
Le sedici ragazze in gara hanno permesso al pubblico di ammirare, oltre alla bellezza, anche i caratteristici costumi tipici della comunità arbëreshe
Frascineto.La più bella d’Arberia è Ilenia Colloca, studentessa universitaria di Frascineto che ha primeggiato nel corso della XV edizione di Miss Arbereshe, il concorso di bellezza ideato e realizzato dall’associazione Ahì Namà, presieduta da Savio Montone, con il patrocinio del Comune di Spezzano Albanese.
Ha sbaragliato la concorrenza delle altre 15 bellezze in concorso nella serata.
«È molto bello poter portare avanti le tradizioni e valorizzarle» ha commentato la miss con la corona sulla testa, abbracciata dal Sindaco di Frascineto, Angelo Catapano, soddisfatto della iniziativa e del successo della bellezza che appartiene alla sua comunità.
Le sedici ragazze in gara hanno permesso al pubblico delle grandi occasioni di ammirare, oltre alla bellezza, anche i caratteristici costumi tipici della comunità arbëreshe di provenienza.
«Un forte momento di identità – ha ribadito il sindaco di Spezzano Albanese, Ferdinando Nociti, – per capire l’importanza degli arbereshe di Calabria.
Una manifestazione per la quale speriamo di avere sempre risultati migliori».
Dello stesso avviso anche Savio Montone, organizzatore dell’evento, il quale ha espresso tutta la sua soddisfazione per «l’ottima riuscita di questa bellissima manifestazione.
Aver ripreso un cammino interrotto da diversi anni è stata una grande emozione».
Sul podio delle miss si sono classificate al secondo posto Rosita Lavergata di Spezzano Albanese e Carla Cipriano di San Benedetto Ullano al terzo. Irene Basile Miracco invece ha ricevuto il Premio “Cosmo Damiano Montone” per aver saputo rappresentare attraverso il costume arbëreshe la cultura italo albanese.
Erminia Zuccaro Ago 12, 2019
Cosenza – I carabinieri hanno arrestato un uomo di 61 anni originario di Napoli, ma residente da anni a Scalea, in esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Tribunale di Paola, poiché ritenuto responsabile di rapina in concorso con un pregiudicato romano di 63 anni, già arrestato la scorsa estate dai Carabinieri di Scalea.
Le indagini sono relative alla rapina del 31 luglio dello scorso anno ai danni di un portavalori della società “Sicurtransport” nei pressi dell’Ufficio Postale di Praia a Mare.
Le investigazioni dei militari hanno dimostrato il coinvolgimento dell’arrestato nella rapina alle tre guardie giurate che si accingevano a consegnare 80mila euro ad un istituto di credito di Praia a Mare.
I quattro componenti il commando, dopo essersi impossessati del denaro e delle armi delle guardie giurate, si diedero alla fuga venendo intercettati, dopo pochi minuti, da una pattuglia dei Carabinieri Forestali lungo la S.P. 13.
Nella convinzione di essere stati scoperti, i malviventi abbandonarono l’autovettura utilizzata per la fuga, dileguandosi a piedi in direzione di una zona boschiva ivi presente, lasciando all’interno dell’abitacolo l’intera refurtiva e le armi asportate.
Nella circostanza, uno dei malfattori cadde in un dirupo venendo recuperato dai Carabinieri che lo arrestarono.
Da Iacchite 8 Agosto 2019
CATANZARO - Faceva l'avvocato ma, secondo quanto appurato dalla Guardia di Finanza, senza averne alcun titolo, un falso avvocato, quindi, che è stato arrestato dai finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Catanzaro e della sezione di polizia giudiziaria presso la Procura del capoluogo calabrese.
Si tratta di Arturo Senatore, di 53 anni, di Scalea (Cosenza) nei cui confronti è stata emessa un’ordinanza agli arresti domiciliari per falsità materiale ed esercizio abusivo della professione.
La misura cautelare, emessa originariamente dal Giudice per le indagini preliminari di Lagonegro (Potenza), è stata successivamente disposta dal Gip di Catanzaro a conclusione di indagini dirette dal pubblico ministero Pasquale Mandolfino, con il coordinamento del procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla e del procuratore Nicola Gratteri.
Senatore è ritenuto responsabile, oltre che di esercizio abusivo della professione legale, anche di aver prodotto una falsa sentenza della Corte di appello di Potenza che, accogliendo l'impugnazione in realtà mai proposta dal finto avvocato, annullava il fallimento di una società, che si era rivolta al sedicente legale per farsi patrocinare.
Il falso provvedimento era stato accuratamente e scaltramente formato con l’indicazione dei magistrati che effettivamente compongono la corte d’appello, con le loro firme false, con l’emblema della Repubblica italiana e l’intestazione dell’ufficio giudiziario.
Inizialmente l’atto aveva tratto in inganno l’apparato giudiziario, salvo poi essere smascherato da controlli più approfonditi svolti con l’ausilio della Guardia di finanza diretta dalla Procura di Catanzaro.
Il quotidiano del sud