Era il 2006 quando Stefania Chiurco fu ricoverata nel Centro d'igiene mentale di Perugia.
Bastarono 20 giorni per una diagnosi precisa: schizofrenia.
Il ricovero avvenne quando dopo una furibonda lite avuta con i genitori.
E' stata lei stessa ad ammetterlo dopo l'arresto. Intanto trovati in casa della donna gli "strumenti" utilizzati per smembrare il cadavere del padre Riccardo . Stefania ha usato un'accetta comprata appositamente e una mazza trovate dal colonnello Francesco Ferace.
Un'appropriata terapia ed il ritorno in famiglia senza più manifesti segni di squilibrio.
Ma nessuno può escludere che la malattia sia rimasta latente e poi riemersa improvvisamente. Come non pensarlo ascoltando Stefania Chiurco riferire ai PM Franco Giacomantonio e Silvia Fonte Basso che avrebbe sezionato il corpo del padre perchè non poteva restare tagliato a metà, dentro due buste, perché «sarebbe stato mangiato dai cani randagi. Non potevo lasciarlo la, è sempre mio padre».
Come non pensarlo quando dopo la macellazione ripulisce tutto usando litri di candeggina e spiegando che quel sangue le dava fastidio. «La casa dev'essere sempre in ordine», ha spiegato.
Come non pensarlo quando ha spiegato di aver agito come ha fatto perché “se non l'avessi perfettamente smembrato e diviso in piccole porzioni non sarebbe entrato nelle scatole che mi ero procurata”.
Come non pensarlo quando, dopo l'arresto, il tenente colonnello Vincenzo Franzese, comandante del Reparto operativo, le ha chiesto come fosse deceduto il genitore, e lei ha risposto: «Siccome stava male, aveva vari acciacchi, ha chiamato qualcuno per farsi uccidere e poi lasciarsi abbandonare vicino casa perché io me ne occupassi».