
Ognuno di noi è stato o sarà contravvenzionato per il Codice della Strada.
Vuoi per un divieto di sosta, vuoi per l’autovelox, vuoi per i photored, se non per le strisce blu.
Purtroppo, sappiamo che l’auto è la “minna” per i comuni, le regioni, lo Stato.
E dietro ogni contravvezione c’è l’uomo
Che sia un vigile urbano, un agente della stradale, un carabiniere poco importa.
Innegabile, allora, il piacere quando uno di loro viene contravvenzionato!
A che cosa servirà, poi, questo piacere, non si sa. Ma almeno che anche loro patiscano gli stessi affanni di tutti gli altri, finendo magari nelle grinfie di Equitalia.
E’ il sentimento che è venuto fuori quando un Comandante della Polizia urbana del Tirreno cosentino è stato contravvenzionato di carabinieri
Testimoni, si legge, almeno “una decina di persone”
Increduli i testimoni, increduli forse anche i carabinieri.
La macchina del comandante dei vigili era sprovvista di assicurazione e addirittura di revisione.
Avrà provato vergogna il comandante ?
Avranno provato piacere i testimoni, che, magari, erano stati contravvenzionati proprio dal comandante vedendo, in fondo, questa piccola giustizia?
Mah!
Dobbiamo dire che ci sarebbe piaciuto che i carabinieri contravvenzionassero anche gli amministratori che per far cassa impongono le tasse indirette quali sono autovelox e photored
Non è dato sapere, al momento, chi sia questo comandante, ma sappiamo che ognuno vorrebbe fosse quello del proprio comune ( se riusciremo a saperlo ve lo diremo, comunque).
Sappiamo tutti che a San Nicola Arcella d’estate c’è carenza d’acqua
Non sono note tutte le ragioni.
Qualcuno pensa che molto dipenda dal fatto che i serbatoi siano per dimensione insufficienti.
Qualcuno pensa che la rete di distribuzione sia mal calcolata rispetto alla dotazione urbanistica e quindi agli abitanti che vi soggiornano d’estate.
Qualcuno pensa che vi siano notevolissime perdite di rete.
Una sola cosa sembra certa ed è che i turisti soffrono per la penuria di acqua e che questa situazione determina ripercussioni sul turismo.
È una situazione che si presenta da tempo.
Ma ora l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Barbara Mele ha rotto gli indugi ed ha affrontato il problema con forza.
Al Comune di San Nicola Arcella si è svolta, infatti, una riunione operativa tra l'Amministrazione comunale e la Sorical.( foto dal web)
Per l'Amministrazione era presente il sindaco.
Per la Sorical erano presenti il commissario liquidatore, Luigi Incarnato, oltre all'ingegnere Serena Colorafi e al responsabile di zona Luciano Pirillo.
La società che si occupa della distribuzione dell'acqua è stata convocata per effettuare un'analisi puntuale dei disagi legati, in maniera particolare, alla consistente riduzione della portata idrica registratasi sul territorio nel corso dell'estate appena trascorsa.
La giunta capeggiata dal sindaco ha riunito il tavolo tecnico per delineare in modo chiaro le azioni che dovranno essere messe in campo sin da subito per risolvere una problematica complessa come quella della penuria dell'acqua.
L'incontro ha fatto registrare spunti importanti che dovranno trovare applicazione pratica.
In questo modo si pensa di suggerire i villeggianti a scegliere San Nicola Arcella come meta turistica
Auguri!
Riceviamo e pubblichiamo la interessante nota di Mimma Iannello ,Responsabile Cgil del Tirreno
“I dati Istat sull’occupazione condannano la Calabria all’ultimo posto su base nazionale. Nonostante la lieve crescita di occupati di 7.867 unità tra il 2015 ed il 2016, la Calabria registra, per periodo 2007-2016 una perdita di 69.093 unità lavorative ed un tasso di disoccupazione giovanile, al 2016, del 58,7%.
L’Alto Tirreno cosentino paga il prezzo più salato della crisi occupazionale. Nell’ultimo decennio si è sfaldato un intero sistema industriale ed è crollata l’edilizia che insieme integravano l’economia turistica e dei servizi.
Il risultato è l’impoverimento del territorio, tanta precarietà lavorativa e imprenditoriale e l’eredità di una fugace industrializzazione che ha lasciato dietro di se uno strascico di morti e veleni come la Marlane di Praia a Mare a cui l’azione rigorosa della Magistratura si auspica possa assicurare verità e giustizia.
L’area di Cetraro con il 28,8% registra fra i più alti tassi di disoccupazione nazionale contro il più basso tasso in provincia di Bolzano del 2,4% e dietro solo a percentuali di disoccupazione come Bagheria (PA) col 39,1% e di Rosarno col 31,4%.
A seguire, dopo Cetraro (28,8%), Praia a Mare (27,4%) e Scalea rispettivamente 2°, 5° e 9° fra le aree a più alto tasso di disoccupazione.
A fronte di un quadro così allarmante non si intravedono misure in grado di creare un vero e proprio shock allo sviluppo locale capace di rimettere in moto il circuito sano dell’economia e del lavoro.
L’unico shock conosciuto è il caos turistico, gli incendi, i tratti di inquinamento marino, i tanti abusi nell’utilizzo del patrimonio pubblico e demaniale, i mille disservizi a cui si fatica a dare risposta.
Così il territorio è destinato al graduale depauperamento e non basta se singole amministrazioni si distinguono sulle altre. Serve una visione ed una strategia di sviluppo di sistema in una cornice regionale che guarda ad ogni suo territorio con pari attenzione.
Ad oggi sono sul campo solo pannicelli caldi bastevoli a stemperare la febbre non certo a curare la malattia della disoccupazione e la piaga del lavoro nero e sommerso che consuma generazioni di lavoratori e lavoratrici sfruttati e sottopagati alimentando evasione ed elusione fiscale ed interessi criminali.
Le soluzioni che si propongono non possono essere i tanti e lenti bandi per tirocinanti col rischio di generare nuove sacche di precariato, illudere le attese di intere generazioni e nutrire i vari Enti della pseudo-formazione.
Governo, Regione e sistema delle Autonomie locali devono assumere la portata del disagio e concertare soluzioni di sviluppo e di crescita in grado di ridare linfa ad un territorio esangue che ha bisogno di qualità di investimenti, qualità della spesa pubblica, qualità dei servizi, qualità di infrastrutture, qualità dell’ambiente e qualità del lavoro.
Non è più tempo di passerelle politiche dove la parola LAVORO è taciuta. Questo territorio non può essere la dependance ad vitam di sbandieratori di promesse o di chi non sa guardare ai veri bisogni dei cittadini.
La CGIL dell’Alto Tirreno è impegnata a portare il disagio di quest’area nel quadro delle rivendicazioni comprensoriali e regionali che troveranno sbocco nelle prossime mobilitazioni per sollecitare un cambio di passo alle politiche nazionali e regionali per lo sviluppo, la crescita ed il lavoro.
Lì 5.10.2017 Mimma Iannello Responsabile Cgil Tirreno
NdR Abbiamo chiesto all’autrice i dati di tutto il tirreno cosentino ed appena ci perverranno li pubblicheremo…