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bilancio
Il Comune di Amantea approva il bilancio Comunale del 2016 con quasi sei anni di ritardo.

 

Il Comune di Amantea ha approvato il bilancio comunale al conto consuntivo del 2016, nodo cruciale legato soprattutto alle dimissioni della precedente Giunta Pizzino, che aveva visto nella sua approvazione uno scoglio insormontabile.

 

La Commissione Straordinaria ha deliberato a metà dello scorso anno una serie di determine e provvedimenti propedeutici all' approvazione del bilancio consuntivo del 2016, ma all’improvviso qualcosa allora si blocco, e l’approvazione del bilancio prevista prima della scorsa estate sfumo.

A latere voci di corridoio ci informarono di alcuni funzionari paralizzati davanti ad alcune approvazioni e visti tecnici.

 

Finalmente ieri abbiamo avuto notizia certa che gli Uffici Finanziari e la Commissione Straordinaria hanno approvato la stesura del bilancio del Comune di Amantea per l’anno 2016, anche se sul sito del Comune non vi è traccia, con un disavanzo di oltre 26milioni di euro e non di 45 milioni di euro, come più volte indicato parzialmente dall’Organo Straordinario di Liquidazione del Comune di Amantea negli scorsi anni.

 

Alla fine o 26 o 45 milioni di euro di disavanzo il risultato finale non è cosi diverso, avere il tuo Comune in disavanzo significa avere nel bilancio comunale un grosso buco.

Esiste quindi nel Comune di Amantea per l’anno 2016 un deficit in quanto 26 milioni di crediti non riscossi hanno finanziato debiti già scaduti.

 

In altre parole, per tenere i bilanci in equilibrio abbiamo indicato in entrata somme (crediti) di dubbia esigibilità con i quali abbiamo finanziato spese certe (debiti).

Un malvezzo ad onor del vero di vecchia data a cui la Commissione Straordinaria dice che stia cercando di mettere fine.

Una mala gestio, sarebbe più corretto dire, purtroppo molto diffusa nei comuni italiani nella quale Amantea ha eccelso.

 

Sono inoltre stati cancellati dal bilancio 2015 pare circa 8 milioni di euro di residui attivi che non entrano nel computo dei 26 da ripianare in trent’anni.

Quello che è stato definito l’ultima possibilità per il Comune di mettere ordine nei conti pubblici, dopo anni di gestione allegra, spensierata e ad oggi impunita, è in realtà l’ultima occasione perduta dal nostro Comune. 

 

Perché lo spirito della legge italiana sollecita tutti i Comuni a cancellare quello che dovevano cancellare non quello che potevano.

Questo significa che negli anni scorsi sono stati dichiarati esigibili crediti che tali non sono, è quasi certo, quindi, che il piano di riparto trentennale approvato dal Comune di Amantea, sin da subito, poggia su fondamenta fragilissime che potranno rivelare preso nuove ed importanti crepe.

 

Non ci saranno emissioni di nuove tasse perché quelle che ci sono sono già al massimo, semmai potranno essere finalmente messi al ruolo tutti i “furbetti” in città sconosciuti al fisco cittadino.

Il punto inoltre è che ad Amantea siamo riusciti, negli anni pregressi a realizzare un doppio fallimento:

  1. 1.aumentare la spesa corrente senza migliorare la qualità dei servizi;
  2. 2.determinare una disavanzo senza innalzare la qualità della vita.

Il tutto per una ragione semplice: abbiamo utilizzato molte risorse non per investirli nella città ma per aumentare il consenso.

Ed oggi ne paghiamo il prezzo.

 

Perché sono già tantissimi i segnali di inadeguatezza, abbandono, trascuratezza che attentano a pulizia decoro e buona programmazione.

La nostra città, in terza parte, e noi, in prima, abbiamo sulla spalle un fardello pesante e purtroppo la situazione è destinata a non migliorare, anzi. 

Ma quello che di buono o no si può fare per assicurare servizi e benessere passa tutto da lì. 

 

Il disavanzo tecnico è come un’anticipazione del tempo che verrà, una previsione metereologica a lunga scadenza.

Oggi quella del Comune di Amantea ci annuncia solo cattive notizie, di nubi persistenti e temporali imminenti.

 

 

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Crollo-amantea-19 gennaio 2021, enormi massi si sono staccati dalla parete rocciosa che limita il centro storico della nostra cittadina. I massi caduti hanno ostruito l’unica via principale determinando anche lo sgombero in via precauzionale di una cinquantina di abitanti che abitano a valle. Un grande boato ha fatto sobbalzare i cittadini di questa storica e importante cittadina. Le case sono state sfiorate e non hanno subito danni. E non ci sono stati morti e feriti. A distanza di un mese altri crolli si sono verificati sfiorando, pure stavolta, le case circostanti. Anche questa volta, meno male, non ci sono stati danni alle case e alle persone. La strada, però, è ancora impraticabile e restano le transenne perché i massi non sono stati ancora rimossi. Anche questa volta per via precauzionale una famiglia è stata fatta evacuare. Ha trascorso la notte in una struttura messa a disposizione dal Comune. Potrà ritornare nella propria abitazione al più presto. I cittadini protestano e chiedono incavolati interventi urgenti da parte delle istituzioni. E’ trascorso un mese dal primo crollo e i massi e i detriti sono sempre lì. Quando saranno rimossi? Quante pastoie burocratiche bisogna superare? Rimarranno in mezzo alla strada per sempre per farle vedere ai nostri nipoti negli anni che verranno? E il costone roccioso sarà messo in sicurezza? Bisogna fare presto. I politici si son fatti vedere e sentire, hanno fatto finanche interrogazioni regionali, ma cosa hanno fatto di concreto? Nulla. Fatti, fatti chiedono a gran voce i cittadini specialmente quelli che vivono nel rione Catocastro e alla Chiazza. Con le parole non si risolve nulla e nuovi massi continuano a crollare dal costone roccioso.

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Regione Carabinieri Calabria - sequestro rifiuti s.benedetto CSCOSENZA 13 FEBBRAIO 2021 - Un uomo di San Benedetto Ullano è stato denunciato alla Procura della Repubblica di Cosenza per combustione illecita di rifiuti e per aver provocato con le emissioni dei fumi derivanti dai roghi, molestie olfattive alla popolazione residente. Nei giorni scorsi militari della Stazione Carabinieri Forestale di Montalto Uffugo, allertati da alcuni cittadini residenti, si sono diretti verso un’ex azienda di produzione di divani e poltrone in località “Piano dei Rossi” di San Benedetto Ullano, dove il soggetto, oltre ad esercitare abusivamente la professione di tappezziere, veniva colto a bruciare un cumulo di scarti di lavorazione quali fibre grezze, materiale legnoso intriso di vernice, solventi, metalli ed altri residui di lavorazione.

Spente le fiamme, i militari, attraverso le tracce evidenti rimaste impresse sul terreno, hanno potuto constatare la presenza di diversi roghi ad attestare come la combustione dei rifiuti era ormai prassi consolidata. Nell’ambito dello stesso servizio, hanno inoltre potuto accertare, sia all’interno dei locali, sia ben occultati nel cassone telonato di un autocarro dell’impresa, il deposito incontrollato di svariate tonnellate di rifiuti dello stesso genere, che l’uomo da tempo continuava a produrre nel mentre svolgeva l’attività abusivamente, nonostante l’azienda risultasse inattiva dal 2008.

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