Conoscere la differenza tra inbound marketing e outbound marketing aiuta a orientarsi in un mondo in costante evoluzione e, soprattutto, a capire quale delle due strategie è meglio adottare per la propria impresa. Quando si parla di outbound marketing si fa riferimento a un marketing - per così dire - old style, che si compone, tra l'altro, della pubblicità sui giornali e sulle riviste, degli slot acquistati in radio delle direct mail e del telemarketing. Ma non è tutto: anche gli spot in tv e i cartelloni pubblicitari rientrano in questo meccanismo.
Quando e a che cosa può servire l'outbound marketing
Benché si tratti di un marketing in vecchio stile, l'outbound marketing non merita di essere considerato obsoleto o poco efficiente: è bene, però, valutare con attenzione il tipo di attività che si è interessati a pubblicizzare. Per esempio, c'è chi si lascia allettare dalle potenzialità degli spot in televisione, soprattutto per la loro capacità di raggiungere un gran numero di persone: è vero, ma è altrettanto vero che le pubblicità che passano sul piccolo schermo sono molto veloci, e possono essere colte solo per una manciata di secondi. Ecco perché è bene capire se il messaggio che si intende promuovere può essere apprezzato e compreso nel giro di così breve tempo. Oltre a ciò, non si può trascurare la componente economica: gli spot in tv costano, e non poco. Maggiore è l'audience che si intende raggiungere, più il prezzo sale. Senza arrivare agli estremi di una prima serata su un canale generalista, dove per uno spot si possono spendere anche decine di migliaia di euro ma avendo la certezza che lo stesso venga visualizzato da milioni di persone, non è detto che le piccole e medie imprese abbiano le risorse per arrivare in tv, o addirittura ai cartelloni pubblicitari.
Pop-up e direct mail
Più frequenti sono gli annunci che possono essere ritenuti "digital media friendly": il classico caso è quello dei pop-up proposti sui siti Internet. I pezzi di direct mail, d'altro canto, vanno presi con le pinze, così come le pubblicazioni su riviste di annunci: gli esperti considerano queste soluzioni poco efficaci, soprattutto perché spesso non vengono nemmeno lette e finiscono nel cestino senza essere prese in considerazione.
Quando e a cosa può servire l'inbound marketing
L'inbound marketing, d'altro canto, include gli articoli pubblicati su riviste online, il ricorso al link building, l'utilizzo dei social media, i blog, l'e-mail marketing e la pubblicazione di video e di podcast. In pratica, si provvede alla realizzazione di contenuti digitali che sono destinati alla comunità e che hanno lo scopo di promuovere la conversazione. Le campagne di marketing virali sono una dimostrazione evidente delle strategie di marketing in entrata: possono essere sfruttate anche dalle aziende di piccole dimensioni che non vogliono affidarsi a società esterne per la promozione ma intendono occuparsene in autonomia. I costi sono, in genere, piuttosto contenuti: si può decidere di fare affidamento sull'inbound marketing anche per mettere alla prova un prodotto nuovo o per testare un servizio da poco lanciato sul mercato.