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Arrivano i soliti della lista “Insieme per la città” . Peppe Marchese, Fabio Garritano, candidati, Concetta Veltri e Miriam Bruno, consiglieri comunali, i quali intendono fare un flah mob per contestare le carenze e mancanze di servizi territoriali del Poliambulatorio e contestare soprattutto la gestione, a cominciare da Scarpelli inteso quale simbolo della approssimazione e della insufficienza e richiamarne le responsabilità. TUTTE!

 

Tirano fuori i cartelli e la gente si incuriosisce e chiede che cosa stiano facendo.

Facile la risposta dei quattro politici amanteani :

“Abbiamo chiesto agli utenti se sono soddisfatti dei servizi sanitari loro resi e ci hanno detto un intenso ed irreversibile NO!

Ed è per questo che siamo qui. Vogliamo contestare, in primis, i dirigenti dell’ASP. Quelli che sottraggono unità dal laboratorio di analisi cliniche , una delle cose che funziona ad Amantea e che serve anche utenti della vicina provincia di Catanzaro. Quelli che hanno un mammografo pronto da utilizzare donato da una associazione di donne di Lamezia Terme ma che costringono le donne del nostro distretto ad andare a Cetraro distante 75 km, con il risultato che le più povere e disperate non riescono ad andarci. Quelli che costringono i nostri utenti ad andare ad effettuare visite specialistiche anche urgenti dai privati od intramoenia ( a pagamento) dagli stessi medici pubblici.”

“Io, io “. Grida un paziente “ Devo fare una visita oculistica urgente ma non mi hanno voluto fare la prenotazione. Mi hanno detto che prima occorre smaltire la attuale lista che è lunghissima Ci vorrà forse aprile 2015 per ricominciare con le prenotazioni. E nel frattempo come farò? Io devo avere i medicinali per il diabete e devo fare tutta una serie di accertamenti . Come devo fare ? Non ho i soldi per andare a fare tutti gli accertamenti dagli specialisti privati. Tra l’altro nemmeno posso guidare”.

“Io, io” . Grida un altro e racconta la sua storia. Simile alla prima. E poi un altro ancora. Sono diversi ed ognuno racconta la sua vicissitudine.

“Io perdevo sangue e per fare una colonscopia sono dovuta andare a Bari. Meno male che sono andata subito. Mi hanno riscontrato un tumore del quale sono stata anche operata. Se fosse stata per la Calabria forse sarei morta! “

E poi un altro” Io ritengo che esista una assurda diversità di trattamento. Sei curato a seconda del posto dove si abita e questo è inaccettabile. Ma quali diritti costituzionali. Qui siamo all’anno zero della sanità. Occorrerebbe denunciare queste palesi omissioni in atti d’ufficio , queste disparità. Ci vuole fortuna anche per curarsi! E’ vergognoso!”

Ed i quattro ribadiscono il loro impegno e distribuiscono alcuni dei cartelli ai pazienti.

Alcuni sono amanteani come Giovanni Sicoli e Riccardo Clemente

Altri vengono da diversi comuni.

“Vogliamo sottolineare la necessità di cambiare e la gente deve reagire. Impossibile che non si possa fare accertamenti specialistici in un Poliambulatorio che era un fiore all’occhiello e che è diventato lo zimbello della salute in Calabria. E noi continueremo a lottare, ogni giorno e sempre più intensamente” Dicono Marchese, Garritano, Veltri e Bruno ricordando in uno dei loro cartelli che “ La salute è una soltanto”..

flashmob

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cgil-bandiere1La Cgil di Amantea organizza un pullman per la manifestazione nazionale che si terrà a Roma sabato 25 ottobre 2014.

 

Per le prenotazioni rivolgersi agli uffici della struttura:

allo 0982/427954

oppure

allo 346/2498443.

 

Lavoro, dignità, uguaglianza per cambiare l'Italia

Siamo pronti alla volta di Roma rispondono molte famiglie. Sara certamente un pullman pieno e forse due di pensionati che partiranno nella serata del 24 ottobre verso la capitale per unirsi alla manifestazione nazionale della Cgil che si terrà (25 ottobre) in piazza San Giovanni, con il discorso finale di Susanna Camusso. E mentre la manifestazione nazionale si avvicina, a poco più di una settimana in Amantea è scattata la fase preparativa e informativa. “Sono stati stampati  avvisi che verranno distribuiti nei punti più sensibili e nevralgici del Territorio – spiega Massimiliano IANNI segretario della Camera del Lavoro –.

 

Partecipa e fai partecipare perché cambiare l'Italia si può e si deve fare!

Cortei alle 9.30 da Piazza Repubblica e Ostiense

Roma 25 ottobre 2014 - Manifestazione Nazionale - Piazza San Giovanni, Roma

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Sono curioso di sapere se il PSA (Piano Strutturale Associato) parli della faglia tettonica che “taglia” il territorio di Amantea.
Ahimè, per saperlo ci vorrà tempo, però!

