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Cosa succede a Calabria Verde?

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Da Iacchite - 21 Ottobre 2019

Come Socrate amava dire… Tanto tuonò che piovve… a Calabria Verde. Una nuova tempesta giudiziaria ampiamente annunciata si è abbattuta sul Maximo General Commissario Mariggiò. Ce l’ha detto lui stesso attraverso uno dei maggiori media di regime, che ha pubblicato una lettera inviata alle procure di Catanzaro e Salerno, nella quale inveisce con forza, irruenza e presunzione nei confronti della Polizia Giudiziaria (in questo caso la Guardia di Finanza) che insieme alle procure (Catanzaro e Castrovillari), incapaci e forse anche corrotte – a giudizio del Generale – stanno indagando sul suo conto.

La domanda spontanea che ci verrebbe da fargli è se tali giudizi così crudi erano presenti nella sua mente quando si trovava dall’altra parte (carabinieri), ma chiaramente è un pensiero che ci attraversa e che non troverà nessuna risposta.

Ma torniamo alle indagini farlocche, secondo il pensiero del Generale, o presunte tali, che il Maximo contesta via stampa e non nelle sedi opportune, minacciando denunce a magistrati ed organi di polizia giudiziaria colpevoli del reato di… lesa maestà.

Ciò che risalta maggiormente e l’aneddoto nel quale si racconta del suo interrogatorio con il pm Prantera, dove addirittura si paventa di un comportamento scorretto da parte di un finanziere nei confronti del nostro Maximo General e la sua volontà di far cessare l’incontro con la classica frase italiana “lei non sa chi sono io”, che sembrava un chiaro riferimento ad un ex ministro dell’Interno.

E che dire dei “continui abusi” degli organi giudiziari e addirittura delle violenza subite dai dipendenti durante le fasi investigative?

Il tutto accompagnato dalle confessioni del plurindagato O’Principale Furgiuele (alla faccia delle fughe di notizie!) che gli racconta in via confidenziale le domande che la Guardia di Finanza gli avrebbe posto.

Domanda al nostro Maximo General: ma Furgiuele non era stato allontanato dall’Azienda ? Malelingue raccontano che il nostro O’Principale in cambio di un silenzio su qualche politico famoso sia stato salvato miracolosamente…

Tornando all’indagine nella quale il Generale risulta indagato, i reati contestatigli sono molteplici. Si va dalla turbativa d’asta all’abuso d’ufficio e via dicendo.

Con lui risulta indagato un funzionario che siede alla sua destra e che svolgendo gare d’appalto, fraziona magistralmente gli affidamenti diretti per tenerli sotto soglia, così da favorire un imprenditore lametino vicino ad Oliverio che ripara automezzi a prezzi doppi e che risulta proprietario di diverse aziende tutte beneficiarie da parte del Generale.

Senza contare che in queste autorimesse si riparavano automezzi pagati più volte, autoveicoli di dipendenti, senza che nessuno controllasse o per meglio dire avesse la volontà di controllare, così tutto filava liscio.

Altra indagine in corso riguarda il famigerato imprenditore napoletano Luigi Matacena. Sì, sempre lui, quello degli elicotteri. Infatti, come al solito, gli è stata pagata una transazione milionaria sempre con lo stesso sistema e sempre con gli stessi attori (storia vecchia e ritrita) e sempre con le stesse modalità. Ma, caro Generale, non potevate inventare qualcosa di nuovo con San Giuseppe Campanaro? Un po’ di fantasia tra un caffè e l’altro che consumate insieme al Bar Tiramisù… Ma lo sa che San Giuseppe Campanaro è interdetto e perciò le sue collaborazioni sono vietate? Il prossimo caffè è pagato, promesso, anche se noi non prendiamo 7800 euro al mese come lei.

Ma il vero capolavoro è la lettera aperta del Generale ad Oliverio nella quale gli preannuncia nuovi guai giudiziari a stretto giro di posta. Ma come fa a saperlo? Forse riguardano il suo incarico illegittimo ed illegale o forse ha in mano altre notizie che arrivano dal suo vecchio lavoro di carabiniere?

Comunque è tutto molto inquietante. Noi speriamo che sia un modo per mettere le mani avanti per non restare indietro, ma la verità è che se un sia pur ex Generale dei Carabinieri, insomma un uomo dello stato, fa queste affermazioni vuol dire che come minimo – visto anche il silenzio seguito alla lettera – le procure in questione sono corrotte. Non vi pare?

Redazione TirrenoNews

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