Riccardo Clemente
Collaboratore dal 2009, da tempo ormai realizza insieme alla redazione articoli su Amantea, ma di fondamentale importanza è il ruolo di "informatore".
Splendidamente, infatti, raccoglie informazioni preziose su vicende locali ed in numerose occasioni ha permesso la realizzazione di veri e propri scoop di cronaca locale realizzati dallo Staff del portale TirrenoNews.Info
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La scuola Guarimba ad Amantea
Giovedì, 06 Novembre 2014 14:47 Pubblicato in Comunicati - Sport - GiudiziariaLa Nuova iniziativa del gruppo de "La Guarimba" , che segue l'onda positiva della "Scuola delle Scimmie" svoltasi a Lecce.
Una idea nata in collaborazione con l'associazione Teatrale "LA Biffa - Agitatori Culturali" e che si svolgerà nella giornata di domani presso il TeatroCastro ad Amantea alle ore 20:30.
In collaborazione con La Buffa Agitatori Culturali, questo sabato 8 novembre alle 20:30 la Scuola Delle Scimmie presenta i documentari realizzati dagli studenti di cinema e le locandine degli studenti di illustrazione ad Amantea.
La prima edizione della Scuola Delle Scimmie si è svolta a Lecce nel mese di ottobre 2014 e ha avuto come obiettivo formare professionisti delle industrie creative in un contesto di collaborazione e democrazia partecipativa.
DOVE: Teatrocastro, AMANTEA
ORARIO: 20:30
INGRESSO LIBERO
Giulio Vita
Amantea: La consigliera Osso parla di legalità.
Mercoledì, 05 Novembre 2014 15:33 Pubblicato in Primo Piano«Quanto accaduto negli ultimi giorni ad Amantea non deve essere soltanto stimolo di riflessione, ma deve prefigurare una reazione delle coscienze che deve partire dalle istituzioni e soprattutto dalla società civile. Questa è la sfida da vincere nei prossimi mesi».Il presidente della Consulta per le pari opportunità, Giusi Osso, non solo manifesta l’incondizionata solidarietà e vicinanza al primo cittadino Monica Sabatino ed agli altri componenti dell’esecutivo che, loro malgrado, sono stati vittime di un disegno criminale, finalizzato ad instaurare in città un nuovo clima di terrore e paura, ma va decisamente oltre, programmando un percorso condiviso che intende mettere insieme da un lato l’amministrazione comunale e dall’altro la gente perbene ed onesta. Politica e collettività devono tornare dunque a camminare insieme, confrontandosi e non scontrandosi.«Attendiamo – evidenzia la Osso – che la magistratura e le forze dell’ordine facciano la loro parte. Ma anche noi consiglieri che abbiamo responsabilità di governo e la comunità che non può chinare la testa dobbiamo metterci del nostro. La legalità e la trasparenza devono essere fari illuminanti. E le scelte intraprese non solo vanno sostenute, ma difese e portate avanti senza ripensamenti e soprattutto senza tentennamenti. Il messaggio che intendo lanciare è semplice e diretto: la città è chiamata a mostrare la sua parte migliore, tralasciando diversità di vedute e di opinioni che fanno parte del dibattito politico, ma che non possono essere usate come alibi per restare nel silenzio e nell’attesa. Dobbiamo partire dal presupposto che quelle pallottole calibro 9 non sono state consegnate solo al sindaco, al consigliere o agli assessori, ma è come se fossero state inviate ad ogni cittadino onesto che lavora e manda avanti con sacrificio la propria vita e la propria famiglia, creando i presupposti per offrire ai propri figli una società diversa, migliore di quella attuale».«Oggi più che mai – prosegue la Osso – dobbiamo sentirci parte integrante di una comunità che non vuole piegarsi al malaffare e alla sopraffazione. Da questo punto di vista eserciterò al meglio la delega sull’educazione alla legalità che mi è stata concessa dal primo cittadino per offrire esempi positivi e modelli di riferimento alle nuove generazioni. Sono loro più degli altri che devono essere coinvolti e non abbandonati, facendogli comprendere la diversità tra il bene ed il male, tra l’onestà e la corruzione, tra il diritto e l’illecito. La legalità è cultura e come tale va trasmessa e comunicata nel migliore modo possibile. Il compito sarà arduo, ma ho la certezza che le forze sane della città saranno al mio fianco. Punto di partenza di questo percorso, la Consulta della legalità composta dai rappresentanti del mondo scolastico, dell’associazionismo, delle parti sociale, delle forze dell’ordine, della Protezione civile».
