I Carabinieri della Compagnia di Paola,Nucleo Operativo e Radiomobile e Stazione principale, coordinati dal capitano Giordano Tognoni, hanno tratto in arresto un 39enne ed un 37enne di Paola, noti alle forze dell’ordine, con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
Troppa gente, senza orari, andava e veniva da alcune abitazioni poste al centro della città di San Francesco.
Un via vai che non è passato inosservato ai paolani, nè tanto meno ai carabinieri della compagnia di Paola, i militari del nucleo operativo e radiomobile e della stazione principale, diretta dal capitano Tognoni che hanno avviato una serie di indagini per capire cosa in realtà si celasse dietro questo flusso consistente di gente.
Le investigazioni hanno portato a scoprire lo spaccio di droga che con molta tranquillità due persone, un 39enne ed un 37 enne noti alle forze dell’ordine, portavano avanti da tempo come una normale attività.
I due sono finiti in manette con l’accusa di detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
Un risultato ottenuto grazie alle direttive del Comandante Provinciale dei Carabinieri, Tenente Colonnello Piero Sutera, sotto il costante coordinamento della Procura della Repubblica, diretta dal Procuratore Pierpaolo Bruni che hanno dato impulso alle attività di repressione allo spaccio di stupefacente
I militari hanno proceduto alla perquisizione di due appartamenti nella contemporanea disponibilità di un 39enne ed un 37enne di Paola, comprese le rispettive pertinenze.
Le operazioni di perquisizione condotte nelle due abitazioni hanno consentito di portare alla luce un cospicuo quantitativo di sostanze stupefacenti e da taglio: 150 grammi di marijuana, contenuti in una busta di plastica sottovuoto; un grammo di cocaina ed una trentina di grammi di lidocaina. Posti sotto sequestro anche 1.050,00 euro in banconote di piccolo e medio taglio; numerosi bilancini di precisione; un macchinario per il sottovuoto ed altro materiale destinato al confezionamento.
Le analisi condotte con celerità dal Laboratorio analisi sostanze stupefacenti dell’Arma dei Carabinieri hanno permesso di accertare che dal quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata, sulla base del principio attivo contenuto nello stesso, avrebbero potuto essere ricavate circa 950 dosi da destinare alla vendita al dettaglio.
Gli arrestati, terminate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Paola, coordinata dal Procuratore Pierpaolo Bruni, sono stati tradotti in regime di arresti domiciliari presso le rispettive residenze, a disposizione dell’Autorità giudiziaria.
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Paola
Siamo alla stazione ferroviaria dove arrivano e da dove partono molti treni
E tanti altri transitano senza fermarsi.
Un uomo si stende per terra poggiando la testa su uno dei binari.
Grida “Voglio morire”
Qualcuno sente le grida e chiama i carabinieri
Ne subito arrivano due .
Realizzano immediatamente che si tratta di un uomo ubriaco che vuole comunque attirare su di sé la loro attenzione.
Lo invitano ad alzarsi e ad uscire dai binari.
Non ubbidisce e così i carabinieri della stazione di Amantea sono costretti a prelevarlo di peso ed a toglierlo da quella delicata situazione.
E’ un peso morto ed oppone resistenza passiva.
I Carabinieri hanno avuto il loro bel da fare per trascinarlo al sicuro sul marciapiede
Non è in sé e potrebbe buttarsi sotto uno dei treni che man mano arrivano.
Ha con sé solo una coperta che è poggiata su uno dei sedili sul marciapiede centrale della stazione ferroviaria .
Parla correntemente l’ italiano ma è un marocchino.
Proviene da Fiumefreddo di Sicilia ed è un girovago.
Più tardi racconta di essere in Italia da trent’anni.
Racconta anche di essere andato presso la Chiesa matrice, di avere incontrato padre Rocco che gli ha donato del riso: “ E dove me lo cucino? “Dice sfottente.
Racconta anche di avere preso un caffè al bar della stazione e di averlo pagato.
aIntanto arriva il 118 ed i medici gli prestano soccorso.
Non ci sono ragioni per ricoverarlo anche se qualche flebo non potrebbe che fargli bene.
Intanto si fa sera.
E così si chiama la guardia medica per vedere se può fare un TSO.
I vigili urbani sono già li sin dall’inizio della vicenda per un eventuale accompagnamento.
Più tardi arrivano anche due marescialli tra cui il comandante della stazione Tommaso Cerza.
