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Ne approfitta per scrivere a Salvini sulla sua pagina Facebook. "Non hai un lavoro, non sai fare niente, certo stai in parlamento, ma con la vita che ti eri abituato a fare tempo sei mesi ti spari nemico mio".

E’ evidente che faccia politica.

Tanto più che gli contesta di aver plagiato la mente di 2 suoi nipoti mentre con i figli non ci è riuscito.

 

 

Infine con tira in ballo anche la figlia del leader leghista dicendo che "Avrà tempo per riprendersi, basta farla seguire da persone qualificate".

Ahimè questi sono i giornalisti pubblici.

In un’altra nazione democratica sarebbe stato licenziato. Ed invece niente.

Per fortuna che Salvini vuole querelare il giornalista

"Le parole su mia figlia gliele faccio rimangiare"

L'ex ministro vuole procedere per diffamazione nei confronti del caporedattore di RaiRadio1, autore nei giorni scorsi di un post al vetriolo sui social. "In qualsiasi azienda pubblica verrebbe licenziato"

Salvini querela il giornalista Rai Sanfilippo: "Le parole su mia figlia gliele faccio rimangiare"

Salvini ha annunciato l’intenzione di querelare Fabio Sanfilippo, il giornalista Rai autore nei giorni scorsi di un post al vetriolo contro l’ex ministro. "Non querelo mai nessuno -ha detto Salvini parlando a Domodossola - ma questo signore lo querelo.

Perché non solo ha scritto che dovrei suicidarmi, ma nelle ultime righe ha aggiunto che mia figlia di sei anni andrebbe rieducata, e questo glielo faccio rimangiare".

"In qualsiasi azienda pubblica se scrivi una cosa del genere vieni licenziato", ha poi aggiunto il leader della Lega.

"Siamo stati troppo buoni, quando torneremo al governo magari metteremo una o due reti pubbliche sul mercato". 

Ma cosa aveva scritto Sanfilippo sui social? In realtà - a dispetto di quanto si è letto su molti quotidiani - quello del giornalista non sembrava affatto un invito al suicidio.  "Ti sei impiccato da solo, e questo è evidente - scriveva Sanfilippo nel post - Io ne sono felice. Vabbè, si era capito. Ora perderai almeno il 20, 25 per cento dei consensi che ti accreditano i sondaggi, lo sai? E che fai? Non hai un lavoro, non sai fare niente, non hai un seggio da parlamentare europeo, hai perso il posto da ministro, certo stai in parlamento. Con la vita che ti eri abituato a fare tempo sei mesi e ti spari nemico mio".

"Penso che perderai pure la segreteria della Lega nord o cosa si chiama. Quello che non ti perdonerò - scriveva ancora il giornalista - è di aver plagiato la mente dei miei due nipoti, con i miei figli non ci sei riuscito, cazzo. Ma li recupero, fidati. Mi dispiace per tua figlia, ma avrà tempo di farsi seguire da persone qualificate". 

Più che un invito a compiere gesti estremi quella di Sanfilippo ha il sapore di un’iperbole, di un dileggio. Anche se non c'è dubbio che le parole usate siano fuori luogo. Se siano state diffamatorie o meno lo deciderà la magistratura. 

Coraggiosamente Sanfilippo ha poi spiegato all’Agi che "quel post lo riscriverei senza citare la figlia di Salvini e chiarendo meglio il riferimento al suicidio del leader della Lega". Il suo, assicura, non era "un invito a spararsi, ma la constatazione che si è ‘fatto fuori’ politicamente. Poi, certo, la macchina mediatica della Lega ha fatto in fretta a travisare le mie parole e a usarle a proprio uso e piacimento. È’ inutile che faccia finta di non capire. Resta il fatto che io non ho mai usato i microfoni della Rai per fare propaganda politica e che quella è la mia pagina personale, che non utilizza alcun logo dell’azienda. È un po’ come casa mia e io a casa mia scrivo e dico quello che mi pare".

Pubblicato in Italia

La soluzione è stata trovata dal PD

Come noto tutti i cittadini del Tirreno cosentino erano “entrati nel panico” per la mancanza di energia elettrica nell’ospedale di Paola.

Sospese le operazioni chirurgiche.

 

 

 

Trasferite al vicino ospedale Iannelli di Cetraro le emergenze.

Il nuovo gruppo elettrogeno inviato dalla Basilicata era giunto in ospedale in serata e quasi subito.

