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Confermata condanna ex preside di Cropani .

Mercoledì, 11 Marzo 2015 17:00 Pubblicato in Calabria

Riceviamo e pubblichiamo la seguente nota stampa emessa da Giuseppe Candido, Geologo, giornalista pubblicista, docente presso MIUR di scienze matematiche nella scuola secondaria di I grado, sindacalista della Gilda insegnanti e compagno della parte civile, che ha seguito la vicenda dall'inizio.
“Concussione finalizzata all'ottenimento (mai conseguito) di favori sessuali.

É  questa l'accusa confermata - martedì 10 marzo dalla Corte d'appello di Catanzaro (Marchianò presidente, Saul è Bravin a latere) - all'ex dirigente scolastico dell'Istituto comprensivo di Cropani, Pietro Catanzaro, già condannato in I grado,  nel 2011, a due anni di reclusione, al pagamento dei danni morali (15mila €) e all'interdizione dai pubblici uffici per un tempo equivalente."

Prosegue la nota "Dopo nemmeno quattro ore di discussione in cui sono intervenuti sia gli avvocati dell'imputato (avv.ti Funaro e Casalinuovo) sia quello della parte civile (avv. Raffaelli),  i giudici dell'appello hanno confermato la <<credibilità intrinseca ed estrinseca>> della parte civile denunciante così come già rilevata nelle motivazioni della condanna di primo grado, confermando i due anni e condannando in appello l'ex preside anche al pagamento di ulteriori 1.400 € alla parte civile oltre le spese processuali del grado.

Molestie maltrattamenti sul posto di lavoro che - per i giudici - sono stati utilizzati dall'ex preside durante l'espletamento delle sue funzioni e mediante la sua posizione di superiorità gerarchica, - per tentare di costringere l'insegnante a fornirgli favori sessuali, tra l'altro mai ottenuti, ma che - proprio per la posizione dirigenziale- stanno alla base della più grave accusa e condanna per concussione.
Come si legge dalle motivazioni di I grado, l'insegnante era arrivata a un punto di tale da chiedere il proprio trasferimento in un altro istituto scolastico, benché più distante dalla sua residenza, e questo pur di non dover stare più a "contatto" con quel "datore di lavoro" trasformatosi nel suo "molestatore".
L'ex preside venne rinviato a giudizio il 30 aprile del 2010 dopo oltre due anni di indagini condotte dal pubblico ministero Simona Rossi che aveva inizialmente chiesto tre anni di reclusione.
Stando alle ricostruzioni dell'accusa, il rapporto tra insegnante e dirigente scolastico, si era trasformato in un "braccio di ferro", in cui la donna si sentiva costretta ad accondiscendere alle richieste del suo superiore e a convivere con provvedimenti lesivi della sua dignità di insegnante e di persona e che nascevano proprio dai suoi continui rifiuti alle avances.
Il difensore dell'insegnante, avv Natalina Raffaelli, nella sua arringa ha ricostruito le "pressanti costrizioni sul piano psicologico che di fatto si concretizzano in un altro è tanto pesante e pressante mobbing" le quali indussero l'insegnante a chiedere trasferimento in un'altra scuola."

Giuseppe Candido
Geologo, giornalista pubblicista, docente presso MIUR di scienze matematiche nella scuola secondaria di I grado

Due le voci in difesa degli alberi del cortile dell’Istituto Comprensivo Scolastico in Via Corrado Alvaro in Belmonte Calabro.

Una del consigliere di opposizione Giancarlo Pellegrino l’altra di Rosario Cupelli del M5S. Ecco cosa hanno detto:

Scrive Giancarlo Pellegrino:

Al Sig. Sindaco Comune di Belmonte Calabro

e.p.c.   Dirigente Istituto Scolastico Comprensivo                                                                                                                                                        

Responsabile U.T.C.

Comando Stazione Carabinieri

Comando VV.UU.

“Oggetto:Interrogazione a risposta scritta ex art 20 del Regolamento Comunale

Il sottoscritto Dott. Giancarlo Pellegrino, Consigliere di Minoranza e Capogruppo   Gruppo Consiliare “Uniti Per Cambiare

Premesso che:

E’ stato perpetrato il taglio indiscriminato e senza giustificato motivo di alberi presso il cortile dell’Istituto Comprensivo Scolastico in Via Corrado Alvaro in Belmonte Calabro.

