La processione del venerdì Santo è certamente la Processione più importante di Amantea.
Una processione storica che racconta, forse, non solo la storia di Cristo, ma anche la storia di Amantea e della sua religiosità.
La processione dei Varetti o delle Varette(1). Si chiamano così in altre parti della Calabria ( Guardavalle) e d’Italia, e , soprattutto, in Sicilia.
Le statue che rappresentano Gesù nel podere del Getsemani, affiancato da un angelo; Gesù flagellato da un uomo del governatore della Giudea, Ponzio Pilato, sotto gli occhi di un soldato romano; l’ “Ecce Homo”; Cristo è stato percosso ferocemente, vestito poi di un manto color porpora, mani legate e corona di spine in testa, così che Pilato potesse esporlo alla folla («Ecco l’uomo!») per dimostrare al popolo di aver esaudito la richiesta di punizione; Gesù sostiene a fatica la croce, Simone il Cireneo viene costretto ad aiutarlo; la Veronica, figura leggendaria, asciuga il volto sanguinante di Gesù; San Giovanni l’Evangelista, da solo; Gesù Cristo in croce; Cristo morto (disteso in orizzontale); l’Addolorata, Maria madre di Gesù, vestita a lutto.
Ed intorno il popolo dei fedeli ( politici compresi) , la musica ed i canti dei fedeli, e la coreagrafia delle Confraternite.
Nei giorni precedenti Amantea si fa bella. Viene tagliata l’erba e vengono rappezzate alla bell’e meglio le buche sulle strade.
(1)Varette nel vocabolario del dialetto calabrese compilato da L. Accattatis, Cosenza 1895, vol. 1 p. 801, significa “barella, piedistallo su cui poggiano le statue dei santi esposte o in processione”.