
Si tratta di Panel Pitucelli Auras, 25 anni.
Il giovane era da poco arrivato in Calabria da Napoli.dove vivono i genitori
Era alla ricerca di lavoro.
Aveva problemi di alcool.
Sentendosi male ed avendo continui episodi di vomito il giovane era stato portato nel pronto soccorso di Praia a Mare.
Gli era stato diagnosticano un virus influenzale e successivamente era stato dimesso.
Poi, si nuovo conati di vomito e un nuovo controllo al Punto di Primo intervento di Praia a Mare e quindi, come avviene di prassi il ricovero nel nosocomio di Cetraro.
Ma dopo 3 giorni il giovane è morto
I familiari hanno sporto denuncia al fine di sapere se nella morte del giovane esistano responsabilità
La salma del giovane, su delega del pm di turno della Procura, è stata sequestrata per l'effettuazione dell'autopsia
Ora non si sa dove seppellire la salma del giovane rumeno L'ambasciata romena in Italia ha fatto sapere, infatti, che non potrà farsi carico delle spese di trasporto.
Invochiamo l’UE di farsene carico detraendo la spesa dai fondi assegnati alla Romania
Nell'ultima udienza al Tribunale di Paola, arriva la prima parte della richiesta perizia.
E viene comunque confermato il nesso di causalità tra la morte di alcuni operai per malattie tumorali le sostanze utilizzate nella fabbrica tessile chiusa dal 2004 ed i materiali inquinanti all'interno dell'area industriale.
Potrebbe anche essere confermata la teoria più volte posta in evidenza delle famose nebbie provocate dall'ebollizione dei tessuti, mischiate a presenza di materiale chimico.
Ovvia la reazione dei difensori che preannunciano battaglia e si preparano a smontare gli studi del pool di esperti.
I periti non hanno effettuato nuovi campionamenti all'interno dell'area industriale considerando i 10 anni trascorsi dalla chiusura definitiva ma sono ritenuti validi gli atti prodotti in precedenza firmati da Magnanimi e da De Rosa.
Infatti sin dal 30 ottobre 2006 in occasione dei primi carotaggi erano emersi ad una profondità di quattro metri la presenza di: “cromo VI, arsenico, cadmio, cobalto, rame, mercurio, nichel, piombo, selenio, zinco ecc. unitamente a migliaia di tubetti tronco conici utilizzati per l’avvolgimento dei filati identici a quelli rinvenibili in diversi punti dell’area intorno allo stabilimento”.
La professoressa De Rosa nella sua relazione riferisce che “I risultati degli accertamenti dimostrano come le zone sottoposte a prelievo (solo 3 zone su 140.000 mq.) sono da definirsi inquinate ed alcune di esse, vedi la Z4-2 estremamente pericolosa per la salute dell’uomo e per l’ecosistema. Le sostanze chimiche rilevate sono nella maggior parte dei casi, riconducibili all’attività di una azienda operante nel settore della colorazione dei tessuti. Il disastro ecologico che si può ipotizzare dall’analisi dei dati richiede ulteriori indagini anche nel territorio circostante e nelle falde acquifere”.
A questa ultima udienza erano presenti tre dei quattro periti: il coordinatore, Giuseppe Paludi, Pietro Comba e Piergiacomo Betta, assente: Maria Triassi.
Ed ecco in sintesi le conclusioni.
-il Cromo VI che ha colpito almeno tre lavoratori provocando l'insorgenza del tumore;
-l'ambiente unico che avrebbe posto a rischio tutti i lavoratori;
-il sistema di aerazione;
-la presenza di polveri leggere nocive.
I periti prospettano anche un possibile danno ambientale per la presenza di trimetilduebenzilammina, sostanza non cancerogena ma ritenuta tossica.
Il processo continuerà nelle udienze di venerdì 6 e sabato 7 giugno.
E’ andata delusa l’attesa presso il tribunale di Paola, per l’accompagnamento coatto del “conte” Marzotto Pietro, invitato a comparire e come teste e come imputato nel processo istruito a suo nome in quella sede.
Un fax dell’avvocato Ghedini ne giustificava l’impedimento, attribuendolo a non meglio precisate coliche renali e disturbi oculari.
Ovviamente ciò suscitava la reazione accesa delle parti civili, le quali invitavano il presidente Introcaso ad attivarsi per sottoporre il teste/imputato a visita fiscale.
E’ la seconda volta che il “conte” vicentino dà forfait:In prima istanza ci si era giustificati con l’incorretta notifica di comparizione, inoltrata a loro dire presso la sede societaria e non presso la residenza abitativa.
Chiesta anche la verifica su eventuali omissioni degli agenti notificatori, interessandone il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri da cui dipendono.
Ed il processo và, in un alternarsi di alti e bassi, ormai giunto alla soglia della 100^ udienza.
Scomparsi come d’incanto i parenti delle vittime e portatori di patologie sopravvissuti, tacitati con risarcimenti a dir poco offensivi transati da avvocati in seguito milionari.
Non è rimasta traccia degli ambientalisti del giorno dopo, forse anch’essi anelanti a qualche briciola del “lauto pasto”.
Ora sembra che sia emerso anche lo scontento tra gli avvocati destinatari dei tranci più piccoli della torta, tra quelli turlupinati da marpioni più “avvocati” di loro e fatti oggetto a quanto si dice a ricorsi ora al vaglio della stessa procura.
Di fronte al vuoto di pubblico solo i delegati SLAI Cobas e Medicina Democratica, da sempre una presenza costante in quell’aula di tribunale.
A completare il quadro manca il parere delle vittime, dei tanti ai quali non è più possibile dar voce, ma noi lotteremo con forza per dar loro un minimo di giustizia. Praia a Mare (CS), 19 aprile 2014
Non solo.
La Marlane, la superperizia potrebbe essere dichiarata nulla. Dubbi sullo studio sono emersi in udienza.
La superperizia disposta dal Tribunale venne affidata al pool di esperti( Maria Triassi e Pietro Comba, epidemiologi, Giuseppe Paludi medico legale e Piergiacomo Betta anatomopatologo).
I dubbi sulla nuova perizia ambientale sull’area della “fabbrica dei veleni”sono emersi nel corso del processo. Ad oggi, infatti nessuno dei consulenti nominati dalle parti per seguire il lavoro del pool è stato mai coinvolto nella stesura dello stesso.
Gli esperti nominati dal tribunale per stabilire l’esistenza o meno di un nesso causale tra le sostanze utilizzate in fabbrica e i tumori contratti dai dipendenti saranno in aula il 2 maggio.
Il documento dovrà essere consegnato in Tribunale (com’è noto il pool già ha avuto una proroga) il 22 aprile per essere quindi discusso nella prima udienza utile in calendario.
Il termine in sostanza scade domani
Amantea 21 aprile 2014