Nell’Antico Testamento si legge che : "le colpe dei padri ricadono sui figli".
Lo ricorda Sant’Agostino, contestato da Giuliano di Eclano il quale richiama quanto scritto nel Quarto Libro dei Re riguardo ad Amazia, figlio di Joas, re di Giuda:
Quando il regno fu saldamente nelle sue mani, mise a morte gli ufficiali che avevano assassinato suo padre, ma non uccise i loro figli, secondo la disposizione della legge del Signore, che prescrive: "Non si metteranno a morte i padri per i figli né i figli per i padri"
Non siamo arbitri delle vicende umane di questo paese ma attenti osservatori certamente.
E quando veniamo informati, prima, e fotografiamo, dopo, che le “ pietre estetiche” del centro storico continuano a saltare ed a fare danni, ci è impossibile non rompere la tradizionale abitudine di “non giudicare per non essere giudicati “ che è si un insegnamento religioso, ma non certamente valido nella vita di tutti i giorni.
Un uso distorto della religione porterebbe ad una sorta di abnorme tolleranza sociale che tale da abituare il popolo a non parlare degli errori che,invece, poi paghiamo tutti.
Non potremmo mai capire perchè il dissesto finanziario del comune che ci sta portando lutti e dolori non sia un peccato, così come non potremmo mai capire perchè l’acciottolato funzionale delle strade del centro storico possa essere inteso sia un pregio?
E meno male che si tratta di strade scarsamente utilizzate!
È follia suggerire di bitumare tutto?