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A che punto è la ricostruzione del Ponte sul Savuto?

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Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota del Comitato per la ricostruzione del Ponte sul Savuto

Nocera Terinese .Punto sul Ponte è il titolo del convegno/dibattito promosso dal Comitato “Ricostruiamo il ponte sul Savuto” svoltosi a Nocera Terinese venerdì 10 maggio ed al quale hanno preso parte autorevoli esponenti della politica calabrese. Il titolo, tanto eloquente, ben sintetizza l’intenzione del Comitato nel voler fare chiarezza sullo stato delle cose dopo gli innumerevoli annunci dei giorni scorsi e qualche velata polemica.

La convinzione del Comitato, promotore dell’iniziativa, è focalizzata l’attenzione sull’importanza dell’opera e l’urgenza della ricostruzione della stessa. Il ponte, già chiuso al traffico dal 2006 e crollato definitivamente nel 2008, ha carattere di strategicità per il comprensorio di appartenenza non solo in relazione al sistema viario e dei trasporti, ma soprattutto per la fragile economia della zona che già soffre per le ragioni a tutti note a cui, il ponte, potrebbe ridare una boccata di ossigeno sotto diversi profili. E’ evidente che la mancanza del ponte rende non fruibile la SP che attraversa un’ampia area a cavallo delle due province ( CZ-CS) su cui gravitano gli interessi di aziende agricole impegnate su produzioni di pregio (olio, vino, cipolla di tropea), ma anche di allevatori, artigiani e piccoli imprenditori. Non bisogna dimentica che la stessa area è pregna di storia e i continui ritrovamenti archeologici lo testimoniano l’alto valore. Restituire il ponte alla collettività vuol dire ridare identità a questo territorio oggi abbandonato, ma significa anche attuare un’azione politica volta a soddisfare l’esigenza della collettività, non solo quella più prossima ai luoghi detti, ma più in generale, a quella di un ambito territoriale più vasto che solo il ponte consentirebbe di mettere a sistema.

Il profilo politico del dibattito è stato esemplare, sia per i temi trattati che per i contenuti espressi. Non si può non osservare come l’obiettivo principale sia stato raggiunto. La presenza della Ferro, che ha accolto l’invito del Comitato, ha certamente contribuito a fare chiarezza. Si è assistito ad un dibattito dai toni armoniosi, a cui non sono mancate le critiche e i colpi di fioretto, ma sempre contenuti nel normale esercizio della buona dialettica, propria ai partecipanti. Per un giorno il protagonista è stato il PONTE, sono state evidenziate diverse questioni, tutte direttamente connesse ad esso.

Tutti gli intervenuti hanno ribadito la necessità di realizzare l’importante struttura in tempi brevi senza tuttavia sbilanciarsi in previsioni, anzi, in ciò il tono è stato molto realistico, le difficoltà non mancano e sono certamente legate al particolare momento che la regione attraversa.

Il dibattito entra subito nel vivo con l’intervento introduttivo di Saverio Rocchino (Comitato “Ricostruiamo il ponte sul Savuto”) che si focalizza su alcuni punti essenziali e in particolare il fiume di parole sul ponte spesso accompagnato da altrettanti plausi a cui non è conseguita concretezza. Con riferimento ad un recente articolo apparso sulla stampa titolato “l’iter è troppo lungo, bisogna saper attendere” osserva come la lungaggine è temuta dallo stesso comitato che non si è risparmiato nel farlo emergere al tempo degli ultimi annunciati interventi presso il CIPE. I cittadini attendono dal 2006, e sapranno attendere oltre, ma sarebbe opportuna una strategia del doppio binario cercando di reperire le risorse su piattaforme alternative al CIPE come gli enti territoriali. In questi mesi i cittadini chiedendo, educatamente e garbatamente, il ripristino della normalità, legittime istanze. L’intervento, mette a fuoco il carattere di urgenza della rimozione delle macerie del ponte, la messa in sicurezza della zona più prossima al vuoto venutosi a creare per il crollo della struttura, la bonifica dell’area al contorno della stessa, che per effetto delle condizioni di isolamento assume sempre più l’aspetto di una libera discarica ove abbandonare di tutto e di più.

