La disperazione e la rabbia dei cittadini italiani hanno talvolta radici lontane ma che affondano spesso, e non soltanto, nella inefficienza della pubblica amministrazione.
Disperazione e rabbia che non riescono nemmeno a prendere forma e che si consumano nella persona e nel nucleo familiare.
Ricorrere ai giudici ordinari costa. I sindacati non si interessano di queste vicende che peraltro riguardano una o poche persone.
Le preghiere inoltrate telefonicamente non bastano. I fax inviati forse non vengono nemmeno letti.
Ma eccovi l'incredibile vicenda:
Per rinnovare una patente B normale bastano due versamenti ed una visita medica presso il più vicino distretto sanitario ed incredibile in due al massimo tre giorni arriva il rinnovo.
Ma se si tratta di una patente B Speciale cominciano i dolori.Almeno è il caso del sig Guzzo Pasquale un cinquantottenne nato a Cosenza e residente ad Amantea.
Il sig Guzzo si reca a Cosenza presso l’unità operativa complessa di medicina legale per le patenti speciali e si sottopone a visita.
E’ il 30 gennaio 2014. Il sig Guzzo supera la visita senza prescrizioni diverse dall’uso della ortesi e del cambio automatico
L’ufficio avrebbe dovuto inviare a Roma il referto e Roma avrebbe dovuto inviare al sig Guzzo la patente rinnovata.
Il sig Guzzo è un uomo paziente ed attende. Un mese, due mesi, tre mesi, poi comincia a sollecitare e l’ufficio di Cosenza risponde di aver inviato gli atti a Roma.
Il sig Guzzo è un uomo che ha fede nella pubblica amministrazione ed attende ancora. Quattro mesi, cinque mesi, sei mesi poi chiama Roma che conferma di non avere ricevuto niente.
Di nuovo Cosenza che conferma la spedizione, mentre Roma smentisce.
Il sig Guzzo manda anche persone munite di delega e continua a telefonare ed a sollecitare in tutti i modi, anche via fax.
Poi via fax spedisce a Cosenza copia del certificato medico all’ASP di Cosenza e finalmente dall’ufficio gli assicurano di aver inviato la pratica a Roma.
Il dubbio ora lo assilla. Crederci, non crederci? E’ sfiduciato. Sono passati dieci mesi. Non sa che cosa fare. E così decide di “denunciare” la cosa alla stampa.
Basterà? Noi ci proviamo con questo articolo e domani anche con una telefonata che mostri che comunque i cittadini non sono sempre soli.