Scrive Iacchite oggi 3 ottobre 2016:
“Caro Palla Palla, la tua parabola politica, finalmente per i calabresi, sta per volgere al termine.
Una vita, la tua, trascorsa a scroccare denaro pubblico e a capire come fregare il prossimo.
36 anni filati di politica clientelare a favore della peggiore specie di parassiti sociali che la Calabria abbia mai conosciuto.
A soli 27 anni già consigliere regionale eletto nel vecchio Pci nel 1980, poi a 33 anni giovanissimo assessore regionale all’agricoltura, poi per ben quattro legislature deputato (dal 1992 al 2006), eletto anche nel 1990 sindaco del suo paese natio San Giovanni in Fiore, per due legislature Presidente della Provincia di Cosenza ed attualmente Governatore della Calabria.
Una vita politica improntata al ladrocinio e al saccheggio delle risorse pubbliche. Con la politica ti sei arricchito da far schifo, e insieme a te tutta la tua pletora di servi e lecchini.
Se avessi solo un briciolo di dignità getteresti la spugna per il bene dei calabresi.
Ma si sa che la dignità umana e politica non è il tuo forte.
E dei calabresi non te ne può fregar de meno. Ogni ente che hai governato lo hai trasformato in una filiale dei tuoi squallidi interessi.
Prima gli amici degli amici e se ne rimane qualche muddrica al popolo.
Ti sei sempre circondato di ladroni professionisti e specialisti della truffa.
E senza vergogna hai svuotato le casse pubbliche che servivano per dare ossigeno a chi non ce la fa più, per arricchire te e i tuoi amici. vattene
Non ti sei mai posto il problema della povertà diffusa, della mancanza di lavoro, del bisogno di una sanità efficiente, di creare reale e concreto sviluppo.
Tranne che nei tuoi falsi comizi, dove purtroppo la gente ha abboccato.
Sei stato eletto presidente della Regione dopo una lunga campagna clientelare dove hai distribuito, per vie traverse, milioni di euro pubblici ai soliti prenditori a te vicini: la rovina della Calabria.
Oltre la metà dei calabresi non si è recata neanche alle urne tanto era lo schifo da te proposto: un esercito di parassiti sociali che non hanno mai fatto un solo giorno di lavoro onesto nella loro vita. Con la pretesa che a mantenerli fossero ancora una volta i cittadini.
Gli stessi che, oltre a sopravvivere tra mille espedienti, le tue politiche clientelari hanno ridotto in miseria. Non solo non ce la facciamo ad arrivare alla seconda settimana del mese, ma dobbiamo anche mantenere te, la tua amante e tutta la corte di parassiti che da sempre ti porti dietro.
Una vergogna. vattene
Ma ora sei alla frutta.
E presto, tu e la tua banda di parassiti, sarete costretti a guadagnarvi da vivere con il sudore della fronte.
A sentire la gente per le strade non ne può più di te e dei mafiosi che ti sei portato in consiglio. Vattene con le buone Olivè.
Dimostra di avere un minimo di dignità.
I soldi te li sei fatti.
Non ultimi i 700 mila euro rubati alla cultura dalla tua amante.
Gli ultimi in ordine cronologico.
Puoi trascorrere una buona vecchiaia.
Liberaci della tua insana presenza.
Liberaci da questa orda di parassiti che si sta mangiando anche i muri della Regione.
Fai un sforzo, manda tutti a casa, e lascia che sia di nuovo il popolo a decidere.
Del resto sei arrivato ad un bivio: tra poco, il 19 ottobre, la Corte Costituzionale sarà chiamata a giudicare la costituzionalità o meno della legge elettorale con la quale si è votato, e speriamo vivamente che ponga fine a questa legislatura finora squallida ed inconcludente.
E se non basta questo ci sono sempre le inchieste condotte per tua sfortuna dalla procura di Reggio sulla presenza della ‘ndrangheta nel tuo consiglio.
Oltre a quelle sul classico voto di scambio politico/mafioso al quale molti tuoi consiglieri hanno attinto.
Come sai a condurre queste inchieste non è Gratteri, perciò non puoi sperare in insabbiamenti o favori, ma bensì il dottor Cafiero de Raho, magistrato serio ed incorruttibile.
Per questo ti dico vattene da solo, non lasciare che siano la vergogna e lo scandalo a travolgerti. Il tuo tempo è finito.
La tua vita politica è passata.
Per una volta pensa al bene dei cittadini.
Dimostra che sotto la tua corchia di tamarro, speculatore, sfruttatore della miseria, faccendiere dei potenti, in fondo batte un cuore.
GdD Da Iacchite - 3 ottobre 2016
Corrado Alvaro scriveva :” La disperazione peggiore di una società è il dubbio che vivere onestamente sia inutile”.
Ma forse è ancora peggio il pensiero che “Soltanto i furbi arrivano al potere comprando parte del popolo e distruggendo la dignità di tutto”