Redazione TirrenoNews
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Paola, ladri in azione nei locali sul lungomare .
Martedì, 15 Gennaio 2013 20:23 Pubblicato in PaolaDormono di giorno e lavorano di notte . Sono i ladri. Come quelli di un tempo che venivano identificati come nella foto.
Sono dappertutto, ormai.
E non potevano mancare Paola.
Ed a Paola , ovviamente, sul lungomare, un luogo senza tanti abitanti, senza videocamere e dove pertanto si può “lavorare” tranquillamente.
Questo devono aver pensato nella notte tra sabato e domenica i ladri che sono penetrati nel bar del lido”La Bussola” forzando la porta di ingresso e rovistando dappertutto.
Ma non avevano fatto i conti con una rumena di 52 anni che abita nello stabilimento anche d’inverno, in una piccola struttura in muratura e che svegliata dai rumori ha cominciato ad urlare con forza mettendo in fuga i ladri che sono scappati con il cassetto del registratore in mano.
Su posto la squadra della volante del commissariato di Paola, diretta dall’ispettore capo Antonio Montagnese.
E non basta. Sempre sul lungomare nel pomeriggio di domenica un altro furto. Questa volta rompendo il vetro di un auto ed asportando la borsa con 50 euro.
Cetraro, il sindaco Aieta vuole querelare Scarpelli e Scopelliti
Martedì, 15 Gennaio 2013 20:01 Pubblicato in Cosenza«Hanno distrutto la sanità sul Tirreno» questa la ragione.
«Nonostante le numerose contestazioni che provengono dal Tirreno cosentino Scarpelli e Scopelliti continuano a far finta di niente, mentre centinaia di utenti quotidianamente fanno i conti con i disastri che hanno provocato con scelte scellerate di cui si assumeranno le responsabilità.
Non potendo più tollerare lo stillicidio che quotidianamente si consuma nei pronto soccorsi degli ospedali riuniti di Cetraro e Paola, in qualità di garante della salute pubblica nel territorio che governo, sono costretto a denunciare, presso la magistratura, il Direttore Generale dell’Asp di Cosenza, Dott. Gianfranco Scarpelli, e il Presidente della Giunta Regionale, On. Giuseppe Scopelliti, per interruzione di pubblico servizio. Gli ospedali stanno scoppiando unitamente ai loro pronto soccorsi, i pazienti sono sballottati da uno stabilimento all’altro, i posti letto sono insufficienti, quelli promessi non sono stati attivati, pazienti anziani che si vedono sostare per ore in attesa di reperire posti letto che non ci sono.
Tutto questo è inaccettabile a fronte di una situazione pregressa che certamente garantiva migliori standard di sicurezza. Nonostante le numerose segnalazioni, i responsabili dell’Asp cosentina unitamente alla politica regionale, quotidianamente, omettono, colpevolmente, di attivare soluzioni a tutela della salute pubblica. Abbiamo dato mandato al nostro legale di sporgere denuncia formale presso la Procura della Repubblica al fine di porre un freno alla devastante opera di demolizione dei presidi di sicurezza della salute pubblica distrutti da una strumentale politica feudale che ancora, nel terzo millennio, pensa di utilizzare gli ospedali come un sistema basato sulla “fidelizzazione” di soggetti di potere in cui Dux,Vassalli, valvassini e valvassori sgomitano miseramente ai danni degli incolpevoli utenti calabresi. Di questo e di altro ancora non se ne può più.
Hanno ucciso la sanita' sul Tirreno cosentino! Ci chiediamo fino a quando costoro abuseranno della pazienza dei calabresi costretti a mortificanti trafile negli ospedali di questa sventurata regione”
Davanti al Gip Nicoletta Campanaro, presenti il Pubblico ministero Maria Camodeca e l'avvocato di fiducia Francesco Liserre si è svolto l'interrogatorio di garanzia del luogotenente Mario Lucia, comandante della Stazione carabinieri di Diamante, sull'alto Tirreno cosentino, e dipendente della Compagnia di Scalea.
Il luogotenente come abbiamo scritto è agli arresti domiciliari nel comune di Serrastretta da dove è giunto a Paola con automezzo proprio.
Deve rispondere del reato di concussione accusato di “ aver utilizzato la sua posizione di comandante della Stazione dei carabinieri di Diamante per procurare contatti con le aziende del territorio e favorire quindi un istituto di vigilanza dove lavora un parente”
Ma deve rispondere altresì di violenza privata per essere stato accusato “di aver utilizzato strumenti in dotazione all'arma per indurre i condomini di un residence del territorio a licenziare il guardiano e a stringere rapporti con l'istituto di vigilanza”
Il luogotenente non ha risposto, una scelta, questa, che mira a prendere tempo per poter approfondire la migliore lettura delle numerose pagine dell'inchiesta.