In sintesi, la Presidente della Provincia di Catanzaro, ora Commissario dello stesso ente, illustrando l’attività della provincia rispetto a questo problema ha riferito che è stata inoltrata una richiesta di rimodulazione fondi FAS , fondi già assegnati alla Provincia per un importo di 100milioni €, di cui 70milioni impegnati per la strada del Medio-Savuto e 10 per lo svincolo di Catanzaro e i restanti 20 per la progettazione del completamento della strada Medio-Savuto. E’ dagli ultimi 20 che bisognerebbe fare economia per ottenere i 5 necessari alla ricostruzione del ponte del Savuto. Ed è qui che la Ferro mostra un volto nuovo e si lascia andare una considerazione “è un po’ come spogliare un santo e vestire quello vicino”. I segnali di apertura non sono mancati, soprattutto nell’affermare che sarebbero ben accetti i contributi di quanti vorranno sostenere e rendere più forte l’istanza di rimodulazione presso il CIPE. I dubbi e le perplessità restano: il CIPE autorizzerà la rimodulazione? E quanto tempo trascorrerà? Questo l’enigma al quale in questo momento nessuno può dare risposta.

In riferimento alla messa in sicurezza e alla bonifica dell’area prossima al ponte, fortemente richiesta dal Comitato nell’introduzione ai lavori, ma già espressa a mezzo stampa, sempre il Commissario riferisce, e assicura, che sono in fase di appalto i relativi lavori per una somma di circa 4.5milioni di euro e che nella prossima settimana saranno avviati i primi passi dell’iter burocratico. Infine, con determinazione, ha sostenuto la necessità di una politica di prevenzione nella manutenzione della cosa comune per evitare che ci si trovi, troppo spesso, a ricostruire situazioni che con un minimo di attenzione e attivismo si potrebbero evitare, per questo invita, anche i cittadini, a rendersi parte attiva in un ruolo di vigilanti sul territorio, segnalando manchevolezze e azioni volte a deturpare il patrimonio comune.

L’on. Luigi Incarnato dopo avere illustrato come la Calabria si stia sempre più distaccando dall’Europa e sia sempre più incompresa dal Governo centrale a causa di una mancata capacità di programmazione e di progettazione di un proprio autonomo futuro che perpetra da anni e fa acuire le diffidenze verso la nostra regione. Ha poi, sgomberato, con il tatto che gli si confà, e con un lessico di chi pratica l’arte del fare per il bene della comunità, ogni possibile dubbio si ciò che fu il suo operato alla guida dell’assessorato regionale circostanziando le scelte e il contesto di azione che lo portarono ad individuare il ponte come elemento cerniera in un sistema integrato della viabilità tra i diversi livelli: autostrada, strada statale litoranea, strada provinciale. I diversi livelli erano stati immaginati tra loro integrati in unico sistema mediante la realizzazione della strada Galasso che si inserisce tra il bivio autostradale di San Mango e il Ponte stesso.

L’intervento era stato immaginato ed effettivamente inserito all’interno di un finanziamento disponibile su base europea (Fondi FAS). Cosa avvenne nel 2010, però, è storia e le responsabilità non certamente regionali.

Incarnato ha evidenziato di avere accettato l’invito proprio perché l’incontro è all’interno di una attività lontana dai partiti, che nasce dal popolo, e che come tale va valorizzata e sostenuta in quanto testimonianza di una battaglio dettata del buon senso civico.

 

Il consigliere regionale Carlo Guccione dopo aver riconosciuto il ruolo fondamentale del comitato in questa legittima battaglia, osserva come la politica in questo territorio abbia fallito e la presenza del comitato ne è la testimonianza diretta ed esplicita. Sgomberato il campo da ogni possibile legame politico-partitico col Comitato di cui ha accettato l’invito condividendone la battaglia. Per Guccione il ponte è elemento essenziale di un sistema viario che comprende la SS18 e che proprio la crisi della SS18 ne ha esaltato l’importanza. L’assenza del ponte ha messo in luce come non esiste una viabilità alternativa alla SS18 e che quindi in caso blocco della stessa sarebbe inevitabile il totale collasso delle fascia tirrenica e non solo. Si avrebbe, infatti, un colpo mortale non solo sul sistema trasporti ma evidente negativa ricaduta sull’economia di un’area ben più vasta cha Amantea-Nocera. Guccione non le manda a dire e non usa il politichese, anticipa le proprie mosse affermando che su questa vicende occorre fare chiarezza e pertanto intende avviare un’azione forte nelle sedi istituzionali non solo in ambito regionale.

Il Prof. Daniele Minniti Pur complimentandosi con il Commissario Ferro per la sua capacità di oculata amministratrice dimostrata sul campo, non può non osservare come nel caso specifico del ponte sul Savuto la Provincia non abbia saputo, dal 2008 ad oggi, attuare politiche risolutive volte alla ricostruzione dell’importante struttura. Dal canto suo individua, le responsabilità nelle scarse competenze amministrative e nella complessità della burocrazia che troppe volte rallentano la realizzazione di opere anche importanti. Ma fa osservare, citando esperienze amministrative personali, come per il ponte si poteva e si potrebbe osare di più. Riconosce, inoltre, alle Provincie un ruolo fondamentale e ritiene che è sbagliato pensare alla loro abolizione, forse meglio abolire la regione.

