Abbiamo detto che forse mai le azioni investigative intraprese dalle Forze dell’Ordine hanno avuto la intensità attuale e potrebbero avere la risonanza che si riesce ad intuire.
Questo, ovviamente, se gli investigatori riusciranno a raggiungere i risultati sperati; compito non facile ma possibile, sia per la qualità degli accertamenti esperiti che per la capacità professionale posta in campo.
Tra tutti i filoni di indagine certamente quello relativo ai proiettili inviati agli amministratori è apparso e sicuramente è quello di maggior interesse.
Una intimidazione che è si è intuito immediatamente essere anomala, atipica al contesto politico amanteano e peraltro pervenuta 5 mesi dopo le elezioni.
Una intimidazione che ha suscitato apprensione nella città ed ovviamente nell’amministrazione, ma che ha indotto anche prime ed importanti riflessioni , la più importante delle quali è stata quella relativa al numero ed alla personalità degli intimiditi.
Perchè soltanto al sindaco, all’assessore Morelli, all’assessore Tempo ed al già consigliere Chilelli, quasi che “gli altri” non fossero importanti? E quali le ragioni di questa azione?
Si opinò per un riferimento allo sgombero delle ville, ma la pista non apparve credibile .
E così le indagini seguirono altre piste tra cui quella delle cooperative o comunque quella legata al lavoro, il vero problema di Amantea.
La intuizione divenne forte quando si ebbe cognizione che la indagine sarebbe stata affidata alla Guardia di Finanza sempre coordinata dalla DDA.
Ed è quest’arma che sta lavorando con intensità, mettendo in campo la storia delle cooperative amanteane , il personale dalle stesse chiamato a lavorare pur non essendo delle stesse socio, le assegnazioni del lavoro e quant’altro .
Ma non può certamente escludersi che a dare peso alle indagini possano esserci intercettazioni anche ambientali e dichiarazioni “interne”.
Il problema è sempre lo stesso: il lavoro.
Se uno lavora ad Amantea è uno che conta; se non lavora vale poco.
Ed il lavoro lo danno solo le cooperative.