Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
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Avete finalmente incontrato l’uomo dei vostri sogni? Non fate che pensare a lui rimuginando e rimuginando sul miglior modo di conquistarne le attenzioni e di far vostro il suo cuore? Allora prestate un po’ d’attenzione: che sia una donna a corteggiare un uomo oggi giorno non c’è da scandalizzarsi e l’idea che sia la donna quella sempre riottosa, la preda da conquistare, per certi versi è pure passata di moda. Quindi non v’è alcun problema se siete voi a farvi avanti; semmai le difficoltà possono insorgere nel momento in cui non si sa bene come approcciarsi al ragazzo che si desidera.
Personalmente dubito esista una ricetta univoca o un insieme di regole infallibili: ogni persona è un universo a sé, con i propri gusti, le proprie caratteristiche, un proprio carattere. Quindi è inutile puntare sul classico “mostrati interessata allo sport” o “dimagrisci e truccati per lui”, anche perché ciò denoterebbe più un asservimento o una sorta di semi-sottomissione che un modo di farsi avanti.
Piuttosto cercate, prima di tutto, di conoscere e farvi conoscere. Dimostratevi sicure di voi stesse, donne indipendenti, autonome e che nulla chiedono. Nel momento in cui ci si mostra eccessivamente dipendenti l’uomo tende facilmente a fuggire. Un atteggiamento sicuro, invece, risulta molto più attraente persino della bellezza esteriore: essere forti ed autonome non fa sentire l’uomo oberato da un peso non richiesto oppure lo annoia, una donna che sa quel che vuole stimola l’ego maschile ed il suo istinto alla competizione. Non mostrarsi arrendevoli, essere sicure di sé, sentirsi belle ed attraenti. Questi sono i punti da cui iniziare.
Sentirsi belle ed attraenti comporta anche il tentativo di valorizzarsi. Che non significa necessariamente riempirsi la faccia di trucco o passare tutti i giorni dall’estetista. Basta, tal volta, anche un vestito semplice e ben scelto, ce ti faccia sentire a tuo agio. Il gioco sta sempre tutto lì: sentirsi a proprio agio col propri corpo e con l’abito che s’indossa ci fa guadagnare punti di autostima, ci sentiamo migliori e più sicure, ritornando al punto precedente.
Cercare di conoscerlo è un altro passo avanti. Fargli domande, mostrarsi interessate senza esser troppo civettuole è un chiaro segnale d’attrazione e questo basta per comunicare all’uomo le proprie intenzioni. Platone sosteneva che Eros passa attraverso la conoscenza, sia dei corpi attraverso il rapporto sessuale, sia delle anime attraverso i discorsi. Seguitene il consiglio e cercate di conoscere bene l’altra persona lasciando che lui conosca voi. Interessatevi alla sua vita. Facile è innamorarsi di un bel corpo, ma ancor più bello è innamorarsi di una persona, e ciò avviene nel momento in cui se ne conoscono tutti gli aspetti.
Se poi si è attratte fisicamente e si desidera passar delle ore più “liete”, allora siate provocanti e dirette, non eccedete con i giri di parole (ma badate a non essere nemmeno volgari), stimolatelo e divertitelo. Lui ci cascherà con tutte le scarpe.
Oltre al sesso ed alle conversazioni è bene anche individuare altre cose da fare assieme. Che sia una passeggiata, un giro in centro, una serata in discoteca, una partita a calcio o a smash (eh sì ai maschietti la donna che gioca a calcio o che si diverte coi videogiochi piace parecchio). Se poi avete delle passioni in comune tanto meglio: sfruttatele!
Cercate di non essere opprimenti: una farfalla racchiusa nel pugno muore se le dita son troppo strette e fugge via se la mano è tenuta troppo aperta. Quindi cercate la misura più adeguata, non siate assillanti, ma pretendete ciò che vi spetta.
Ricordate, in fine, che alla base di tutto devono stare il rispetto reciproco e l’onestà. Siate sempre chiari sin da subito riguardo cosa volete e non fatelo sentire in colpa se lui desidera qualcosa di diverso: se voi volete una relazione mentre lui ricerca solo del divertimento, fateglielo dire senza farlo sentir troppo meschino e poi chiudetela lì. Non insistete a portare avanti un qualcosa che lui non vuoi, sarebbe solo una forzatura ed un peso per entrambi.