Tutto grazie al sindaco Perrotta come annunciato da Graziano Di Natale, presidente del Consiglio della città di Paola e consigliere provinciale di Cosenza in forza al Pd “Dalle prime ore di questa mattina il gruppo elettrogeno è funzionante all’ospedale di Paola, dove potranno riprendere regolarmente le attività chirurgiche. Grazie al sindaco di Paola, Roberto Perrotta, e a quanti si sono adoperati per risolvere celermente il problema».

E tutto grazie querela sporta dall'amministrazione comunale di Paola,guidata proprio da Perrotta, dopo aver avvisato la Protezione civile, la Prefettura e i Carabinieri.

Pubblicato in Paola

Nel tardo pomeriggio l’arcivescovo emerito di Cosenza mons. Nunnari in una nota trasmessa dal suo legale Enzo Paolini ha detto che intende querelare Le iene.

Sostiene che : “Non ho mai assecondato o discusso pratiche abortive”

Ha detto di essere a conoscenza della vicenda e rispondendo alla giornalista ha aggiunto: “e allora che avrebbe dovuto fare (il prete), dovevano sposarsi?”

Poi annuncia di aver “dato mandato di querelare per diffamazione e con ampia facoltà di prova, i responsabili de Le Iene e gli autori del servizio trasmesso nella puntata di ieri, su Italia 1, sulla vicenda raccontata da Francesca”. 

Il servizio, nel quale le inviate de Le Iene parlano anche con mons. Nunnari, contiene, secondo il legale dell’arcivescovo emerito “prospettazioni ed affermazioni che, per quanto riguarda mons. Nunnari, non sono vere e appaiono gravemente lesive della figura dell’arcivescovo emerito di Cosenza.

Nessun ruolo attivo ha svolto mons. Nunnari nella vicenda in oggetto.

Men che meno ha assecondato o discusso di pratiche abortive nelle circostanze oggetto del servizio.

Altri elementi del servizio diffamatorio – conclude la nota del legale – saranno portati da mons. Nunnari all’attenzione di diversi organismi competenti per le valutazioni e le determinazioni del caso”.

La povera Francesca, però, ha raccontato tutt’altrosostenendo di essersi recata da Nunnari, su invito di Don Giuseppe che voleva sbarazzarsene e ‘farla ragionare’, per chiedere conforto e che lui le avrebbe proposto due soluzioni: partorire e allontanarsi oppure abortire.

Ma non sarà difficile smentire una semplice parrocchiana che ha vissuto emarginata e nel silenzio di un dolore per anni o puntare il dito contro l’unico prete che l’ha difesa e ha detto le cose come stanno…

Pubblicato in Cosenza

I proprietari, affidandosi all’avvocato Sabatino, smentiscono ogni riconducibilità della struttura al boss Diego Mancuso e chiedono la rimozione del post del massmediologo.

Avrà sviluppi giudiziari la recente visita del mass-mediologo Klaus Davi alla struttura turistica di Santa Maria di Ricadi dove questi avrebbe incontrato il boss Diego Mancuso, per ottenere un’intervista.

I titolari della struttura hanno infatti proposto querela nei confronti di Klaus Davi per le ipotesi di diffamazione aggravata, in ordine al post pubblicato sul profilo facebook del noto giornalista, ripreso poi da diverse testate.

I denuncianti, rappresentati dall’avvocato Francesco Sabatino, hanno inteso contestare, a tutela della propria onorabilità, il contenuto del post – ritenuto palesemente diffamatorio dai querelanti - nel quale Klaus Davi afferma che la struttura, oggetto di presunte indagini allo stato mai comunicate agli interessati, sarebbe riconducibile alla famiglia Mancuso.

L’avvocato Francesco Sabatino ed i querelanti hanno chiesto anche la rimozione dei contenuti diffamatori su face book.

Pubblicato in Calabria

La questione aveva già raggiunto notorietà politica e giornalistica quando nel novembre 2011 la valle dell’Oliva era stata oggetto di visita da parte della Commissione ENVI del Parlamento Europeo guidata dall’ex onorevole mario Pirillo proprio per far luce sulla questione della Valle dell’Oliva e dei siti di Crotone.

In quella occasione Pirillo si sentì leso dalle dichiarazioni rese da Francesco Cirillo sul suo blog nell’articolo “Sono arrivati i commissari europei. Ma il vero rumore lo fanno gli ambientalisti.”contenente anche una vignetta sull’ex parlamentare europeo

Da qui la querela avanzata da Pirillo contro Francesco Cirillo difeso dall’avvocatessa Natalia Branda.

Ieri il Gip del tribunale di Paola, Pierpaolo Bortone, ha archiviato la querela.

