impedire un sacrosanto e millenario diritto appartenente ai figli del Mare di Ulisse.Gigino A. Pellegrini & G el Tarik.
Sembra che la vicenda stia assumendo connotazioni gravissime, parte delle quali già denunciate alla competente magistratura, altre oggetto di prossima denuncia.
E tutto per il silenzio di chi aveva ed ha il dovere di attuare la legge.
Ahimè questa è la Calabria, questa è Amantea
Comune di Amantea: La minoranza invoca le dimissioni dell'Amministrazione per intercessione del Papa
Si legge nella ironica nota stampa delgruppo consiliare di minoranza, “Insieme per la città”: “Alla fine, non sapendo più che pesci prendere, ed a quale Santo rivolgersi hanno pensato bene di andare in pellegrinaggio da sua Santità Papa Francesco”.
E poi continuano i consiglieri di minoranza: “Tutti in pullman –per un viaggio- rigorosamente organizzato dalla consigliera Caterina Ciccia: sindaco e nucleo familiare (superconsulente in testa ) assessori, consiglieri, ufficio di staff e non di staff, galoppini vari in cerca di successo, essendo stati scartati da “The voice of Italy” segretaria comunale in veste di tredicesimo consigliere, comandante Polizia Municipale in alta uniforme, amici e compari, fino alla concorrenza dei posti disponibili”
Ed ancora un ironica “botta” quando aggiunge che”.Persino i dormiglioni dell’Assise “son desti”.
Non ci sono nomi per cui non si possono avere certezze su chi in consiglio comunale ne approfitta per un riposino pomeridiano. Ma è probabile si rivolgano ai loro dirimpettai.
Ed ancora. “ L’aria della Capitale, città ministeriale, evidentemente giova. Per il tramite dei social network, facebook in testa ci hanno notiziato minuto per minuto da far invidia al caro Enrico Ameri, delle loro eroiche gesta.
Il vice sindaco ha lanciato un cristiano post “Una preghiera per tutta Amantea”, nel mentre tutta
Amantea pregava affinchè il sindaco Marino desse loro asilo politico a Roma e non tornassero più»
Insistono Mazzei.Bruno e Veltri “ In questi giorni non abbiamo avvertito assolutamente la loro assenza, la Tari è tranquilla ed anche la Tasi, gli spalatori di neve sono andati in ferie, refusi, errori ed orrori si concedono il meritato riposo.
Il bilancio quadra e gli allegati sono tutti al loro posto.
Al MEF finalmente sono tranquilli perchè non arrivano politici ad intercedere per ottenere pareri senza firma.
In assenza dei gatti, i topi ballano, ma non in senso metaforico in quanto sono stati avvistati a truppe nei pressi del plesso Elementare di Via Garibaldi e lungo Via Dogana.
Ma non è un loro problema, passeggiano lungo Via della Conciliazione, facendo un pò di shopping e la sera foto di gruppo a Fontana di Trevi. Purtroppo torneranno, senza l’auspicabile benedizione “ urbis et orbi “, con loro non attacca, ed il tutto tornerà alla normalità».
La speranza «è riposta in Sua Santità, chissà se a loro insaputa li facesse ravvedere e in un momento di lucidità per il bene della Città pensassero: dimettiamoci».