Questa notizia ci è stata segnalata e riteniamo doveroso estenderla ai nostri attenti lettori.
Niente di particolare, forse, ma vale la pena di evidenziarla.
Parliamo della delibera di giunta n 85 del 24.6.2014, avente a titolo “ Tribunale di Paola. Ufficio del Giudice per le Indagini Preliminari ( decreto) di sequestro preventivo(?,di che ?).Azioni giudiziarie di opposizione. Incarico a legale di fiducia.” Un titolo che è tutto un “poema” visto che letto a distanza non permette di capire con immediatezza di che cosa si tratta.
A parte la curiosità( non unica, in verità) di rilevare nel testo della delibera la seguente frase:” ed acquisito al protocollo al numero 1302 il ricorso per decreto ingiuntivo di pagamento presso il Tribunale di Catanzaro della società SI.GE srl in persona del suo legale rappresentante per un importo di euro 106.211,35 oltre interessi e spese per somme dovute dall’ATO Calabria “ Catanzaro”, frase che appare di per sé assolutamente inintellegibile ma che non ci azzecca proprio con la vicenda relativa alla delibera in parola, c’è altro.
Sulla proposta di deliberazione ( vedi foto grande) si rileva che in prima istanza l’incarico della difesa del comune era stato conferito all’avvocato Carbone
Solo successivamente la parte finale del cognome del primo avvocato Car(BONE) è stata corretta con la sovrapposizione del cognome Car( RATELLI) successivamente confermato (Carratelli Nicola) per evitare dubbi di sorta.
Un buon ritorno quello della famiglia Carratelli un tempo di casa nel nostro comune e poi dimenticata
Nicola Carratelli è un bravissimo avvocato ed il suo incarico è garanzia di qualità della difesa del comune
Sembrava un tira e molla destinare a finire nel dimenticatoio delle tristi vicende paesane, ma purtroppo la diatriba sul Murales di Sara Fratini alla fine è sfociato in un clamoroso episodio violento.
Come sta succedendo da settimane Amantea è invasa da artisti (amanteani e non) alle prese con pennelli, colori tanta buona volontà e non tanto tempo a disposizione letteralmente per strada a donare una loro opera alla città.
Ed ecco che i loro sogni, le loro opere migliori, i paesaggi preferiti le persone più care, gli scenari personalmente più emozionanti prendono forma a piano piano sui muri bianchi dei sottopassi ferroviari che conducono dalla statale 18 al Lungomare di Amanrtea.
Un murales, o meglio un opera, sgradita a qualcuno, quella presa di mira in Via Garibaldi, oggetto sin dalla prima ora di critiche talune velate, talune palesate pubblicamente ma che alla fine sembravano rientrate.
L’opera, realizzata da Sara Frattini, raffigurava alcuni noti personaggi di Amantea (titolari di attività commerciali, pizzaioli, artisti, estroversi ecce cc) che per un motivo o per un altro erano entrati in contatto con la giovane artista e gli erano entrati nel cuore.
Da qui la volontà di Sara di realizzare un Murales che li raffigurasse ognuno intento nel lavoro o vicino ad oggetti riconducibili alla loro vita in paese.
Ma da quanto sembra, dalle critiche per lo più virtuali si è passato alle manieri più rudi, con l’imbrattamento di parte del murales (lanciando ai lati dell’opera della pittura), ma per di più dalle parole si è passato a disdicevoli fatti, assolutamente incivili, come la rottura di alcuni attrezzi dell’artista fino a qualche sberla, il tutto sedato dall’intervento di Vigili Urbani e Carabinieri della Stazione di Amantea.
La vicenda che si trascinava da tempo e che verteva sulla disapprovazione di un ristoratore nei pressi del murales, di vedere vicino alla propria attività le sorridenti facce di noti compaesani, alcuni dei quali titolari di attività commerciali proprio ad Amantea. Da qui le parole di sofferenza espresse all’artista per una opera che da “fantasiosa” era divenuta per il titolare dell’attività nei pressi, una mera propaganda a favore di altre attività commerciali proprio vicino alla sua. Una cosa insopportabile più volte aveva dato sfogo dapprima su Facebook poi verbalmente, , un “ irrimediabile torto” a cui porre rimedio, ed sfociato in un brutto episodio conclusosi con la corrispettiva volontà di denunciarsi. Una Storia che Amantea poteva assolutamente risparmiarsi e che affonda le radici sull’incapacità di dialogo, di civiltà, di tolleranza e di aiuto reciproco, di cui Amantea ha maledettamente bisogno.
Riportate qui sotto le parole di rabbia e frustrazione, scritte sulla pagina personale di Facebook, da Giulio, presente alla triste vicenda:
<<"Venezuelana di merda, vattene al tuo paese".
"Vai a fare un lavoro serio che hai rotto i coglioni".
Queste sono alcune delle cose che gli hanno gridato a Sara mentre a me prendevano per il collo e calpestavano i suoi pennelli. Questo dopo ritrovarci il murales rovinato.
Sara ha pianto, ha tremato, era scioccata di tutta questa malignità, di tutta questa ignoranza trasformata in violenza.
"Ma che carabinieri, lassa stare su telefono" mi dicevano. Chi mi ha aiutato ha fatto a botte. Non vedevo fare a botte due adulti da tanti film fa. In mezzo al casino mi hanno chiamato a dirmi "di non fare più casino". Sara piangeva mentre tre ragazzi la insultavano, continuavano ad insultarla e i suoi pennelli per terra.
Ho ricordato Sara sotto 35 gradi di sole, a dipingere senza fermarsi, ho ricordato le parole di tutti quelli che mi avvertivano di non tornare nel mio paese, Amantea, perché, anche se il mio itagnolo vi fa venire alcun dubbio, sono di qua. Ho ricordato tutti i nostri sacrifici, ho ricordato tante cose e mi sono riempito di amarezza.
Ringrazio ogni messaggio di supporto ma in questo momento ho seri dubbi della mia decisione di avermi trasferito qui. Ho seri dubbi e un grande dolore perché mi sento responsabile del cuore di Sarita, spezzato come i suoi pennelli.>>
La Statale 18 è molto più in vista del centro storico.
Ed allora gli operai se devono pulire è meglio che vadano sulla SS18.
Chi vuoi che vada al centro storico prima di agosto e sempre che arrivino i turisti?
Li abbiamo visti subito dopo la frazione di Campora SG, lato Amantea
Ma abbiamo visto che un po’ più avanti c’è un mare di lavoro da fare
Per esempio il canneto della seconda foto ed ancora altro
Non solo ma ricordiamo che dopo il ponte sull’Oliva c’è ancora l’albero caduto sula strada.
Parliamo del vecchio pino ormai seccato che piegato su se stesso dorme lì in attesa di essere rimosso da qualcuno.
Ma perché il comune destina gli operai delle cooperative a pulire la SS18 e non le vie interne del paese alcune della quali sono in stato di forte abbandono.
Valeva davvero la pena di concordare con l’ANAS l’aggravio dei costi manutentivi delle ripe stradali ?
E la famosa e misteriosa delibera con la quale si è assunto tale onere era davvero legittima?
È stato istituito lo specifico capitolo previsionale dei costi? O siamo in presenza della solita delibera senza copertura finanziaria?
Ma davvero era utile assumere tali non lievi costi se poi, come scriviamo spesso, non abbiamo nemmeno i soldi per sostituire i segnali stradali vecchi ed arrugginiti che fanno brutta mostra di se anche sulla statale 18?
Tutto per installare i photored ?.
Stentiamo a crederci, ma vorremmo essere smentiti.