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Amantea, il turismo e la vergogna del semaforo della Principessa

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Ieri sera la fila al semaforo di Campora San Giovanni (forse è più giusto chiamarlo così che non il semaforo de La Principessa) mostrava una fila chilometrica che cominciava, verso sud, davanti al Pergolato per finire proprio al semaforo prossimo al Porto.

 

Una fila che imponeva tempi abnormi, eccessivi, incomprensibili, vergognosi.

Certo che d’inverno durante le forti mareggiate le cui onde riuscivano ad arrivare sulla carreggiata appariva giustificato l’uso della sola corsia lato monte della SS18

 

E lo era anche per l’uso inaccettabile della statale da parte dei traffico da parte dei TIR.

Ma oggi con il mare calmo, la barriera di massi di sostegno della carreggiata stradale è proprio necessario continuare ad utilizzare soltanto la carreggiata a monte?

 

Abbiamo sentito alcuni viaggiatori.

Quelli che transitavano soltanto avevano pensato ad un incidente tra autoveicoli

Quelli di prossimità, invece, nel rammaricarsi di questa situazione, si domandavano se fosse ancora logico arrivare ad Amantea od a nord di Amantea per un bagno o per una passeggiata

 

Possibile che nessuno si renda conto quanto danno questo semaforo sta portando al turismo ed alla economia amanteana?

Amantea sta assumendo sempre più la condizione di città impossibile ed irraggiungibile; una città da non frequentare.

Eppure di questa situazione nessuno ne parla.

E pensare che anche in queste condizioni se fosse esistito il vecchio ponte sul Savuto si sarebbero potute evitare queste vergognose situazioni.

Ultima modifica il Martedì, 05 Luglio 2016 10:19
Redazione TirrenoNews

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