Redazione TirrenoNews
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Milano & clan. Solo lievi sconti di pena per Vincenzo Giuseppe Giglio e Francesco Morelli
Martedì, 17 Giugno 2014 14:03 Pubblicato inLa Corte d'Appello di Milano ha condannato il giudice del Tribunale di Reggio Calabria, Vincenzo Giuseppe Giglio, e l'ex consigliere regionale calabrese Francesco Morelli, a 4 anni e 5 mesi ( in luogo di 4 anni e 7 mesi) e a 8 anni e 3 mesi( in luogo di 8 anni e 4 mesi), riducendo lievemente le pene inflitte in primo grado, nell'ambito del processo con al centro le infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia.
Ma già i legali preannunciano ricorso.
Franco Morelli, cosentino, era considerato uno dei politici più influenti del centrodestra calabrese, eletto con migliaia di preferenze, vicino agli ambienti vaticani.
Il suo arresto aveva suscitato molto clamore.
La condanna più alta è quella inflitta a Giulio Lampada, 14 anni e 5 mesi( in luogo di 16 anni).
La Corte ha in sostanza accolto le richieste del pg Laura Barbaini.
La quarta Corte d'Appello di Milano nell'accogliere in sostanza le richieste di conferma delle condanne inflitte in primo grado dal sostituto procuratore generale Laura Barbaini, riducendo nella maggior parte dei casi lievemente le pene, ha condannato
Raffaele Fermino a 4 anni e 8 mesi di reclusione,
il medico Vincenzo Giglio (cugino del giudice) a 7 anni di carcere( in luogo di 4 anni e 6 mesi),
Leonardo Valle a 8 anni e 6 mesi( in luogo di 9 anni e 6 mesi)
Francesco Lampada a 3 anni e 8 mesi, ( in luogo di 4 anni e 6 mesi)
l'ex militare della Guardia di Finanza Luigi Mongelli a 4 anni e 5 mesi di reclusione,
Maria Valle a 2 anni e 9 mesi di reclusione e
Luciano Russo, Michele Noto e Michele di Dio, tre finanzieri assolti in primo grado, a 3 anni e 9 mesi di reclusione.
Le motivazioni dei giudici saranno depositate entro 90 giorni.
Le condanne di oggi riguardano le infiltrazioni della 'ndrangheta in Lombardia della cosiddetta ''zona grigia'' al centro dell'inchiesta coordinata dal procuratore aggiunto di Milano, Ilda Boccassini, e dai pm Alessandra Dolci e Paolo Storari, e che nel 2011 portò agli arresti degli imputati, alcuni dei quali come Giulio Lampada, Leonardo Valle e Raffaele Firmino, sono ancora in carcere.
Giancarlo Pellegrino e le “marchette fatte nei posti giusti dove si fanno”
Martedì, 17 Giugno 2014 14:00 Pubblicato inGiancarlo Pellegrino partecipa a tutti i cittadini di Belmonte Calabro il seguente comunicato:
La nota stampa del …..corrispondente de “Il Quotidiano della Calabria ”, apparsa nei giorni scorsi sul profilo di “Concretezza”, di raffinata e pregevole fattura, mi invoglia a puntualizzare alcuni aspetti per la verità un pochino oscuri, controversi e contorti nel preciso intento di minare la dignità e l’onorabilità di cittadini per Bene.
Sul diritto e sulla libertà di stampa non entro nel merito: sono principi ineludibili ed oggettivamente condivisibili e di estremo rispetto perché sanciti dalla Carta Costituzionale.
Così come non voglio entrare nella delicata questione della gestione personale e non trasparente del denaro Pubblico, per non dire altro, e soprattutto in questi giorni in bella evidenza su tutta la stampa scritta e parlata, nazionale ed internazionale!
Soleva dire mio padre, voce di uomini di stampo antico: “ anima tua cuscienzia tua”!
Piuttosto mi voglio soffermare sulla nobile arte delle “Marchette fatte nei posti giusti dove si fanno”cosi come testualmente riporta la nota stampa.
Non essendo stato mai sensibilizzato ed avviato su questa strada di perdizione, provenendo da una famiglia orgogliosamente umile, onesta, rispettosa e rispettata, gradirei incontrare e frequentare chi, ben avvezzo e professionalmente preparato e magari iscritto all’albo professionale con relativo numero di iscrizione alla nobile professione, potesse insegnarmi almeno le regole più elementari, avendo il sottoscritto, con un pò di perspicacia, già individuato il luogo giusto dove poterlo fare. Con chi poi è tutto da vedere e da scoprire, rimanendo anche disponibile ad accettare buoni suggerimenti in merito, magari non si sa mai………….!