Una vicenda strana, inusuale, emblematica della gravità della situazione di tanti, anche profughi, che vivono soli, che non hanno famiglia, che sono costretti a girovagare per il mondo, che campano di elemosine, per compagna una logora coperta, che si ubriacano e che nel delirio dell’alcool tentano davvero di uccidersi od inscenano storie che assomigliano a tentati suicidi
Intanto i commenti della gente presente sono terribili.
“ E’ un vergogna. Si ubriaca , grida “Allah” e 10 persone , tra carabinieri e medici, devono assisterlo!”
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Primo Piano
È in corso dalle prime ore di questa mattina un’operazione dell’Arma dei Carabinieri, che sta impiegando oltre 100 uomini del Comando Provinciale di Reggio Calabria per dare esecuzione ad un provvedimento di fermo disposto dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia.
Destinatari sono noti imprenditori del capoluogo reggino, ritenuti affiliati alle cosche di ‘ndrangheta del capoluogo calabrese e accusati, a vario titolo, di associazione mafiosa, fittizia intestazione di beni e autoriciclaggio.
Avrebbero contato sull’appoggio delle più pericolose cosche cittadine per accumulare enormi profitti illeciti, riciclati in fiorenti attività commerciali.
L’operazione del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Reggio Calabria, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia reggina, ha fatto luce su un reticolato di cointeressenze criminali coltivate da spregiudicati imprenditori edili e immobiliari.
Sono 4 le persone colpite da provvedimento di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria.
In corso anche il sequestro di numerose aziende, centinaia di appartamenti e decine di terreni edificabili nel capoluogo, per un valore complessivo di oltre 50 milioni di euro
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Reggio Calabria
Un 34enne di Cleto, noto alle forze dell’ordine per reati in materia di stupefacenti, armi e contro il patrimonio, è stato tratto in arresto in ottemperanza all’ordine di esecuzione per espiazione della pena detentiva emesso dall’Ufficio esecuzioni Penali del Tribunale Ordinario di Bolzano.
Il giovane, riconosciuto colpevole del reato di furto in abitazione, dovrà espiare la pena residua di 5 mesi di reclusione presso la Casa Circondariale di Paola.
Un 38enne di Fuscaldo, noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona, è stato tratto in arresto in ottemperanza all’ordine di esecuzione per espiazione della pena detentiva emesso dall’Ufficio esecuzioni Penali del Tribunale Ordinario di Bolzano.
L'uomo, riconosciuto colpevole del reato di Violazione degli obblighi di assistenza familiare, dovrà espiare la pena residua di 5 mesi di reclusione in regime degli arresti domiciliari.
Un 35enne di Fuscaldo, noto alle forze dell’ordine per reati contro il patrimonio e la persona, è stato tratto in arresto in ottemperanza all’ordine di esecuzione per espiazione della pena detentiva emesso dall’Ufficio esecuzioni Penali del Tribunale Ordinario di Paola.
Il giovane, a seguito del provvedimento di determinazione del cumulo di pene concorrenti,dovrà espiare la pena residua di 1 anno e 6 mesi di reclusione in regime degli arresti domiciliari.
Sul fronte della repressione del porto abusivo di strumenti idonei ad offendere e della prevenzione di eventuali condotte conseguenti, un 51enne di Paola è stato denunciato a piede libero per l’ingiustificata disponibilità, emersa a seguito di perquisizione personale, di n. 1 coltello chiaramente utilizzabile per l’offesa alla persona.
Nell’ambito delle attività di verifica del rispetto della legislazione riguardante la detenzione delle Un 27enne di Fuscaldo è stato deferito a piede libero per violazione degli obblighi derivanti dalla misura di prevenzione della sorveglianza speciale a cui lo stesso è sottoposto.
Nell’ambito del contrasto alle condotte previste nel Testo Unico Stupefacenti, cinque giovani, sono stati segnalati alla locale Prefettura, in quanto, a seguito di altrettante perquisizioni personali e veicolari, sono stati trovati in possesso di quantitativi compresi tra n. 1 gr e n. 4 gr di sostanza stupefacente tipo marijuana. N. 62 le infrazioni al Codice della Strada accertate. N. 5 le patenti ritirate per varie violazioni al Codice della Strada, tra cui guida in stato di ebbrezza e guida senza patente, e n. 7 i veicoli sequestrati amministrativamente.
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Basso Tirreno
Tropea. Tentata rapina stamattina all’ufficio postale di Tropea, nella centralissima via Coniugi Crigna, nelle vicinanze di piazza Vittorio Veneto.
Un rapinatore, armato di pistola e spalleggiato da almeno due complici che lo attendevano all’esterno, si è introdotto nei locali, pare a volto scoperto, gridando “Non vi muovete o vi sparo!” e così generando il panico all’interno dell’ufficio postale.
mettendo immediatamente in allerta i molti utenti in fila allo sportello e il personale, che ha fatto scattare l’allarme.
