Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa
“L’attenzione dei diportisti e dei fruitori del mare verso l’ecosistema marino e costiero è in costante crescita. Risale, infatti, a ieri mattina, la segnalazione tramite il numero blu “Emergenza in Mare” alla Sala Operativa della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina da parte di alcuni cittadini, che nel vedere nelle acque antistanti il litorale della località Coreca del Comune di Amantea un motopeschereccio vicino alla costa, che, a parere dei segnalanti, stava utilizzando una rete non regolamentare in piena Zona di Tutela Biologica.
Immediata la risposta del Servizio Operativo della Capitaneria di Porto di Vibo, che disponeva l’intervento in zona di una pattuglia della locale Delegazione di Spiaggia di Amantea, già in vigilanza sul territorio di giurisdizione, la quale giunta sulla spiaggia di Coreca, accertava la presenza di una motobarca e di una rete sospetta.
Al fine di poter, quindi, completare l’attività di accertamento, la Capitaneria di Porto di Vibo, impiegava il battello pneumatico GC 353, di stanza nel Porto di Amantea, che dopo pochi minuti raggiungeva la Motobarca segnalata il cui equipaggio, resosi conto della presenza sulla spiaggia della Pattuglia, stava recuperando in tutta fretta la rete risultata poi essere la cosidetta “bardasciuni o suriciara”, non regolamentare.
I militari, dopo aver effettuato il controllo dei documenti della barca da pesca iscritta presso l’Ufficio Locale Marittimo di Paola, hanno provveduto a scortarla fino al porto di Amantea, ove gli uomini al Comando del Maresciallo DE CARIA, provvedevano al sequestro dell’attrezzo da pesca utilizzato, composto da una rete di tipo derivante con maglie di 35mm, non consentita e ad elevare a carico del Conduttore della Motobarca da pesca due sanzioni amministrative di cui una di €.4.000,00, per utilizzo di attrezzo non consentito e una di €.308,00 per imbarco di una persona non segnata a Ruolino Equipaggio.
Un’operazione ben condotta e con ottimi risultati in termini di tutela dell’ecosistema marino nell’ambito delle attività di repressione della pesca esercitata da pescatori professionali con attrezzi non consentiti – si legge nella nota stampa della Capitaneria di Porto di Vibo. L’attenzione della Guardia Costiera sarà sempre al massimo livello in tutto il Compartimento Marittimo, il cui Comando è stato da lunedì scorso assunto dal Capitano di Fregata (CP) Antonio LO GIUDICE, con particolare attenzione alla Zona di Tutela Biologica che si estende dalla foce del fiume Oliva al confine tra i Comuni di Belmonte e Longobardi.
Tale zona è regolamentata dall’Ordinanza n.11/2009 del 22.04.2009 della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia Marina, che ha disciplinato quanto contenuto nel D.M. 22.1.2009 del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali. In particolare nella predetta zona che si estende per circa 7 miglia dalla linea di costa, è vietata la pesca del novellame, lo strascico e per la pesca sportiva l’utilizzo di più di cinque ami. Consentite, invece, per le unità da pesca regolarmente iscritte e in possesso della prevista licenza, l’utilizzo delle reti da posta, nasse e l’uso dei palangari. Per i contravventori all’Ordinanza multe fino a 1.032,00 euro e sequestro degli attrezzi da pesca e del pescato, con pendenze penali qualora vengano ravvisate ipotesi di reato più gravi.