Pubblicato da poche ore l’avviso della convocazione del prossimo consiglio comunale .
La data è il 9 settembre un giorno prima della scadenza fissata per legge.
Infatti entro il 10 settembre 2014 i Comuni devono approvare e inviare alle Finanze le delibere Tasi.
E così il consiglio è convocato per
1)La determinazione delle aliquote della IMU per l’anno 2014. Conferma aliquote in vigore per il 2013.
2) La determinazione delle aliquote e delle detrazioni componente TASI anno 2014.
3) La addizionale comunale IRPEF 2014. Conferma aliquote in vigore per il 2013.
Ricordiamo ai nostri lettori che:
-entro il 16 ottobre 2014 dovranno pagare la Tasi i contribuenti che non hanno versato l’acconto Tasi e possiedono immobili in Comuni che hanno deciso le aliquote entro il 10 settembre (gli altri pagano tutto a saldo). Da qui la urgenza di fissare le aliquote.
- entro il 1 dicembre 2014deve avvenire ilpagamento della seconda rata dell’acconto 2014 per Irpef, Ires, Iral , addizionali e cedolare secca.
- entro il 16 dicembre 2014 i contribuenti devono pagare il saldo e il conguaglio di Imu e Tasi.
Anche per il prossimo consiglio comunale non ci sarà la diretta streaming fortemente voluta ( lo ricordiamo) da GB Morelli ed Antonio Rubino , e recentemente anche dal M5S, ma solo perché non è stato ancora modificato il regolamento che la vieta!
Sarebbe stato importante che i cittadini amanteani avessero avuto ( ed abbiano in futuro) la possibilità di ascoltare direttamente gli interventi dei consiglieri di maggioranza e di minoranza sulle tasse da pagare all’ente locale e di conseguenza sul loro utilizzo.
Nessuna sala consiliare potrebbe permettere questo diritto a tutti i cittadini salvo che il consiglio non si tenesse in una pubblica piazza dotata di opportuna amplificazione.
Per questo auspichiamo che a breve si effettui la diretta streaming
Come precisato dai politici sopra richiamati si tratta di attuare nei fatti un principio di democrazia.
Nella foto piccola c’è il “primo” verde pubblico che si incontra quando si entra nella città dalla sua via principale “ Viale Regina Margherita”.
È il verde che si trova nel trespolo che chiude “ Viale Regina Margherita” quando “scatta” l’isola pedonale e che è stabilmente collocato nei pressi dell’incrocio con Via della Dogana.
Parliamo di quel trespolo che “normalmente” occupa le strisce pedonali impedendone l’uso( ovviamente posto che prima o dopo gli Amanteani comincino a prendere l’abitudine di usarle, una abitudine che in fondo è forse indipendente dalla loro scarsa esistenza e quando esistono dalla difficoltà od impossibilità di usarle!)
Le piante sono ormai abbondantemente seccate.
Abbiamo scattato le foto nei giorni scorsi e siamo stati visti per cui è facile( almeno succede spesso così) che le piante vengano sostituite.
La seconda foto (la prima media) è il famoso “Parco della Rimembranza” inteso come rievocazione di cose passate ed ormai inesistenti: il prato verde.
Ma saremmo scorretti se non segnalassimo l’altro verde pubblico, quello davvero verde, non seccato e senza vita.
Eccolo
La terza e quarta foto sono scattate nel centro storico in Via Nazionale nello spazio di fronte alla casa dell’ex sindaco Tonnara ed un po’ più avanti nella casa ormai da più di un lustro in via di riparazione. Qui addirittura il primo verde è costituito da fiorellini ed il secondo verde da erba e da alberelli ,pronti a crescere e diventare altissimi
Ci sono altri esempi ma li omettiamo per evitare lungaggini dell’articolo
Anche in “Taverna” ci sono tantissimi esempi di verde pubblico
La quinta foto è il verde antistante il parcheggio dell’ Eurospar .