L’acredine e le inesattezze palesate del brillante “ cronista ”, mi stuzzicano al punto da sottolineare ed evidenziare ogni particolarissimo aspetto della vicenda in questione “sterile vuota e priva di sostanza” da me scoperta e portata a conoscenza dei belmontesi tutti e non solo (Vedi Calabria Inchiesta come evidenziato nella nota); tuttavia, animato da spirito caritatevole e magnanimo, preferisco stendere un velo pietoso. Non sono io ad arrossire ma il Sig. Sindaco che, senza nessuna remora e con faccia tosta, dà la possibilità a “penne così pregiate e, per l’appunto, costose (1500.00 euro di soldi nostri) di intaccare l’ onorabilità dei suoi amministrati, anche se avversari politici, con suggerimenti e considerazioni al limite della civile sopportazione.
Altro che “………… critica a chi fa dell’ opposizione uno strumento forse personale per giungere dove mai arriverà!
Menagramo oppure………….pensiero altrui goffamente e scioccamente riportato !
E’ vero il “Quotidiano della Calabria” è un giornale serio! Ecco perché la professionalità e la collaborazione di “corrispondenti” così acuti, trova spazio sulle pagine quotidiane di cronaca e permette, ai su citati professionisti, di spendere il buon nome della testata alla bisogna. La redazione ne è orgogliosamente fiera!
Per concludere, un suggerimento spassionato e gratuito, avendo già pagato ed anche bene: la simpatia è soggettiva mentre le amicizie sono più uniche che rare. Gli avversari o nemici, dipende dall’angolo di lettura che si vuole dare, sono nascosti nella immaginazione contorta e prezzolata di chi involontariamente cagiona ad onesti cittadini grave nocumento con scritti al limite della sopportazione e magari costringendoli ad intraprendere percorsi contorti ma legali a salvaguardia della propria dignità, moralità ed onorabilità .
Belmonte Calabro 15/06/2014 Dr Giancarlo Pellegrino
Ahi, ahi. Ecco le terribili sanzioni dei photored e l’opportuno avviso dell’ AC
Martedì, 17 Giugno 2014 11:41 Pubblicato inLeggiamo sul sito del comune la seguente nota:
“La vicenda giudiziaria concernente le controversie in materia di sanzioni amministrative per il passaggio con il rosso agli apparecchi semaforici accertato con apparecchiatura photored sta producendo, in sede di appello, una giurisprudenza costante del Tribunale di Paola con annullamento delle sentenze del Giudice di Pace di Amantea.
Da ultimo in data 5 giugno 2014 il Tribunale decidendo su 4 appelli proposti dal comune di Amantea li ha accolti condannando i cittadini contravventori al pagamento dell’ammenda ( doppio del minimo) ed alla refusione delle spese legali a favore dl comune di Amantea che ha quantificato in euro 1.600,00 oltre alle spese generali che incideranno in maniera pesante sui bilanci dei singoli e delle famiglie senza peraltro la possibilità per il comune di poter intervenire su quanto disposto dal Giudice
Dobbiamo con rammarico stigmatizzare il comportamento di quanti hanno ingenerato anche con commenti di stampa, il contenzioso nei confronti del comune in una materia in cui la norma e la giurisprudenza erano certe non lasciavano adito a dubbi
Allo scopo di evitare danni ulteriori ai cittadini si invitano gli stessi a voler sanare le proprie posizioni concordando con il nostro ufficio contenzioso una transazione che eviti gli appelli e le sentenze da parte del Tribunale
Si allegano alla presente i files delle quattro sentenze in appello
Amantea 10 giugno 2014.
il funzionario responsabile Il Sindaco
Mario Aloe d.ssa Monica Sabatino”
Sulle sentenze leggiamo che “ Non può residuare alcun dubbio, quindi, che il mezzo avesse superato l’intersezione controllata in condizioni di divieto” e che “ non è considerata indispensabile l’esatta indicazione dei secondi che misura o l’intervallo dei due scatti “ come sosteneva il primo Giudice.
All’amministrazione qualche domanda.
- Il contenzioso con il comune è nato per le contravvenzioni rilevate dai photored . Se i photored saranno disattivati non ci sarà contenzioso.
- Gli appelli proposti dal comune discendono dalla sentenze univoche del Giudice di pace di Amantea che ha accolto i ricorsi dei cittadini. Sostenere che la norma e la giurisprudenza erano certe e non lasciavano adito a dubbi appare palesemente illogico, salvo sostenere che i giudici di Pace non abbiamo scientemente sbagliato i loro giudizi.
- Come può un qualsiasi cittadino, peraltro in una situazione economica gravissima, pagare più di 2000 euro per ogni contravvenzione peraltro dopo aver vinto (tutti) il primo giudizio e senza aver nemmeno nominato un avvocato anche nel giudizio in Tribunale.
- Quanto riceve il comune degli importi delle sentenze?
Allora la conclusione terribile. Il cittadino non deve ricorrere avverso le contravvenzioni ai photored. Deve pagare e zitto! Il rischio è di dover pagare circa 2000 euro e di non sapere dove trovarli.
Forse una valutazione sulla opportunità di lasciare i photored deve essere fatta.
Il comune non può sopravvivere con gli importi di queste contravvenzioni .
Nella foto E adesso come faccio? L’unica cosa è vendere la macchina.