Stamattina sono andato a fare una visita specialistica a Praia a mare.
Di questo fatto ne riparleremo perché da Amantea a Praia a Mare ci sono più km che da Milano a Novara( in Piemonte) , che da Milano a Pavia, Como, Sondrio, Piacenza,
Bergamo, Brescia ( in Lombardia), che da Milano a Piacenza( in Emilia Romagna), ed è quindi vergognoso che un paziente debba fare con un mezzo proprio questa distanza ed a proprie spese,, ovviamente, (perché da Amantea a Praia e viceversa non ci sono mezzi di linea), e pagando anche il ticket ( a tal proposito non posiamo non elogiare quegli amministratori regionali che hanno voluto un distretto così abnorme ( probabilmente è il distretto sanitario più lungo del mondo!).
Ma un’altra cosa vergognosa è la statale 18.
Il bancomat dei sindaci e dei loro amici!.
Una statale dove non si sa quale sia la velocità media, dove trovi limiti oscillanti tra i 70 ed i 30 kmh!
Anche di questo ne riparleremo.
Ma il problema che intendiamo sollevare è se un futuro turista che è costretto a velocità improponibili, tanto sono basse, con un forte traffico di TIR vietati dalla ordinanze sindacali, e che rischia, fors’anche distratto dai paesaggi godibili percorrendo la statale , di prendersi una, due, tre contravvenzioni ( che poi gli arriveranno dopo mesi, quando è ritornato dalle ferie sul tirreno cosentino) la prossima volta tornerà in Calabria.
Forse potrà anche ritornare in Calabria ma certamente non sulla SS18 in queste condizioni.
Tanto più se saranno eseguiti i lavori della 106( nella foto) che diventerà una vera e propria autostrada con due corsie per ogni senso di circolazione.
E tutto grazie alle forti pressioni dei sindaci ionici.
A loro ascriviamo la attenzione pre-elettorale del CIPE ed il grosso finanziamento di un miliardo e 335 milioni di euro che ne farà il più grande cantiere italiano.
Non solo una autostrada ed il turismo che ne deriverà, ma anche il lavoro, a breve ed a lungo termine.
Ci chiediamo, allora, perché i sindaci dello Ionio( per fortuna delle loro popolazioni) sono così uniti per i loro interessi e quelli del Tirreno sono l’esatto contrario.
Non si offenda nessuno per carità.
Io ritengo che, salva la unica( piccola )eccezione dell’Ospedale di Praia a mare, il Tirreno sia messo proprio male e nessuno lo tuteli per come merita e per come si dovrebbe.
A loro provare il contrario! Non a me, ma al Tirreno cosentino.
Magari con una serie di incontri su tematiche del territorio. Aspetto.