Anche qui il verde è costituito da erba e da alberelli pronti a crescere e diventare altissimi.( non fate caso all’auto che è parcheggiata normalmente sul marciapiede, serve per evitare che la gente usi il marciapiede e si sporchi toccando l’erba!)
L’ultima foto è nella centralissima via Vittorio Emanuele II all’angolo dell’incrocio con via Della Libertà ( l’antico vico Scangia)
Ne abbiamo scattate tante altre di foto .
Erba che arreda i cigli delle strade, erba che arreda le “canalette” crescendovi dentro, insomma un verde che offre una città dove il rispetto delle norme urbanistiche avviene sia da parte dell’amministrazione comunale che da parte dei cittadini
Volevamo sorprendervi con il verde a parete. Esempi forse unici e che rendono straordinaria la nostra città.
Ci sono addirittura alberi che sono nati nei cosiddetti “ Buch’i nnajta” delle grandi mura di difesa del centro storico e che vivono li da decenni.
Insomma cose che rendono la nostra città rispettosa del verde.
L’unico problema è il mistero del perché il verde incolto è verde e quello impiantato dal comune è quasi sempre seccato. Buh?
L’estate è quasi finita e sembra il momento adatto per parlare del diritto alle ferie.
Parliamo di un diritto costituzionale che sancisce che ogni patto, anche quello definito tra il dipendente ed il datore di lavoro, che non rispetti i termini di legge è nullo ex art. 36, co. 3, Cost. art. 1419 co. 2, c.c..
Proprio per questa ragione sempre più spesso i datori di lavoro, preoccupati d’incorrere in sanzioni, chiedono ai propri dipendenti di smaltire le ferie maturate od arretrate.
È l’effetto delle modifiche di legge entrate in vigore dal 2003.
Prima di tale data il lavoratore che doveva consumare le settimane annuali di ferie nell’anno di maturazione poteva comunque scegliere di goderle negli anni successivi, o di ricevere in cambio una somma di denaro.
Oggi non solo non è più possibile la monetizzazione, ma sono cambiati anche i tempi entro cui godere del periodo di ferie retribuite.
Almeno due delle quattro settimane all’anno obbligatorie vanno godute consecutivamente durante l’anno stesso di maturazione(il cd. principio della introannualità: Principio questo che mira a garantire l'assolvimento effettivo della funzione delle ferie ovvero il recupero delle energie psicofisiche) , e le altre due (anche frazionate) nei 18 mesi successivi al termine dell’anno di maturazione.
Ovviamente il frazionamento è possibile solo se il dipendente non debba andare obbligatoriamente in pensione ancor prima del godimento delle ferie maturate.
In sostanza, per rafforzare il contenuto indisponibile e irrinunciabile delle ferie, il lavoratore non può accordarsi con il datore di lavoro per trasformare in retribuzione i giorni di ferie non goduti. Ed infatti la legge del 2003 ha introdotto in Italia, in modo espresso, il divieto di monetizzazione del periodo di ferie corrispondente alle quattro settimane garantite per legge..
Sul punto, per quanto riguarda il personale delle pubbliche amministrazioni, è recentemente intervenuto il legislatore che, nell’ottica della generale spending review, ha stabilito che le ferie spettanti al personale delle amministrazioni pubbliche, devono essere obbligatoriamente fruite secondo quanto previsto dai rispettivi ordinamenti e non danno luogo in nessun caso alla corresponsione di trattamenti economici sostitutivi.
Come è pertanto un diritto del dipendente godere delle ferie è altrettanto un dovere per il datore di lavoro imporne la fruizione
Siamo ben oltre il danno erariale per la monetizzazione delle ferie non godute.
Sembra palesarsi, infatti, in caso di mancato godimento delle ferie per mancata indicazione del periodo di assenza obbligatoria da parte del datore di lavoro una forma di omissione in atti d’ufficio.
Strano , se non di più, è quando il dipendente ed il datore di lavoro restano di tacita intesa contraria alla affermazione del diritto del lavoratore.