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La dolente lettera di un altro giovane Calabrese che scappa

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Alessio Tundis è un giovane paolano che ha postato la sua amarezza per lasciarla “sua” Calabria ed andare a lavorare fuori dalla regione. La sua storia è l’ennesima storia di un altro giovane( e sono tantissimi) che con tantissima dignità emigrano per lavorare. Impossibile non ampliare la sua voce, impossibile non richiamare l'attenzione e denunciare i responsabili di questa Calabria “difficile”!

Ecco cosa ha scritto:

Cara Calabria , sei riuscita a far scappare tanta gente. Mi piange il cuore per te, Calabria .

Stai perdendo:i più onesti, i più sognatori, i più intelligenti, i più coraggiosi, i più lavoratori..
Prima di andarsene dicono tutti che sei diventata troppo stretta, troppo sporca, troppo incivile, troppo corrotta: invivibile.

Sei invivibile Calabria , riesci a sentire il giudizio dei tuoi figli?

Lo so, sarai sempre la loro mamma e le ferie trascorse da te sembreranno sempre troppo poche… Ma sai, Calabria , quando c’è di mezzo il futuro le tue “ricchezze” valgono ben poco.

Offri del cibo buonissimo e dolci tra i più gustosi al mondo, che non riescono comunque a rendere meno amaro il magone in gola di chi deve rifarsi una vita altrove, ripartire da zero.

Hai un mare immenso, spiagge da favola e panorami mozzafiato, che non riescono comunque a dare un lavoro.

Quindi, non mi illudo, so che le tue ricchezze non riusciranno a rendere meno triste le partenze. Il tuo sole 365 giorni l’anno, i tuoi caffè sempre offerti e l’allegria dei tuoi figli non riusciranno mai e poi mai a rendere meno dolorosa la sua mancanza.

Sono troppo arrabbiato con te Calabria , li lasci andare via tutti così facilmente…

Continuando così resterai sola. Se ne andranno tutti.

Non lamentarti dei troppi immigrati, probabilmente, tra qualche anno, saranno gli unici disposti a fermarsi da te, oltre ai pochi fortunati che riusciranno ad arrivare alla pensione.

Probabilmente, tra non molto, sarai data in pasto a quei quattro imprenditori mafiosi che vogliono comprarti.

Probabilmente sarai la casa dei figli di papà, quelli che non hanno bisogno di trovare un lavoro e per questo affermano che non ti lasceranno mai, che loro sono calabresi nel cuore e nel sangue.

Eppure senza lavoro non avrebbero mai potuto permettersi le vacanze nel tuo limpidissimo mare.

Eppure senza stipendio, senza diritti, senza futuro, con l’amaro in bocca, credimi, i tuoi dolci non sembrano più così tanto gustosi.

Perché tu lo sai, c’è una cosa che per noi viene sempre prima di tutto: la famiglia.

E quando c’è da sacrificarsi per mantenerne o costruirne una, i calabresi sono così forti da riuscire a spezzarsi letteralmente in due: il cuore a casa , la mente e le mani altrove, sul posto di lavoro. Qualsiasi lavoro: operaio, cameriere, cuoco, lavapiatti è comunque più dignitoso di quello che tu puoi offrirci. E non importa se si parte per Londra, Milano, Venezia, Berlino, Roma, Bristol, AMERICA; non importa se quel lavoro lo si trovi in Danimarca, Svizzera, Belgio, Piemonte…per noi calabresi si tratterà sempre e solo di “andare al vivere al nord”.
Sappi, Calabria , che si tratterà sempre e solo di lavoro e di denaro, quel lavoro che al nord riesce a farli sentire tutti più dignitosi, più orgogliosi; quel denaro che da te circola nelle mani di troppe poche persone: quelli che non lo meritano, quelli che sfruttano, quelli che hanno ereditato, quelli che non si disperano.

Come faccio a spiegarti il mio stato d’animo, Calabria ?

Non posso.

Nessuna parola sarebbe mai in grado di spiegare che cosa si prova a veder partire e sentire, ogni volta, un pezzo di cuore in meno.

Con affetto. Un altro calabrese che scappa!

Alessio Tundis

Redazione TirrenoNews

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