Strano paese è l’Italia. Carissimi amici lettori di Tirreno News, se oggi il Commissario Prefettizio di Amantea emanasse una circolare e inviasse un fax ai parroci delle varie parrocchie comunicando loro che per la Processione del Venerdì Santo che si svolge lungo le vie principali di Amantea dovranno pagare una tassa per occupazione di suolo pubblico come reagirebbero i parroci, i fedeli, i cittadini e i turisti che per l’occasione vengono numerosi ad assistere alla processione delle Varette, del Cristo morto, del Cristo in Croce e della Madonna? Scoppierebbe certamente una rivoluzione e il Commissario sarebbe costretto a lasciare il Municipio in fretta altrimenti sarebbe linciato. Mio padre, originario di Cannavina, emigrato in America all’età di 15 anni, due cose ricordava della sua terra natia: il mercato ortofrutticolo che si svolgeva alla “Chiazza” e la processione del Venerdì Santo. Nel suo portafoglio conservava con cura l’immagine dell’Addolorata. Questo che sto per raccontarvi è successo davvero a Roma, non è uno scherzo o una notizia inventata o come la chiamano oggi “una fake news”. E’ un caso eclatante che farà molto discutere, a Roma e nelle altre città italiane, dove in occasione del Venerdì Santo si svolgono le manifestazioni religiose. Il fatto curioso e strano è accaduto proprio a Roma dove risiede il Santo Padre e precisamente nel IV Municipio, zona Pietralata. Ancora Roma è salita agli onori della cronaca per il putiferio scatenato dalla incredibile e sconcertante notizia. All’improvviso spunta una tassa per le processioni religiose. Fatto senza precedenti violando perfino alcuni articoli della nostra Costituzione e il Concordato tra Stato e Chiesa. Il Comune di Roma chiede per i riti della Via Crucis una tassa di 86 euro più il canone di occupazione. Avete letto bene, amici lettori, la processione del Venerdì Santo che si svolge lungo le vie del quartiere sarebbe una occupazione di suolo pubblico equiparata ai gazebo dei bar.
Don Fabrizio Biffi, parroco di San Fedele da Signoringa a via Masula, con ironia ha risposto al fax arrivato in parrocchia, ma senza rinunciare ad alcune efficaci stoccate:- Non temete e non vi preoccupate perché la nostra parrocchia non farà richiesta per la processione. Ci disturba un po’ relegare una processione del Venerdì Santo ad attività commerciale, con occupazione di suolo pubblico. Anzi vi promettiamo che saremo attenti a non consumare ulteriormente le strade. Dopo le nostre processioni con tutti i danni che fanno le scarpe con il loro attrito,e con le preghiere che pesano sull’asfalto, come potremmo dormire sonni tranquilli? Complimenti, siete riusciti a eliminare il problema. Non facendo processioni, certamente ci saranno meno buche e voi avrete meno spese -. Come risponderebbe Padre Francesco ad una simile provocazione? Rinuncerebbe per quest’anno alla processione del Venerdì Santo per le vie principali di Amantea come sempre si è fatto sin dalla notte dei tempi? Non rinuncerebbe mai. Risponderebbe al Commissario con ironia facendogli notare che la processione religiosa non é assolutamente configurabile come occupazione di spazio pubblico, dato che i fedeli si limitano a percorrere una strada in un dato tempo. E come per tutte le manifestazioni si limiterebbe a darne comunicazione agli organi competenti e che hanno nella Costituzione Italiana una analoga garanzia. Nelle feste parrocchiali che prevedono l’uso di palchi sui sagrati delle chiese o sulle piazze, in questi casi si paga l’occupazione del suolo. Perciò cara Sindachessa e caro Presidente del IV Municipio, mettevi il cuore in pace, perché la Via Crucis si svolgerà regolarmente come previsto e non verrà pagata nessuna tassa per l’occupazione di suolo pubblico.