Il poeta cletese Franco Pedatella interviene sul prossimo referendum in Lombardia e Veneto preoccupato della unità della nazione .
Eccovi il suo nuovo lavoro poetico:
Non sono degni figli di Manzoni
quelli che in nome dell’autonomia,
sia pure regionale o locale,
distruggon l’unità della nazione,
dimentichi che fummo calpestati
dagli altri europei e pur derisi,
quando non eravamo un popol solo
ma numerosi italici divisi.
Grandi Lombardi tesero le braccia
ad altri che da Napoli e Sicilia
per l’unità pensavano ed opravano,
per sé rischiando e i figli i duri ceppi
dentro prigioni oscure e prive d’aria.
Altri nei campi di battaglia il petto
offrivan generosi a questa Patria
unita, tricolore e popolare.
Oggi vorrebber tutto cancellare
con segno di matita su una scheda,
senza quei sentimenti caldi e forti,
vili i fautori della secessione,
che nelle scarpe il fango di trincea
non han sofferto o, peggio, ai piedi nudi
non han provato il freddo dell’inverno
nevoso, quando soffia Tramontana
o imperversa Orione sulla terra
con neve e gelo, ma in palazzi agiati
il caffelatte e zucchero filato
han gole lor gustato a colazione.
Odo ancor gridare da prigione
“Italia” Maroncelli e Silvio Pellico
ed invocar Manzoni quasi in priego:
“Liberi non sarem, se non siam uni”.
Questo richiamo mi colpisce al petto
ed ammonisce che l’autonomia
è il primo passo invèr la divisione
di un popolo che torna ad esser franto.
Perciò tornate ad essere fratelli
sotto itala bandiera che vi stringe
in un sol corpo, membri di famiglia,
ov’oneri ed onori son gemelli!
Cleto, 7 ottobre 2017 Franco Pedatella