Il Gargano è un affascinante promontorio ricco di storia, paesaggi naturali e cultura, meta annua di centinaia di turisti. Se si è decisi a visitarne le zone, un posto strategico d’eccellenza è Peschici sul Gargano in provincia di Foggia, un comune di più di 4.000 abitanti facente parte del Parco Nazionale del Gargano e pluripremiato dalla Bandiera Blu della Foundation for Environmental Education.
Peschici è posizionata sulla punta più settentrionale del Gargano, dominando sulla costa di Rodi e di Vieste. Appollaiata sulla sommità di un’imponente rupe carsica che si eleva per centro metri oltre il livello del mare Adriatico, dal paese è possibile scorgere a largo il profilo delle Isole Tremiti e di Pelagosa. Le sue case, d’un bianco che al sole diviene accecante, in evidente stile mediterraneo e scavate nella roccia diradano fino alla Baia di Peschici e al porto turistico, dando corpo ad uno dei paesaggi più tipici delle coste pugliesi, tale che per la sua bellezza è considerata la “Perla del Gargano”.
Fondata intorno all’anno mille da popolazioni slave trasferitesi nel Meridione d’Italia, cui deve anche il nome (in lingua slava pèsc significa “sabbia”), ancora oggi presente parzialmente i segni di questa origine nordica fuoriporta. La parte antica della cittadina è ancora arroccata dietro le antiche mura difensive, e gli abitati fanno sfoggio di uno stile orientalizzante coperte da grigie cupolette.
Sull’estremità della rupe si erge il Castello di Peschici, di origine bizantina, la cui fondazione risale al 940 d.C. circa, coeva alla fondazione stessa della località. Al tempo di papa Gregorio IX il castello venne distrutto dai Veneziani per esser poi ricostruito nel XIII secolo da Federico II di Svevia, che volle utilizzarlo per proteggere le coste pugliesi dagli assalti invasori dei Turchi. Oggi, interamente restaurato, è una delle attrazioni storiche principali di Peschici.
Del complesso murario e della fortificazione, oltre al Castello, fanno parte anche le Torri. Costruite quale misura difensiva dagli assalti di Turchi, corsari e pirati, i fortilizi si elevano in alto sulla rupe, a picco sul mare, dominando quella parte di costa adriatica. Delle torri superstiti, la più famosa ed apprezzata dai turisti è la Torre di Monte Pucci che alzandosi sulla roccia calcarea, circondata da pini profumati, concede al visitatore uno spettacolo mozzafiato sul mare e la baia.
Di grande importanza storica ed artistica sono poi l’Abbazia di Santa Maria di Kàlena, uno dei più importanti monumenti del Gargano, abitato molto tempo dai monaci benedettini; al suo interno si trova una statuetta lignea della Vergine con il Bambino.
Vi sono poi la Chiesa di Sant’Elia, costruita nel XIII secolo con pianta a croce latina ed il soffitto in legno, e in fine il Santuario della Madonna di Loreto edificato dopo che la Madonna apparve ad alcuni pescatori salvandoli da una burrasca in mari; questi costruirono allora, per voto e ringraziamento, una cappella grande quanto la loro barca. Il Santuario è ancora meta di pellegrinaggi.
Non bisogna dimenticare le molte spiagge che circondano Peschici sul Gargano, fra le quali le più note sono senza dubbio la spiaggia di Jalillo, detta anche mappamondo, e posizionata ad est della marina di Peschici, e la selvatica spiaggia Zaiana con fini sabbie e costoni rocciosi da cui è possibile tuffarsi (negli anni ’70 e ’80 era nota come spiaggia dei ragazzi e prevalentemente frequentata da naturisti).
Per terminare, a Peschici sul Gargano abbiamo anche il Parco Nazionale del Gargano che si estende per oltre 120.000 ettari ed unisce il litorale ai monti, creando uno dei parchi faunistici più grandi della Regione Puglia.