Ufficio stampa comune di Amantea
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Paola: Il Comune aumenta le tasse, questa la denuncia del Gruppo "Cambia Paola"
Martedì, 04 Novembre 2014 21:17 Pubblicato in PaolaNota stampa di Cambia Paola - Tra ingorgo fiscale di fine anno e l'impennata delle tariffe idriche anche le nuove tariffe stabilite dal Comune di Paola per la refezione scolastica ed il servizio autobus
Mentre ancora risuonano le proteste dei cittadini per l’ingorgo fiscale che si verrà a creare alla fine dell’anno a causa della scadenza dei tributi ordinari e di quelli che saranno a breve portati ad esecuzione con l’ingiunzione fiscale; mentre cresce il malcontento per l’impennata delle tariffe idriche e raccolta rifiuti a fronte di un servizio che, semplicemente, non viene espletato (le strade sono piene di immondizia da una settimana e l’acqua manca un giorno si e l’altro pure), il Comune getta altra benzina sul fuoco diffondendo due avvisi con cui pubblica le nuove tariffe per la refezione scolastica e il servizio scuolabus. Le disposizioni lasciano senza parole: la tariffa dello scuolabus è portata a ben 448 euro annuali per ogni utente, prevedendo come unico caso di esenzione la disabilità grave accertata ai sensi della Legge 104/92.
La regola è di quelle senza senso: fermo restando che è giusto garantire all’allievo disabile il trasporto gratuito, perché ciò è previsto solo a quelli che abbiano fatto richiesta ai fini della L. 104? Visto che l’invalidità civile può essere accertata in più di un modo, perché escludere coloro che, pur avendo una disabilità grave, hanno ottenuto l’accertamento ai sensi di una diversa normativa? o chi, non avendo ancora fatto ricorso o non avendo ancora concluso l’iter previsto dalla L. 104, sia comunque in grado di esibire una documentazione medica che accerta uno stato gravemente invalidante? Senza contare che la difficoltà di accompagnare il bambino a scuola va tarato anche sui genitori: perché non è stata prevista l’esenzione per chi versi nell’impossibilità di guidare per motivi fisici o perché non può permettersi di mantenere un’automobile?La tariffa della refezione, poi, è stata portata a ben 60 euro per 20 pasti mensili per ciascuno scolaro e senza alcuna possibilità di esenzione. Ma ciò che maggiormente sconcerta è il “severo divieto” di portare da casa “panini o altre cibarie”. E se dovesse succedere?
Le maestre saranno tenute al sequestro fiscale del panino o al pignoramento della brioscina? Da che mondo è mondo la scuola dell’obbligo ha la straordinaria funzione di combattere contro ogni causa di esclusione sociale: i bimbi devono indossare il grembiulino e i pasti hanno sempre avuto prezzi “politici” proprio perché non si creasse nei bambini il disagio per le diverse condizioni economiche delle famiglie di provenienza. Ora invece si chiede una tariffa elevatissima per le famiglie meno abbienti e si sottopone il bimbo persino all’umiliazione di restare digiuno e in disparte. E’ un ricatto intollerabile, ed è giusto, anzi doveroso, disobbedire. Il problema, come sempre, è politico. Ed è lo stesso sia per le tariffe di acqua e rifiuti che per quelle di refezione scolastica e scuolabus: una società che voglia definirsi giusta DEVE fondarsi su un’imposizione progressiva che tenga conto del reddito. 50 euro hanno un valore molto diverso per chi ne guadagna 500 e per chi ne guadagna 5000!
Il Comune può, nell’esercizio del suo ruolo istituzionale, chiedere all’agenzia delle entrate i dati reddituali dei cittadini. E, fermo restando che deve interrompere le prescrizioni per mantenere i tributi esigibili, può, anzi DEVE, fare una scelta politica nel momento in cui chiede ai cittadini di contribuire alla spesa collettiva. Chiediamo che il Comune revochi le attuali tariffe di acqua, rifiuti, refezione e scuolabus e che ne elabori altre stabilendo delle fasce di esenzione totale o parziale legate al reddito delle famiglie. Chiediamo che tutti paghino, ma in misura proporzionata alla propria capacità contributiva. Chiediamo che vengano perseguiti per primi i grandi evasori e si assicurino dilazioni e sgravi alle famiglie meno abbienti. Forse, in questo modo, si eviterà l’evasione fisiologica di chi non paga perché i soldi non li ha e, magari, sarà anche più facile rientrare dal dissesto.
Chiediamo che il Comune, per una volta, faccia una scelta GIUSTA. Non lo esige solo la Costituzione; lo suggerisce il buon senso.
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