Sul posto, a sirene spiegate, si sono precipitati i carabinieri della locale Compagnia.
Vista la situazione, i malviventi si sono dati alla fuga a piedi per le vie del centro.
Sulle loro tracce si sono messi da subito i militari dell’Arma che stanno ora vagliando anche le immagini delle telecamere di sorveglianza della zona per ricostruire l’accaduto e risalire ai responsabili del misfatto.
Tanta paura ma per fortuna nessun ferito e nessuna grave conseguenza.
Sulle tracce dei malviventi ci sono ora i carabinieri della Compagnia di Tropea guidati dal maggiore Dario Solito.
I militari hanno raccolto le testimonianze di chi ha assistito alla tentata rapina e che si trovava all’interno dell’ufficio per il ritiro della pensione e il pagamento delle bollette.
Contestualmente, i carabinieri stanno analizzando le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza per identificare i rapinatori fuggiti da una porta laterale
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Vibo Valentia
Mancava qualche minuto alle 08.00 quando sulla SS18 la gente ancora a letto si è svegliata di soprassalto per una ripetuta serie di frenate e botti .
Ben tre auto sono state coinvolte in un incidente per taluni versi drammatico
Non è certo un caso che ad una delle auto sia stata staccata di netto una ruota e perfino il relativo ammortizzatore.
Due auto invece sono finite sul marciapiede come se dovessero andare a prendere il caffè
È lo stesso posto dove il 31 dicembre 2017 è avvenuto un altro incidente similare
Ma quella volta rimasero coinvolte solo 2 auto
Questa volta, invece, sono state 3
Ma c’è di peggio.
A fine anno nessuno ferito
In questo incidente invece tre feriti che sono stati soccorsi da due autoambulanze
Sul posto i carabinieri di Amantea
Le foto sono state scattate da Luca Guzzo il giovane cletese della protezione civile che spesso si trova la dove c’è bisogno di solidarietà
Ci siamo chiesti sa il numero 31 sia un numero fatidico.
Almeno per questo tratto di SS18.
Ah. Quasi dimenticavamo.
I tutor e gli autovelox forse non servono ad evitare incidenti stradali, ma solo a far fare soldi ai comuni.
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Primo Piano
PAOLA. I Carabinieri della Compagnia di Paola, nucleo operativo e radiomobile, hanno tratto in arresto due ragazzi polacchi, S.L.J e J.P., di 33 e 23 anni, in Italia senza fissa dimora, con l’accusa di rapina impropria.
Lo strano atteggiamento dei due giovani, un ragazzo ed una ragazza, ha fin da subito insospettito il direttore del supermercato Despar ubicato all’interno del centro commerciale di Paola I Pini.
Il commerciante, posizionatosi in area defilata, ha potuto constatare che i due, sebbene si muovessero con fare circospetto, avevano iniziato a prelevare un cospicuo quantitativo di merce dai vari scaffali, infilandolo all’interno di due voluminosi borsoni che avevano al seguito.
Quando i due, convinti di averla fatta franca, hanno imboccato la via dell’uscita, hanno trovato ad attenderli il direttore dell’esercizio commerciale il quale, nel tentativo di far restituire il maltolto, è stato scaraventato a terra da uno spintone ben assestato dal giovane polacco.
L’immediato intervento dei carabinieri, allertati da personale del Despar, ha permesso di localizzare i due fuggitivi mentre scappavano sui binari della linea ferroviaria tirrenica.
Ne è seguito un breve inseguimento a piedi, ad esito del quale i militari hanno bloccato i due malfattori, recuperando tutta la refurtiva asportata. Successivi accertamenti hanno permesso di quantificare in 600 euro il valore dei prodotti asportati all’interno del supermercato.
Per il direttore del Despar, fortunatamente, nessun danno fisico, ma solo un grande spavento.
Gli arrestati, terminate le formalità di rito, su disposizione del Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Paola, coordinata dal Procuratore Pierpaolo Bruni, sono stati trattenuti presso le locali camere di sicurezza in attesa della celebrazione del rito per direttissima.
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Paola
Ieri sera a partire dalle ore 21.15 tra le stazioni di Bonifati e Belvedere Marittimo il traffico ferroviario è rimasto bloccato per alcune ore.
Sui binari il corpo senza vita di un uomo, dai capelli brizzolati.
Sembra di 52 anni, di nazionalità tedesca.
