E’ vero che nel sud Italia esistono solo due forni crematori uno a Salerno ed uno a Palermo mentre nel nord Italia ce ne sono 40 e tutti fortemente attivi.
Ma da qui al fatto che se ne debba fare uno anche in provincia di Cosenza ce ne corre.
Forse si è pensato ( e si pensa) alla provincia di Cosenza perché non ha nemmeno l’inceneritore dei rifiuti.
Certo che dopo averci provato a Domanico con conseguente rivoluzione della comunità e passo indietro del sindaco e dell’amministrazione comunale non ci si aspettava che i soliti mestatori del nord Italia insistessero nel cercare un’atra amministrazione “disponibile”e la trovassero in quella di Carpanzano, un paese collinare vicino alla A3 e prossimo alle sorgenti del fiume Savuto.
Come sempre ad attirare le amministrazioni comunali quei maledetti posti di lavoro che la società garantisce e che per una comunità di poche centinaia di persone appaiono una chimera
Se vera la notizia essa appare in tutta la sua gravità considerato che Carpanzano è un paesino che si trova proprio sul Savuto e che la cremazione di un corpo umano determina la fuoriuscita di gas nei quali si trovano tutto quanto presente nel corpo umano ed in particolare i metalli pesanti. Dove finiranno questi gas e le ceneri? Potranno essere trasportati dalla brezze collinari verso il mare e dalle brezze marine verso la montagna? Costituiranno un pericolo per l’ambiente ? Peraltro a cosa servirebbe un impianto di cremazione a Carpanzano? Certamente non per le cremazioni degli abitanti di questo minuscolo paesino!