Amantea. Giorni di attesa, uno dopo l’altro con il patema d’animo di perdere tutto il lavoro fatto, serate e serate di impegno durato fino a notte, per creare con il filo di ferro e la rete metallica i corpi delle figure che diventeranno le maschere
E poi il lavoro di plasmare questi corpi che con carta di vario colore e tanta colla assumono le forme che daranno vita ai personaggi e sorrisi alle migliaia di persone che verranno a vederle.
È qui che hanno preso vita i tanti personaggi che saranno esibiti nelle giornate carnevalizie ed in essi i tanti elementi che faranno scattare sorrisi e tra essi le grandi orecchie di Berlusconi, i ricci di Grillo, il naso lungo di Pinocchio.
Ed invece non è così. Il capannone è stato aperto ed il suo uso assentito.
L’ impianto elettrico è stato rifatto,comprese le luci di emergenza e gli estintori a polvere
Le grandi porte aperte e nessun ragazzo che fumasse
Sono lì ancora fortemente impegnati a provare gli impianti tecnici che fanno muovere i componenti dei carri, a rifare le maschere bruciate , a riparare quelle danneggiate, a cominciare le altre figure dei loro grandi carri.
Stasera erano solo due dei 4 gruppi , ma erano ancora le venti.
Sono loro stessi che ci hanno chiesto di fotografarli
Ci sono ragazzini curiosi che saranno i carristi di domani, ci sono genitori, ci sono anche ragazzi con la barba.
Non abbiamo visto gli sbarbati di cui ha parlato certa stampa
Anzi abbiamo visto i tanti Mario, Riziero, Francesco, Peppe, Antonio, sorridere comunque, magari con un po’ di tristezza, ma consapevoli che il carnevale sono loro, il loro impegno, il loro sacrificio, il loro piacere di stare insieme, il loro essere amici, il loro vivere una esperienza che domani li accompagnerà durante la loro lunga vita quando potranno ricordare ai propri figli questa esperienza unica che non è un lavoro ma una prova di solidarismo e di amore per la loro città.