L'agente della polizia penitenziaria, accusato di violenze, si è suicidato questa mattina
L’agente della polizia penitenziaria di Cassino, accusato di aver abusato della figlia 14enne per mesi, si è suicidato impiccandosi questa mattina.
Il Gip del Tribunale di Cassino, aveva allontanato l’uomo dalla casa dopo la rivelazione della figlia in un tema a scuola.
L’uomo aveva 54 anni. In attesa dell’incidente probatorio a febbraio si trovava in un paesino vicino Cassino ed era controllato con il braccialetto elettronico.
La madre della 14enne, convocata dalla dirigente scolastica avvertita dalla docente di italiano, aveva sporto denuncia.
Alla polizia aveva anche riferito di essere venuta a conoscenza degli abusi sessuali subiti dalla figlia solo dopo aver letto il tema, dove la ragazza racconta che le violenze avvenivano “ogni volta che rimanevamo io e lui soli”.
“Non restare sola con papà”, aveva detto di averle raccomandato, secondo quanto si legge nell’ordinanza del Gip.
La donna aveva anche raccontato di un episodio simile accaduto alla sua prima figlia, ora ventottenne, precisando “che in quell’occasione il marito le aveva promesso che non si sarebbero più verificati fatti analoghi”