L’on. Leopoldo Chieffallo profondo conoscitore del territorio di cui il ponte è parte integrante e forte della sua ampia esperienza di amministratore ai diversi libelli, nonché ex ass. regionale ai LLPP, ha subito dato slancio alla sua esposizione entrando nel vivo della questione: le risorse economiche. Ha chiesto di osare di più e di attivarsi presso gli enti sovraordinati ove probabilmente esistono risorse facilmente fruibili ed ha indicato quella che ritiene la strada più celere per la realizzazione dell’opera. Opera che deve inquadrarsi, così come sostenuto da Incarnato, in un’ottica di più ampio respiro e senza trascurare l’utilità di una viabilità a servizio della A3, soprattutto in caso di situazioni di estrema emergenza, cui l’A3 non è attrezzata. Tutto ciò potrebbe concretizzarsi con la realizzazione della Galasso che collegherebbe il bivio San Mango, e non solo, al ponte e di conseguenza alla SS18.

Il M5S - Catanzaro, assente per la coincidenza con altri impegni, ha fatto pervenire una lettera di cui si è data lettura. Nella missiva si evidenzia l’indispensabile necessità dell’opera e una maggiore attenzione alla stessa che ad oggi sembra quasi trascurata soprattutto se si pensa al lungo tempo trascorso dal primo crollo ad oggi. Non sono trascurabili i danni, indirettamente, ricadenti sulla collettività e sull’economia dell’area. Inoltre, si mettono in luce alcuni aspetti salienti come la necessità e l’urgenza della rimozione delle macerie, la bonifica dai rifiuti e la messa in sicurezza dell’area, e soprattutto il ripristino dell’officiosità idraulica del corso d’acqua. Il M5S plaudendo alle iniziativa del comitato, con cui già da tempo ha avviato un confronto sul tema, dichiara di voler continuare a seguire le vicende dicendosi disponibile nel rendersi parte co-attiva per il futuro per la risoluzione del problema.

L’ass. Muraca, che interviene per conto del prof Speranza (sindaco di Lamezia Terme), sposa i temi trattati dal M5S e fa notare come importante sia il tema ambientale connesso con la salvaguardia del territorio e la realizzazione del ponte.

Prof. Filippo Motta (Comitato “Ricostruiamo il ponte sul Savuto”) dopo aver ringraziato i convenuti ed in particolare la Ferro, entra nella questione spesso esposta e sempre senza risposta. Perché non intervenire In considerazione di quanto apparso sulla stampa tempo. A noi sembra di aver capito che il CIPE abbia concesso 13,3 milioni per interventi strategici in riprogrammazione diretta, cioè senza ulteriore delibera del comitato, e 40 milioni per interventi ambientali, anche questi, in riprogrammazione diretta. Di quest’ultimi 7 milioni sono destinati nel crotonese per il dissesto idrogeologico e 3,7milioni di euro per le bonifiche.

Quindi se da 40 togli 10,7milioni di euro ne restano 29,300 di euro disponibili in programmazione diretta per finanziare fin da subito la parte necessaria alla realizzazione di un progetto integrato nel territorio contemplando la struttura del Ponte sul Savuto. A tale esposizione la Ferro non mostra stupore, ma pur commentando non nasconde un certo stato d’animo.

Il Comitato “Ricostruiamo il ponte sul fiume Savuto”

A margine del convegno, per voce dei suoi rappresentanti, che manifestano la piena soddisfazione per i contenuti del dibattito che finalmente assume il tono che la questione ponte merita. Ma non si nasconde la soddisfazione per la presenza della Ferro che ha inteso accogliere il nostro invito trasformando il convegno in una tavola rotonda estesa. Ciò ha consentito un dialogo diretto che, se pur assaporato nelle prime fasi di questa battaglia, si era purtroppo perso per cause che non vogliamo investigare. Il nostro ringraziamento agli autorevoli intervenuti è d’obbligo e sincero, alla Ferro va poi riconosciuto un certo tono di apertura. Abbiamo colto, da parte sua, un certa determinazione a voler perseguire verso la realizzazione dell’opera e pertanto, le auguriamo di riuscirci, il suo successo sarà il successo della cittadinanza. Ma ciò che abbiamo apprezzato di più è stato il suo messaggio proteso a ricevere il sostegno di chi può essere utile alla causa comune ponendosi alla pari, testimonianza di un clima di serenità raggiunto nelle fasi di dibattito.

In definitiva sembra che con la celebrazione di codesto convegno si sia chiusa almeno dal punto di vista delle discussioni una questione che ha tenuto banco per un lungo lasso di tempo su un tema che forse è stato sottovalutato dagli addetti ai lavori.

Redazione TirrenoNews

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