Il Gip dà ragione a Cirillo e scrive: "Si ritiene che le affermazioni fatte dal Cirillo sul sito internet scirocco.blog.tiscali.it costituiscano espressione del diritto di critica politica, diritto esercitato da un giornalista ambientalista in relazione alla questione dell'illecito smaltimento dei rifiuti nel territorio calabrese; tale critica, viene espressa nell'ambito di contesa politica giudiziaria, caratterizzata da toni particolarmente accesi ed improntata ad un elevato grado di virulenza" .

Nella querela Pirillo sosteneva di aver subito una: "incontrollata aggressione verbale nei miei riguardi all'unico scopo di aggredire la mia persona”

Per il giudice non è ravvisabile tale elemento e da qui la archiviazione.

Tutto parte dalla delibera della Giunta regionale che ha sollevato Scarpelli dall’incarico di DG dell’Asp di Cosenza

Una giunta presieduta dalla vice presidente Antonella Stasi

Una delibera adottata con il voto favorevole degli assessori scopellitiani, il voto contrario di F.I., l’ astensione dell’UDC.

Nella stessa giunta la nomina di Alessandro Moretti, ex dirigente dell'ASl di Roma.

La viceda però è arrivata sul tavolo del procuratore di Catanzaro.

Scarpelli ha presentato una querela contestando il provvedimento di rimozione, ritenuto palesemente illegittimo perchè assunto da una giunta che non ha “rappresentanza legale dell’ente in quanto nello statuto regionale non è previsto che in caso di dimissioni ovvero sospensioni del presidente i poteri di rappresentanza vengano esercitati dal vice presidente”.

Inoltre, Scarpelli denuncia la presenza dell’ex governatore per ben 4 ore nella sede di palazzo Alemanni in cui avrebbe fatto una pre-riunione di giunta e che la sua rimozione non era nei punti all’ordine del giorno.

Ma nella querela si va oltre. Molto oltre.

Scarpelli afferma di avere ricevuto forti pressioni per impegnarsi nella campagna elettorale a favore di Scopelliti, ma di non averlo fatto per il ruolo tecnico che svolgeva.

Il provvedimento pertanto sarebbe un atto ritorsivo.

Non solo ma Scarpelli nella querela si chiede come mai il direttore generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza, Paolo Gangemi, sebbene già rinviato a giudizio non sia stato revocato.

Insomma, siamo agli inizi di una storia che potrebbe avere fortissime ed imprevedibili ripercussioni

E non basta la delibera sarebbe stata assunta “ in totale spregio alla normativa di settore che impone specifici ed ineludibili adempimenti procedimentali. Sarebbe cioè stata approvata senza alcuna preventiva contestazione ed in assenza di contraddittorio.”

Da qui la possibile ricadenza della fattispecie di reato d'abuso in atti ufficio nei confronti anche degli assessori che hanno votato la illegittima ed illecita delibera, non inserita all'ordine del giorno.

Pubblicato in Calabria

Tornano a far discutere le recensioni pubblicate dagli utenti sul sito Tripadvisor. L'ultimo "caso" arriva da Bologna, dove una cliente insoddisfatta per il vino di un ristorante è stata querelata per diffamazione.

Ed ecco cosa scrive http://www.dissapore.com

“A Bologna si mangia male. Avvertite i parenti, allertate gli amici, preparate i turisti. Ma se non volete beccarvi una querela evitate di scriverlo su Tripadvisor.

Qui non si ciurla nel manico (?), una vera querela se l’è beccata la forumista (per i poco avvezzi: commentatrice di un forum online) dopo aver poderosamente stroncato “Cantina Bentivoglio”, ristorante-enoteca-jazz club nel centro storico del capoluogo emiliano, con tanto di accompagnamento musicale, solido menù della tradizione, cantina da 400 etichette in prevalenza italiane.

Se state bramando la recensione incriminata più della schiscetta portata in ufficio è giusto che non vi faccia pazientare oltre. Risale a Giugno 2012, eccola:

“La Cantina Bentivoglio è rinomata, sia per la posizione che per l’intrattenimento musicale che offre in certe serate. In fondo, ci si va perchè è aperta fino a tarda ora e perché si sa di incontrare amici”.

E fin qui zzz… zzz, aspettate, adesso viene il bello:

“Ma quel che è troppo è troppo. Non è ammissibile che vengano applicati cospicui supplementi per l’intrattenimento musicale, anche se questo non è né desiderato né gradito. Non è ammissibile essere serviti dopo ore, e male, solo perché “il locale è molto famoso e la gente fa la fila per entrare”. E, SOPRATTUTTO, non è ammissibile presentarsi per tre volte di fila e ricevere VINO IMBEVIBILE. Non parlo di vino cattivo, no, parlo di vino AVARIATO, roba da creare problemi di salute. E questo non una sola volta, ma più volte di seguito. Questa sarebbe UNA CANTINA?”