Con la presente si chiede:

Se l’azione del taglio ingiustificato è stata posta in essere da dipendenti comunali a seguito di ordini comunicati verbalmente o per effetto di più opportuni ordini di servizio scritti; ed in tal caso di riceverne copia conforme ;

Se esistono autorizzazioni di competenza come legge prevede;

Se in difetto dei precedenti punti a-b, rappresentando l’azione un deprecabile, arbitrario, ingiustificato ed ingiustificabile esercizio di autoritarismo ed arroganza, volto probabilmente a favorire un privilegio individuale, quali provvedimenti amministrativi e disciplinari intende Ella adottare nei confronti sia di Chi ha impartito l’ordine esecutivo e sia dei tagli indiscriminati ed ingiustificato degli alberi, e quali provvedimenti intende adottare al fine di ripristinare una condizione di legalità, a suprema tutela e garanzia dei diritti collettivi;

Relazione dettagliata sulla necessità e urgenza del taglio alberi ;

Ogni altra motivazione relativamente alla pubblica utilità del taglio alberi.

In attesa di cortese sollecita urgente risposta, si porgono distinti saluti.

Alle Autorità che leggono per conoscenza ogni opportuna competenza.

Belmonte Calabro li 10/03/2015 Dott. Giancarlo Pellegrino

Invece Cupelli scrive:  

C’erano una volta 4 bellissimi ed enormi pini nel cortile di una scuola elementare a Belmonte Calabro. C’erano prima che domenica scorsa, “i notte a notte” si potrebbe dire, il Comune li facesse tagliare dai suoi operai. C’era una volta anche il rispetto per la natura, magari anche per i bambini che in quella scuola potevano giocare intorno a quegli alberi. C’era una volta un Comune capace di insegnare il rispetto per il verde e non compiere azioni per tutelare qualche interesse personale. In fondo che male facevano quegli alberi, potevano sporcare intorno con le loro foglie secche, ma tutto il bene da loro prodotto negli anni, come si può improvvisamente  dimenticare? Strani gli uomini, dimenticano facilmente per interesse anche chi consente  loro la vita. Rosario Cupelli

Una prima crepa si è formata nel fronte del silenzio sulle indagini sul comune di Amantea. Almeno su quello della minoranza, come tutti si aspettavano.

E come al solito è Francesca Menichino del M5S che si è distratta un attimo dal fronte dell'ambiente per parlare di legalità.

Ed è anche lei( gli altri sono distratti o preoccupati)che preannuncia una interrogazione.

Nessuno ancora (e forse mai) che solleciti una riflessione sulla opportunità di dimissioni. Anzi la gran parte della pseudo minoranza-opposizione distrae scientificamente il popolo dai veri problemi del paese dandogli in pasto "fregnacce" di minimali( se non personali) interessi

Ma ecco il testo:

"E’ un silenzio assordante quello che accoglie le notizie provenienti dagli ambienti giudiziari che stanno indagando sul Comune di Amantea. Silenziosa è la cittadinanza che non prova meraviglia, quasi ci sia un’abitudine al fatto che gli amministratori siano oggetto di indagini e che l’azione amministrativa sia attraversata da irregolarità e illegittimità. Ma silente è soprattutto il primo cittadino che non sente l’esigenza e non avverte il dovere di comunicare con la cittadinanza e, anche senza scender nel dettaglio, offrire chiarezza e trasparenza. Tutto rimane nel silenzio, quasi nell’omertà, come se nulla stesse accadendo, e come se tutto andasse bene.

Sono molto impegnati i nostri amministratori in questi giorni a organizzare la partecipazione alla trasmissione televisiva “Mezzogiorno in Famiglia”, dove presenteranno l’immagine di un paese sereno, prospero e spensierato. Mentre milioni di telespettatori crederanno alla favola finta, noi cittadini continueremo a vivere in un paese dove nulla funziona, dove non ci sono servizi, dove non c’è welfare, dove manca qualsiasi programmazione.

E dove ogni volta che ci sono le elezioni non i più capaci o i più onesti ma i più “furbi”, con false promesse e calcolatrice alla mano vincono le elezioni per andare a rappresentare interessi di pochi.

Gli articoli di stampa di questi ultimi giorni parlano chiaramente di “rapporti tra amministratori ed esponenti della malavita locale”.

Di fronte a questi sospetti noi non stiamo in silenzio, ma ci facciamo precise domande, che vanno a riguardare la legittimità delle ultime elezioni, la legittimità dell’attività amministrativa di questo comune, il perché della sospensione della procedura di stabilizzazione dei vigili che pare sia attenzionata dalla magistratura, ed infine il significato dei proiettili inviati a diversi componenti dell’amministrazione Sabatino.
Con queste riflessioni invitiamo tutti i cittadini a pensare, e ci apprestiamo a formalizzare delle domande attraverso un'interpellanza cui il sindaco dovrà rispondere.

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