Fra le tante mete turistiche che il nostro paese offre va da annoverarsi senza alcun dubbio Sibari, piccola frazione del comune di Cassano all’Ionio, in provincia di Cosenza. Affacciandosi sulla costa ionica della Calabria, Sibari offre non solo splendide spiagge e località di balneazione, ma anche lussureggianti parchi naturali, musei e parchi archeologici; tutte attrazioni adatte a gite scolastiche e vacanze con la famiglia.
Sibari fra storia e mito
L’area di Sibari fu sicuramente abitata sin dalla preistoria, come testimoniano i ritrovamenti nelle Grotte di Sant’Angelo. Nondimeno la località acquistò importanza con la fondazione della città di Sybaris, una polis della Magna Grecia, alla fine dell'VIII secolo a.C. ad opera di un gruppo di Achei provenienti dal Peloponneso e posta tra i fiumi Crati e Sybaris (oggi Coscile). Distrutta durante un assedio da parte degli abitanti di Crotone nel 510 a.C. fu poi rifondata con nome di Turi ben nota agli storici perché coinvolta nelle guerre tarantine durante la prima fase dell’espansione romana in Italia, guerre che videro opporsi Roma da una parte e Taranto e il condottiero Pirro dall’altra; in seguito a tali avvenimento e la vittoria di Roma, Turi fu mutata in colonia romana e ribattezzata Copiae. Tuttavia, col decadimento dell’impero e lo svuotamento delle città, Sybaris fu abbandonata e la zona tornò ad essere una palude.
Secondo Strabone (Geografia, VI, 1, 13) ed altri storiografi antichi, Sibari era una delle città più fiorenti della Magna Grecia ma anche assai corrotta, dedita ad ogni specie di vizio. Si riferisce che d'estate le donne si riunivano nelle logge per imparare le tecniche di seduzione da un'istruttrice. I Sibariti erano quindi ritenuti modelli di crudeltà, un popolo senza nozione del bene e senza onore, e per la loro superbia furono in fine puniti sicché non ne rimasero neppure le macerie. Ad oggi il parco archeologico di Sibari conserva i resti
Tuttavia oggi gli storici e gli archeologi si mostrano abbastanza scettici nei confronti delle versioni tramandateci dal passato, data la scarsità di prove riguardo la vita della città, preferendo considerarle più miti e frutti di tradizioni orali che reali e certe testimonianze.
Cosa c’è da vedere?
Quale località ad economia prevalentemente turistica, Sibari offre moltissime opportunità di svago e divertimento adatte ad ogni gusto e persone di ogni età. Fra le spiagge ed i villaggi turistici ed i resort di Marina di Sibari, piste ciclabili, pinete incontaminate e luoghi attrezzati per il camping, i concerti e le manifestazioni culturali, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Dalla riserva naturale del fiume
Crati, luogo di nidificazione della cicogna bianca, al complesso nautico dei Laghi di Sibari (il porto turistico più grande del Mediterraneo) ce n’è davvero per tutti i gusti. Ma al di là di questi aspetti più goliardici e moderni o naturalistici, Sibari e tutto il comune di Cassano all’Ionio possiedono veri e propri tesori da non perdere assolutamente se ci si trova in zona, località a di poco suggestive che resteranno ben impresse nella memoria del turista.
Grotte di Sant’Angelo: un viaggio nelle viscere della terra.
Probabilmente l’attrazione più affascinante e suggestiva, un vero e proprio viaggio nel tempo e nelle viscere della terra tale che ci si sentirà protagonisti di un romanzo di Jules Verne.
L’imponente labirinto di formazioni carsiche si estende per qualche chilometro sotto terra, offrendo uno spettacolo mozzafiato fatto di colori e forme affascinanti, fra stalattiti e stalagmiti, opera della terra e dell’acqua in processi geologici lunghi migliaia di anni. Ma le grotte oltreché d’interesse geologico e scientifico attirano anche l’attenzione di storici ed archeologi poiché furono abitate già in età Neolitica (V e IV millennio a.C.) dall’uomo preistorico il quale lasciò come segno del suo passaggio la più antica forma di scrittura riconosciuta e documentata dagli esperti della Preistoria italiana. Di recente una spedizione di speleologi ha portato alla scoperta di una particolare e assai rara specie di pianta (se ne contano al momento solo quaranta esemplari) capace di vivere in assenza di luce: arbusti di non più di trenta centimetri, affondano le radici nelle stalattiti, nutrendosi dell’acqua e dei sali minerali in essa disciolti. Uno spettacolo da non perdere, quello delle Grotte di Sant’Angelo, che affascinerà, nel complesso, adulti e piccini.
