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Due anni all’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli

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Esattamente 2 anni fa, nel marzo 2016, il blitz della Dda a Rende nel quale vennero arrestato oltre a Sandro Principe, Umberto Bernaudo e Pietro Ruffolo anche Rosario Mirabelli.

Mirabelli, nasce il 6 maggio 1959 a Rende e da giovanissimo si impegna nell’associazionismo cattolico e in diversi movimenti culturali.

Laureato in Medicina e Chirurgia, esercita la professione presso l’unità operativa di Medicina legale di Rende.

Ha iniziato la sua attività politica nella Democrazia Cristiana; in seguito ha aderito ad An.
E’ stato consigliere comunale e capogruppo di An a Rende dal 1990 al 2005. Dal 1995 al 1999 è stato consigliere provinciale a Cosenza, ricoprendone la carica di capogruppo.
Nel 1999 è stato candidato a sindaco al Comune di Rende.
Nel 2000 e nel 2005 è stato candidato alle elezioni regionali e nel 2006 è stato candidato a sindaco di Rende con una lista civica.

Nel 2010 venne eletto consigliere regionale, nella circoscrizione di Cosenza per la lista “Autonomia e Diritti” (quella di Agazio Loiero), con 4.362 preferenze.

E’ stato vicepresidente della II Commissione “Bilancio, programmazione economica ed attività produttive” fino al 27 novembre 2012.

Ha aderito al gruppo Misto e dall’11 dicembre 2013 è passato al gruppo “Nuovo Centrodestra”.

Alle ultime regionali del 2014 ha sostenuto la candidatura di Mario Oliverio nella lista “Oliverio Presidente”, la stessa nella quale è stato eletto Orlandino Greco, ma non ce l’ha fatta e non ha confermato la poltrona in consiglio regionale.

Stamattina a Catanzaro il gup Pietro Carè ha emesso le condanne per coloro che hanno optato per il rito abbreviato.

Tra questi gli esponenti della cosca “Lanzino-Ruà” Adolfo D’Ambrosio e Michele Di Puppo, entrambi condannati a 4 anni e 8 mesi.

Due anni di reclusione, invece, per l’ex consigliere regionale Rosario Mirabelli e Marco Paolo Lento.

Assolti Francesco Patitucci e Umberto Di Puppo, difeso dall’avvocato Paolo Pisani.

Gli imputati tutti sono coinvolti nel procedimento “Sistema Rende”.

Secondo l’accusa, Principe, Bernaudo e Ruffolo si sarebbero accordati con esponenti della cosca Lanzino Ruà per il procacciamento di voti e per la gestione della propaganda elettorale.

In cambio avrebbero assunto Ettore Lanzino nella cooperativa sociale di Rende e avrebbero garantito condotte amministrative di favore.

Redazione TirrenoNews

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