Che in Calabria non ci sia lavoro e che i calabresi come negli ultimi 200 anni siano costretti ad emigrare per trovare lavoro, lo si sapeva.
Quasi a dire che nulla è cambiato in questa “ultima” terra d’Europa.
Si chiama emigrazione.
Che in Calabria la sanità sia all’anno zero per colpa di una politica che nomina ed incarica i peggiori e fa emigrare anche gli specialisti di qualità che, poi, operano negli ospedali del nord , lo si sapeva.
Si chiama emigrazione sanitaria.
Ovviamente non tutti possono emigrare ; lo possono coloro che hanno i soldi e coloro che hanno parenti emigrati nel nord (una sorta di compensazione per coloro che la Calabria abbandona!)
Ma che i calabresi emigrassero anche per studiare, questo oggettivamente ci sembrava inaccettabile visto che la Calabria- ci dicono- abbia delle ottime università!
Invece scopriamo che , solo per fare un esempio, le domande presentate alla Luiss sono il 4,5% del totale.
E scopriamo che le immatricolazioni alla Luiss di studenti calabresi sono aumentate del +10% .
Ed infatti escluso il Lazio la Calabria si conferma al quarto posto in Italia per provenienza degli studenti.
Le domande di ammissione ai corsi di laurea triennale e a ciclo unico per l'anno accademico 2014/2015 dell'università Luiss Guido Carli di Roma hanno registrato il record storico, superando del 19% quelle dell'anno precedente e segnando un risultato mai raggiunto nella storia dell'ateneo di Confindustria.
Dati che dovrebbero far riflettere le tre università calabresi.