Scrive Gigi El Tarik
“Ieri notte, uno strano sogno si è impossessato della mia dormiente persona.
Mi trovavo all’interno di un palazzo arabeggiante. In una stanza piena di luce e tappezzata da veli multicolori.
All’improvviso una voce femminile alle mie spalle si presentava come Clelia dicendomi che era una patrizia romana data in ostaggio al re etrusco Porsenna insieme ad altre sue compagne.
Subito dopo questo breve ma intenso incontro, Clelia riusciva a fuggire dal palazzo.
All’alba ricordai la storia di Clelia. Roma aveva appena trattato la pace con Porsenna, re di Chiusi che pretese come ostaggi nove fanciulle romane.
Fra queste vi era Clelia, giovane donna dallo spirito indomabile.
Riuscì a convincere le altre ragazze a non accettare la sottomissione al dominio etrusco e a fuggire.
Durante la notte scappò dal campo etrusco.
Incoraggiate da Clelia le ragazze si gettarono nelle acque gelide del Tevere e lo attraversarono.
Una sentinella le scorse, arrivò un ufficiale, che presa una tromba lanciò l'allarme.
La sponda romana si riempì di soldati pronti ad accogliere il nemico con le spade, quando tutti rimasero stupiti nel vedere emergere dalle acque del Tevere le fanciulle.
Il re etrusco ne chiese la restituzione ai Romani e l'ottenne, ma poi, ammirato dell'eroismo della fanciulla, l'onorò e la rimandò a Roma.
Per le sue gesta vennero tributati a Clelia molti onori e nel Foro venne innalzata una statua equestre dell'eroina.
Sotto la pioggia silenziosa e il ruggito dell’Ulisse ho provato a dare un senso al sogno, senza riuscirci!
Beaumont sur Mer 11/9/17 Gigino A Pellegrini & G el Tarik”