Probabilmente si tratta di un clochard che attraversava o camminava lungo i binari.
Sembra che lo straniero, non si sarebbe accorto dell'arrivo del treno regionale proveniente da Sapri a causa del fragore delle onde del mare che in località Calabaia si infrangono a poche decine di metri dalla linea ferroviaria.
Il treno lo avrebbe quindi investito mortalmente.
La Polfer ha effettuato l'identificazione grazie ai documenti trovati addosso allo straniero.
L'uomo aveva con sé anche uno zaino con gli effetti personali.
Insieme alla Polizia ferroviaria anche i carabinieri della locale Compagnia a svolgere le indagini del caso.
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Alto Tirreno
Paola – 28 feb. - I Carabinieri della Compagnia di Paola, Nucleo Operativo e Radiomobile, coordinati dal capitano Giordano Tognoni, comandante della Compagnia, impegnati in servizi di controllo del territorio,
intensificati su disposizione del Comando Provinciale di Cosenza, hanno arrestato un 30enne di Paola, incensurato, che aveva trasformato una pertinenza della sua abitazione in una centrale di produzione di droga vegetale.
Il reato contestato è quello di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
I Carabinieri hanno tratto in arresto P.P., 30enne incensurato di Paola, con l’accusa di produzione e detenzione di sostanze stupefacenti a fini di spaccio.
L’atteggiamento del giovane, fermato durante un controllo alla circolazione stradale, ha insospettito i militari i quali hanno deciso di approfondire gli accertamenti procedendo ad una perquisizione veicolare e personale.
All’esito di queste prime attività il P.P. è stato trovato in possesso di una dose di sostanza stupefacente tipo marijuana sapientemente occultata all’interno di un dispositivo accendisigari per autovetture.
Dodici le piante di marijuana in fase di coltivazione.
La marijuana era all’interno di due serre da interno riscaldate attraverso lampade alogene e complete di tutte le attrezzature necessarie.
Nove avevano un’altezza di un metro e mezzo e tre di mezzo metro.
Inoltre c’erano 1.700 dosi di marijuana.
Sequestrati un bilancino di precisione ed i fertilizzanti per la coltivazione della sostanza stupefacente.
La vendita della sostanza stupefacente già prodotta ed in fase di coltivazione messa in commercio avrebbe fruttato svariate migliaia di euro
Il Sostituto Procuratore di turno presso la Procura della Repubblica di Paola, coordinata dal Procuratore Pierpaolo Brun, ha disposto la traduzione del giovane agli arresti domiciliari.
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Paola
L’ennesima tragedia familiare
Amici carissimi, a distanza di pochi giorni dal dramma familiare di Cosenza ci dobbiamo occupare di un’altra tragedia familiare: anche in questo caso un padre di famiglia spara alla moglie, uccide le figlie e poi con la pistola d’ordinanza si spara alla testa.
Il Protagonista di questa triste e sconvolgente storia è un appuntato dei Carabinieri, un fedele servitore dello Stato, che per primo cerca di eliminare la moglie che è ora ricoverata in gravissime condizioni presso il San Camillo di Roma e poi uccide le due figliolette di 14 e 8 anni e si toglie la vita dopo lunghissime trattative durate più di nove ore.
Questo gravissimo dramma familiare ha sconvolto non solo l’intera comunità di Cisterna di Latina dove si è consumata la carneficina, tutti noi e l’Arma dei Carabinieri.
L’appuntato si era recato nella casa dove viveva la moglie insieme alle figlie al termine del servizio che prestava a Velletri e aveva litigato con la moglie.
I rapporti erano tesi perché stavano per separarsi.
Quindi all’origine del folle gesto c’è la separazione in corso che l’appuntato dei Carabinieri non ha mai voluto accettare.
L’appuntato ha sparato alla moglie quando erano per strada.
La signora era uscita di casa e si stava recando al lavoro alla Findus.
Poi si è barricato in casa con le due figlie tenendole in ostaggio per nove ore.
Aveva con sé solo la pistola d’ordinanza, non sono state trovate altre armi.
Erano intervenuti immediatamente i suoi colleghi carabinieri per convincerlo a liberare le bambine e ad arrendersi consegnando la pistola, ma le lunghissime trattative non hanno risolto un bel niente.
Quando hanno deciso di entrare con la forza nell’abitazione era ormai troppo tardi.
Il dramma si era consumato.
L’appuntato si era tolto la vita ma prima aveva ucciso le sue bambine.
Secondo una prima ricostruzione dei fatti l’appuntato avrebbe ucciso le bambine subito dopo avere ferito la moglie.
di Francesco Gagliardi
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