 

Lo strano, infatti, è che tutti gli altri comuni hanno approvato il PSA meno la città di Amantea.

Strani questi comuni!

Ce ne sono alcuni straordinari come CETRARO che ha approvato un PSC( Piano strutturale comunale) a CONSUMO DI TERRITORIO ZERO!

Ed è per riferimento a Cetraro che siamo curiosi di sapere se Amantea ha fatto la stessa scelta o se come in passato continua nella linea di bruciare le poche aree residue, permettendo abnormi arricchimenti ai soliti “imprenditori” e perfino facendo finta che esistano le previste urbanizzazioni e poi demandare i relativi oneri alle casse pubbliche e senza che nessuno( insisto, nessuno) si ponga dubbi sulla legittimità di tali comportamenti.

Del nostro PSA non si sa nulla.

Ma torniamo alla faglia tettonica.

Abbiamo già scritto del masso che si è staccato sotto la Chiesa di San Francesco d’Assisi, ennesima dimostrazione della fragilità del nostro territorio.

Della faglia di Amantea l’Ispra ne parla nel suo ITHACA, cioè nel Catalogo delle faglie capaci.

Le faglie capaci sono quelle che potenzialmente possono creare deformazione in superficie e, quindi, generare rischi naturali.

Ithaca infatti riporta il 4 Sistema CS4 (faglia Fuscaldo -Falerna) che attraversa la nostra città, un sistema addirittura di cui si nega ordinariamente l’esistenza ed i rischi.

Il segno più evidente di questa faglia è l’antico collasso di roccia in località Coreca-Oliva

Ma torniamo alla nostra faglia.

Tutto nasce dalla osservazione della grande fessura che si osserva sulla rocca del castello quella che si osserva nella prima foto. Avvertiamo che si tratta di una vecchia foto dalla quale si nota il muro apertosi a seguito della apertura della faglia, prima che la parte ad est crollasse.

Mi sono spesso chiesto che dimensioni avesse e fin dove fosse rilevabile.

E così appena possibile, come faccio di solito, mi sono accompagnato ad alcuni giovani amici e siamo andati direttamente ad osservarla sulla rocca del castello.

I miei compagni di ventura questa volta sono stati l’architetto Giuseppe Vairo e l’amico e storico Giuseppe Sconzatesta .

E’ mancato il geologo che comunque ci aveva assicurato la sua presenza.

Giunti, con difficoltà sul posto, abbiamo rilevato la presenza di antiche mura di difesa delle quali mancava proprio il tratto corrispondente alla fessura tettonica. muro che, evidentemente, in passato è crollato nella zona sottostante.

Questa prima osservazione ha importato la considerazione che il muro sia crollato negli ultimi 5-600 anni!

Successivamente l’architetto Vairo ha proceduto ( non senza difficoltà) a misurare la larghezza della fessura: “Circa 60 centimetri”.

Per quanto illuminato il vano non sì è riusciti a misurare la profondità della fessura.

Abbiamo potuto notare soltanto che al suo interno sono nate alcune piante ed alcuni cespugli.

Peraltro la fessura si è riempita di terreno vegetale.

In corrispondenza della fessura infatti il terreno è più basso di quello ad est.

Successivamente abbiano tentato con mezzi “approssimativi” di verificare la estensione della fessura nel senso longitudinale da sud verso nord .

All’uopo abbiamo infisso nel terreno a nord della fessura una bacchetta ferrosa di circa 2 metri calcolando l’orientamento della fessura e la sua lunghezza.

Il manto terroso sulla rocca del castello, in particolare nella zona aggettante sul centro storico è di poche decine di centimetri.

La bacchetta ferrosa nella parte nella quale continuava la faglia è penetrata profondamente nel terreno fino ad una profondità di circa 1,50 metri e comunque a profondità ben maggiore di quella del terreno vegetale esistente

L’ultima bacchetta è stata infilata ad una notevole distanza dalle mura medievali di cui abbiamo fatto cenno.

Siamo certi che con idonee apparecchiature tecnologiche ( ultrasuoni, per esempio) sia possibile una perfetta identificazione della faglia.

Noi , comunque, ve ne parliamo e segnaliamo il problema

Ad altri, quali l’amministrazione comunale, la Protezione civile, l’Unical, l’Ufficio del genio Civile, l’assessorato regionale all’urbanistica, l’onere di approfondire la conoscenza del fenomeno e di monitorarlo.

La faglia era ed è un problema che abbiamo segnalato a tanti ( compresi geologi di fama) ma che è stato sempre sottovalutato da tutti.

Forse qualcuno ha sorriso, e potrebbe farlo anche adesso.

Gli approssimativi e gli stupidi potranno continuare a sorridere ma noi non ce ne curiamo

E comunque visti questi comportamenti speriamo bene….!

 

fagliavairomedio

 

fagliamisuramini

 

fagliacappellomedio

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