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Da non credere “

Questo è il comunicato emanato da Poste Italiane:

“Il Gruppo Poste Italiane costituisce la più grande rete di distribuzione di servizi in Italia.

Le sue attività comprendono il recapito di corrispondenza e pacchi, i servizi finanziari e assicurativi, i sistemi di pagamento e la telefonia mobile.

Con una storia di oltre 150 anni e grazie a una rete di 12.800 Uffici Postali, più di 135 mila dipendenti, 510 miliardi di euro di masse gestite e oltre 34 milioni di clienti, Poste Italiane è parte integrante del tessuto sociale e produttivo del Paese.”

Le domande vengono spontanee:

-Le Poste dicono la verità sul numero degli uffici postali in Italia?

-Sono davvero 12800?

-Od invece gli uffici Postali sono 12.799, visto che quello di Campora San Giovanni è ormai disperatamente chiuso?

-Ed allora è possibile che su 12.800 uffici postali solo quello di Campora san Giovanni resta ancora chiuso?

-Perché?

-Cosa c’è dietro?

Ed ancora, come si fa ad affermare che “Poste Italiane è parte integrante del tessuto sociale e produttivo del Paese” e poi si lascia l’ufficio di Campora SG ( 5000 abitanti circa) ancora chiuso!

E non finisce qui!

Il comunicato dice che Poste Vita( è la compagnia assicurativa del Gruppo Poste Italiane nata nel 1999 e attiva nel ramo vita con una raccolta premi superiore a 20 miliardi nel 2017) e Generali Real Estate, hanno siglato un accordo quadro di co-investimento nel settore nel settore immobiliare.

Ed allora le domande:

-Ma come è possibile che le Poste intendono fare investimenti immobiliari e non sappiano trovare una prima minima soluzione ad un suo ufficio postale chiuso da mesi?

-Quale credibilità hanno le Poste in queste condizioni?

Ora però gli amici di Campora ci devono permettere una domanda: quando venne detto loro della perdita della autonomia della Scuola media fecero(facemmo) un casino, vincendo una battaglia epocale, ed ora perché questo silenzio assoluto?

-Dove sono le amazzoni di un tempo?

Salve                                                                          Peppe Marchese

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Il direttore dei lavori del fabbricato che ospita l’ufficio postale di Campora San Giovanni il 16 gennaio scorso ha inviato al responsabile del settore urbanistica del comune di Amantea una nota di riscontro a quella dell’ufficio comunale.

La nota è stata inviata per conoscenza al procuratore delle repubblica di Paola, al sindaco di Amantea ed all’amministratore del condominio Perri dove ha sede l’ufficio postale di Campora SG.

Con la detta nota l’ingegnere Conforti, nella qualità di direttore dei lavori di messa in sicurezza dell’immobile di che trattasi, chiede al tecnico del comune di indicare gli articoli di legge che regolamentano le ”sue competenze di responsabile dell’ufficio urbanistica del comune di Amantea sulle attività dell’ufficio di Poste Italiane Spa in Campora san Giovanni e sui rapporti contrattuali privati tra lo stesso ufficio e la proprietà dell’unità immobiliare in cui è ubicato”.

Una richiesta ben strana agli occhi dei camporesi che temevano che lo stato di degrado degli intonaci potesse costituire pericolo per la privata e pubblica incolumità oltre che a costituire “grave incuria, pregiudizio del decoro e della vivibilità umana”

In similare caso riguardante la attuale caserma dei carabinieri di Amantea il marciapiede antistante l’ingresso su va R Mirabelli è stato transennato e lo è ancora.

Per fortuna che l’accesso alla caserma può avvenire anche da altra porta.

Per siffatti casi il sindaco ai sensi del Dlgs 267/2000 può e deve emanare apposita ordinanza finalizzata al ripristino della sicurezza ed eventualmente come prescritto dall’art 54, comma 4, alla esecuzione d’ufficio con spese a carico del contravventore.

Ora i 5000 camporesi accettano che il procuratore sciolga il nodo gordiano.

Per fortuna comunque sembra che le Poste stiano cercando un nuovo immobile.

E comunque a giorni il comune risponderà alla parte.

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Riceviamo e pubblichiamo

In questi giorni è in atto una forte preoccupazione tra la comunità di Campora San Giovanni, rispetto alla prolungata chiusura dell’importante e unico sportello delle Poste Italiane esistente nella popolosa frazione di Amantea, che di fatti sta creando comprensibili disagi all’utenza.

Nei disperati tentativi dell’amministrazione comunale per sollecitare la riapertura dello sportello, prima un assessore ha minacciato di incatenarsi, poi vari proclami fino all’ultimo annuncio dell’arrivo di un ufficio mobile che però, non è risultato efficace rispetto al servizio richiesto dal territorio; di fatto nulla di concreto è avvenuto, se non inutili annunci privi di qualsivoglia fondamenta.

In queste ore sono in atto iniziative di raccolta firme, con tanto di richiesta scritta alle Poste Italiane per sollecitare una risoluzione rapida, che difficilmente sortirà alcunché, se non un momentaneo appagamento di qualche amministratore che, dopo i tanti inverosimili annunci, ora tenterà di salvarsi la faccia con la sua comunità.

Nella realtà dei fatti, come spesso accade, la verità però viene difficilmente fatta trapelare.

In questi giorni, la denuncia del sindacato Slp Cisl a firma del segretario Enzo Cufari è stata chiara; da tempo in Calabria è in atto un cruento ridimensionamento del personale addetto, e per effetto di riorganizzazioni aziendali, la Calabria viene spolpata di strutture e di lavorazioni, le quali sono dirottate su altri territori. 

La provincia di Cosenzaè quella fortemente penalizzata e devastata da una cattiva gestione perpetrata in anni da decisioni aziendali basate non sullo sviluppo ma improntata al risparmio, che oggi palesa tutti i limiti derivanti dalla complessità del sistema postale in un vasto territorio che meriterebbe ben altra attenzione, sia in ordine al numero degli addetti che alla qualità del servizio. 

Quando un’azienda rallenta il suo core business, chiudendo per così tanto tempo uno sportello importante come quello di Campora San Giovanni, certamente non lo fa per problematiche strutturali ma per “rivoluzioni” aziendali che hanno finito, purtroppo, per ricadere sugli utenti delle popolazioni impattate.

Certamente non è più tempo di chiacchiere; se non dovessero arrivare a brevissimo segnali concreti, rispetto alle scelte di “desertificazione” fin ora attuate su tutto il territorio Calabrese ivi compresa Campora S. Giovanni, andrà preannunciata una decisa e forte mobilitazione a tutti i livelli!!

Vincenzo Lazzaroli

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