Maggio è il quinto mese dell’anno secondo il calendario gregoriano. Il suo nome deriva dall’antico calendario romano Maius, mese dedicato alla divinità latina Maia, dea dell’abbondanza e della fertilità. Nella cultura cristiana è il mese dedicato a Maria, la mamma di Gesù. Ma è anche il mese delle rose e la Vergine Maria è considerata, non a caso, la rosa più bella di tutta la creazione. Ma perché maggio è diventato il mese dedicato a Maria, il mese mariano per eccellenza? Nei Vangeli non c’è alcun riferimento al mese di maggio come mese di Maria. E’ stato il Papa Paolo VI con la sua enciclica “Mense Maio” del 29 aprile 1965 che Le ha voluto dedicare il quinto mese dell’anno. Forse anche perché in questo mese ricorrono le più importanti apparizioni di Maria.
In questo mese tutte le chiese sono aperte e ogni sera i fedeli si riuniscono in preghiera e recitano il Santo Rosario. Quest’anno fa eccezione. C’è il coronavirus e anche le porte delle chiese sono sbarrate. Moltissimi Santuari a Lei dedicati si trovano in tutte le parti del mondo. Anche nel mio paese, San Pietro in Amantea, i cittadini dell’antico borgo hanno voluto dedicare una chiesa alla Vergine Maria e ogni anno tantissime persone del circondario si recano a fare pellegrinaggi in questa chiesa in cui la devozione per la Vergine è particolarmente sentita. Si narra che la Vergine sia apparsa ad un pastorello muto dalla nascita. Si celebra la sua festa il 2 luglio di ogni anno. Una volta anche il 6 maggio veniva celebrata la sua festa, ma in forma ridotta. Era una festa votiva. La statua veniva portata in processione per le vie del paese perché ricorre, secondo la tradizione,un miracolo compiuto dalla Vergine. Non pioveva da molti mesi e il raccolto dei campi era completamente distrutto. I fedeli si rivolsero alla Vergine e un 6 maggio di tantissimi anni fa portarono la Statua in processione attraverso i campi. Era una giornata di sole, nessuna nuvola in cielo che potesse annunziare una imminente pioggia. La gente del luogo cantava e pregava e la processione si snodava lentamente verso le vie campestri. Improvvisamente, in località Colopera, un lampo squarciò il cielo azzurro. Seguì un tuono fragoroso che fece sussultare la gente. Le preghiere alla Vergine divennero più forti ed intense. Il cielo si oscurò all’improvviso e dopo pochi minuti una pioggerellina benefica incominciò a cadere lentamente continuando per tutta la giornata. La folla orante non si scompose e la processione raggiunse sotto la pioggia le contrade di S. Elia e di Gallo.
Ricordo con dolcezza e nostalgia la mia infanzia al borgo natio, quando tutte le sere del mese di maggio mia madre e nonna Teresa mi portavano in chiesa della Madonna delle Grazie e con le altre donne del paese ritornate dalla campagna recitavano il Santo Rosario e ascoltavano la Santa Messa celebrata dal parroco don Gabriele Muti. Tutte le sere c’era sempre qualcuno che portava fiori freschi raccolti nei campi da depositare ai piedi della Vergine.
E ricordo anche con nostalgia non solo la poesia “Maggiolata” di Carducci ma anche le mie maestre della scuola elementare, Donna Lellina Luciani, Donna Ines Nervi e Donna Maria Lupi. Una nuova ventata di giovinezza per un attimo sfuggente mi ha portato indietro nel tempo felice anche se nella miseria. Da mattina a sera giocavo con i miei amici che purtroppo non ci sono più, Ciccio, Emilio, Saverio, allo “strumbulu e allu strigliu”, grazie al clima dolce e mite, schiamazzando, correndo contento pei campi mentre gli uccellini cinguettavano festosi nel cielo azzurro. Maggio risveglia i nidi, maggio risveglia i cuori. Oggi, però, i nostri cuori piangono. Stiamo attraversando un momento di lacrime e di dolore. Preghiamo la Mamma Celeste perché ci liberi non solo da ogni peccato ma ci liberi al più presto da questo male, il coronavirus, che sembra davvero invincibile.