Ennio Morrone, capogruppo forzista a Palazzo Campanella, è seduto in prima fila davanti al palco che ospita oltre ai consiglieri comunali di Amantea, anche il Prefetto di Cosenza, l’onorevole Doris Lo Moro, l’onorevole Enza Bruno Bossio, l’onorevole Ernesto Magorno.
Prende la parola la ministra degli Affari regionali Maria Carmela Lanzetta che della lotta alla ‘ndrangheta ha fatto il motivo del suo agire politico, la quale ha letto 4 pagine appassionate e forti dalle quali estraiamo alcuni passaggi “politici” significativi.
Dice la Lanzetta che sulla questione delle intimidazioni alla classe politica ed imprenditoriale che :
“L’attenzione del governo, della prefettura, delle forze dell’ordine è massima.
L’ isolamento istituzionale e sociale deve essere combattuto con una azione forte e coesa”.
Poi continua sostenendo:
“Non ho citato la regione Calabria perché è difficile scorgere interventi significativi da parte di questo ente. Voglio dire, interventi che vadano oltre alle dichiarazioni di solidarietà e di vicinanza pur sacrosante. Ed anche la commissione antindrangheta della regione Calabria, diciamo la verità, è stato solo un palliativo per mettersi a posto a coscienza”.
Dichiarazioni forti che lasciano sorpresi molti dei presenti.
Poi il ministro continua ricordando che gli eventi più rilevanti contro la ‘ndrangheta sono stati sicuramente la rete Avviso Pubblico che raccoglie i dati delle intimidazioni e che ha scritto il decalogo delle buone regole ed al Senato la costituzione della commissione sulle intimidazioni presieduta dalla senatrice Lo Moro.
Infine, ricorda di avere scritto, in occasione delle intimidazioni a Monasterace, che ancora continuano , ad Amantea, all’ente parco dell’Aspromonte che: “Il prossimo presidente della regione dovrà affrontare la questione criminale e del lavoro con la stessa determinazione. E le dichiarazioni di Oliverio candidato del PD sono in questo senso confortanti quando scrive. quella che vogliamo costruire è una regione aperta e trasparente che intende combattere a viso aperto tutte le mafie, le organizzazioni criminali, l’economia illegale, il lavoro nero, lo sfruttamento, il racket e l’usura”.
Ed è a questo punto che Ennio Morrone si alza e va via
Anche Vanda Ferro che pur era venuta per esprimere la sua solidarietà alla città ed all’amministrazione comunale è andata via senza intervenire .
E Morrone subito dopo dichiara al giornalista Roberto De Santo de “Il corriere della Calabria” «Purtroppo, mio malgrado, ho sentito di dover abbandonare i lavori del civico consesso per il deludente intervento del ministro che, al contrario delle legittime aspettative degli uditori e della città, si è rivelato essere un intervento politico anziché essere quello di un ministro della Repubblica italiana in difesa di un territorio minacciato dalla metastasi della delinquenza organizzata calabrese».