Ammetterete che i toni non sono esattamente distesi.

“Darei volentieri 1 ma salvo l’atmosfera e, soprattutto, l’antica frequentazione. Ma se si va avanti così, alla prossima occasione darò meno di zero”

Nemmeno la citazione letteraria (chi l’ha colta?) ha salvato l’incauta cliente, se lei non è riuscita a mandar giù il vino, i titolari del locale non hanno digerito la recensione presentando querela ai carabinieri. Allertata la polizia postale si è cercato di scoprire la vera identità dietro di iskander 3666 (un nickname molto simile figura anche tra i commentatori di Dissapore).

Questa volta però non si trattava di una recensione falsa, iskander 3666 è “top reviewer” del sito, dove pubblica frequenti e in apparenza affidabili recensioni. Nel suo profilo su TripAdvisor c’è persino una foto! Non basta, come ripete il Corriere di Bologna riportando la notizia, si tratta di una rispettabile insegnante universitaria. A cui, evidentemente, l’invito a comparire in Procura non è andato giù.

Lancia in resta è partita per la sua crociata social. Sul suo profilo Facebook ha raccontato l’accaduto parlando apertamente di “pagliacciata” e ricevendo in cambio accorate manifestazioni di solidarietà.

Tirate in ballo nell’ordine: libertà l’espressione, diritto di critica, censura 3.0. Putin e la Pussy Riot spedita in Siberia sono una sciocchezza in confronto.

E ora iskander 3666 minaccia la controquerela per calunnia.

Mentre a me viene istintivo simpatizzare con la combattiva sventurata, ai giudici (e a voi lettori) spetta l’ardua sentenza.

Pubblicato in Mondo

La vicenda risale al 24 novembre 2011 quando la Commissione Envi guidata dall’europarlamentare amanteano Mario Pirillo giunse nella valle del fiume Oliva per prendere visione diretta dalla situazione.

Pirillo aveva emanato un comunicato stampa nel quale aveva ribadito che lo scopo della presenza della commissione era quello di di “rassicurare” e “tranquillizzare” la popolazione amanteana su quanto sotterrato nel fiume Oliva.

Il comunicato non era piaciuto agli ambientalisti che ne avevano stigmatizzato il contenuto come se si volesse nascondere quanto vi è stato sotterrato in quella valle.

Da qui la querela avanzata dall’europarlamentare contro Francesco Cirillo, il noto ambientalista calabrese, presente ad Amantea il 23 novembre e nella valle dell’Oliva il giorno dopo.

A distanza di 2 anni il PM ha chiesto l’archiviazione della querela, ma europarlamentare ha fatto opposizione.

Domani il processo.

Cirillo ha comunicato che domani il suo avvocato Natalia Branda appoggerà la richiesta di Pirillo rifiutando la archiviazione e chiedendo egli stesso di essere processato.

In tal modo sarà il Tribunale a valutare se Pirillo stesse sottovalutando il problema o se, al contrario, fossero altri a sopravvalutarlo

Tutto pur di avere una risposta certa.

Una risposta che si spera tranquillizzi la popolazione, ma comunque una risposta assolutamente necessaria.

E’ una storia da film. Se vivesse Totò potrebbe uscirne un film come il famoso “Totòtruffa 62” nel quale egli vende la Fontana di Trevi.

Ecco cosa è successo.

Un cinquantenne con una lunga carriere di imbrogli si rivolge ad un noto avvocato per esser difesa in un processo.

Lui principe del foro lo fa assolvere in tutti i gradi di giudizio

Alla fine il conto. 13000 euro. Ma il cliente non li ha. Eppure deve trovare un modo come pagare l’avvocato: non si sa mai.

Ed ecco come ha fatto.

Si rivolge ad una finanziaria con le generalità dell’avvocato tratte dalla laurea collocata nello studio legale  cambiando la professione in quella di operatore ecologico.

Ottiene il finanziamento e paga il legale.

I problemi quando alla finanziaria non vengono pagate le rate.

All’avvocato cominciano ad arrivare intimazioni di pagamento.

Da qui la querela contro ignoti presentata dall’avvocato, le indagini, la scoperta.

Truffato dal proprio cliente che aveva difeso.

Ora il truffaldino deve trovare un altro legale.

Pubblicato in Cosenza
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