Parco archeologico di Sybaris: il fascino della Magna Grecia e dell’Impero Romano.
La zona detta Sibaritide fu abitata dalla popolazione degli Enotri sin dall’Età del Ferro, prima che fosse spazzata via dal sopraggiungere dei Greci provenienti dall’Acaia nell’VIII secolo a.C. i quali fondarono la città di Sybaris oggi per lo più andata perduta: infatti, scoppiata la guerra fra Sibari e Crotone, quest’ultima città, dopo un assedio durato settanta giorni, ebbe ragione sui Sibariti e ne rase la polis al suolo deviando il corso del vicino fiume Crati perché ne coprisse le rovine. Sicché i livelli più antichi sono oggi difficilmente visibili e recuperabili. Quelli per lo più rivenuti risalgono alla seconda fondazione, ribattezzata Turi (Thurii) del 444 a.C. e alla colonia romana di Copia (Copiae) del 194 a.C. e da quel momento in poi tornò ad essere un florido centro abitato sino al suo completo abbandono ed impaludamento nel VI sec. d.C.
L’area archeologia di 50.000 metri quadri è divisa in quattro zone: Parco del Cavallo, Prolungamento Strada, Casabianca, Stombi; tutte visitabili ad eccezione di Stombi. Il percorso archeologico si snoda per le tre aree partendo dal Parco del Cavallo, la maggiore, permettendo una passeggiata lungo i sentieri basolati tracciati dai romani, presso cui sono ben visibili i resti dei fastosi monumenti che ornavano la polis, le antiche botteghe, le abitazioni dei cittadini, i templi e le porte d’accesso alla città, splendidi mosaici e i resti delle terme.
I resti sono suddivisi in tre strati indicanti le varie fasi storiche della città antica: dalla Copia romana alla Sibari acaica.
I reperti rinvenuti dalle varie campagne di scavo effettuate nel parco sono conservati presso il Museo Nazionale della Sibaritide facente parte del complesso archeologico del parco (ingresso 2 €, ridotto 1 €). Il Parco Archeologico di Sibari si raggiunge percorrendo la strada statale 106 ionica.
Da segnalare anche uno dei più bei Parchi Divertimento della Calabria il Sybari Explora dove è presenta la riscostruzione dell’antica Sibari e dove bambini e ragazzi possono diversirti con Laboratori Didattici, Parco Avventura e molto molto altro.
Borgo antico di Cassano all’Ionio e il Santuario della Madonna della Catena
Il borgo antico di Cassano non può certo mancare se si è in visita turistica alla città: un intreccio di vicoli arricchito da fontane, cortili, palazzi e dimore dagli stili baroccheggianti e dai colori caldi. Spicca la Cattedrale della Natività di Maria Vergine, di fondazione bizantina, ricca di affreschi e custode di una splendida collezione di presepi napoletani. V’è poi il Museo Diocesano adibito anche ad Archivio e Biblioteca, che ospita tesori d’arte sacra, codici, libri di pregevole fattura e grande antichità. Suggestiva inoltre la Torre dell’Orologio accanto all’antico muro di cinta e le terrazze naturali ed i panorami emozionanti del massiccio del Pollino e la Piana di Sibari.
Risalendo poi le colline del Cassano si giunge al Santuario della Madonna della Catena, risalente all’VIII-IX secolo d.C. di fondazione anch’essa bizantina e dedicato alla Madonna Teutochia, di cui se ne conserva l’antica icona. Ristrutturato ed ampliato nel corso del tempo, il monastero conserva anche altre opere d’arte di gran pregio effettuate da pittori illustri del napoletano e del meridione, come Nicola Malinconico.