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Si denigra il nostro territorio durante “Il Giro d’Italia” La nave dei veleni? Una grande bufala

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giro d italiaCon riferimento ad alcuni articoli apparsi sui giornali di oggi riguardanti il Giro d’Italia, le notizie false divulgate dai giornalisti RAI al seguito del Giro, le dichiarazioni del Governatore Oliverio e del Sindaco di Cetraro, il quale è indignato perché la RAI ha mortificato la dignità di una città, la notizia falsa del ritrovamento di una nave dei veleni rinvenuta nelle acque antistante Cetraro, mi preme far sapere ai lettori di Tirreno News quanto da me scritto alcuni anni fa. E’ bufera politica, scrivono i giornali, sulla notizia della nave dei veleni di Cetraro. Il servizio di cronaca della RAI sul giro d’Italia relativo a Cetraro è una vergogna……. che doveva essere di festa e invece è diventato delle polemiche della rabbia…

E’ vero, i fusti della nave fatta affondare nelle vicinanze di Cetraro non contenevano e non contengono sardine come ha affermato l’Avv. Claudia Conidi difensore del pentito di ‘ndrangheta Fonti. Ma non contenevano e non contengono neppure veleni come da mesi hanno scritto alcuni giornali calabresi e come Fonti ha sempre affermato. E la nave non è la Cunsky. Il relitto è una nave affondata addirittura durante la prima guerra mondiale. Urlare a gran voce al mondo intero che il nostro mare era inquinato dai veleni e dai rifiuti tossici provenienti dalla nave che il Fonti aveva fatto affondare nel nostro mare ha causato un grave danno alla Calabria, ai suoi abitanti, ma soprattutto agli albergatori e pescatori. La nave dei veleni al largo di Cetraro non è la Cusky? Cosa importa. Cunsky e non Cunsky, bisogna dire che il nostro mare è avvelenato. L’emergenza deve continuare. Invece di tirare un sospiro di sollievo continuiamo a farci del male. Invece di rallegrarci che le ricerche hanno dato esito negativo alcuni irresponsabili continuano ad alimentare ingiustificati allarmismi. Perché continuare a gridare al lupo al lupo e insistere nel recupero del relitto se si tratta di un relitto di circa cento anni fa? Recuperare la nave costerà centinaia di migliaia di euro. Non sarebbe meglio spendere questi euro per l’emergenza ambientale e intervenire in quei luoghi dove le discariche abusive di rifiuti tossici hanno causato gravissimi danni alla Calabria? Non sarebbe meglio spendere questi euro nei Comuni calabresi dove ancora non funzionano i depuratori? Non sarebbe meglio spendere questi soldi per migliorare la balneazione del nostro Mare Tirreno? Il Mare Tirreno è malato, gravemente ammalato. Quest’estate molti turisti hanno abbandonato le nostre spiagge perché il mare faceva veramente schifo. Liquami dappertutto e il colore da azzurro diventava all’improvviso marrone. Questa è la vera emergenza e non le solite trovate. La minaccia alla nostra salute non viene dalle navi dei veleni che nessuno ancora è riuscito a localizzare, ma dalle sostanze inquinanti e cancerogene che ogni anno vengono riversate nel nostro mare. Il Governatore della Calabria On. Loiero alcuni anni fa ha chiesto scusa ai turisti. Ora cosa si inventerà? Davvero le acque del nostro mare sono da bere? E’ disponibile ancora l’On. Oliverio, Presidente della Provincia di Cosenza ( ora Governatore della Calabria), a bere un bel bicchiere di acqua del nostro mare? Chi ripagherà i calabresi del danno fino ad oggi ricevuto? Chi ha inventato questa bufala perché adesso tace? E l’Assessore Greco condurrà ancora una volta I Sindaci del Tirreno Cosentino sotto le finestre della Camera dei Deputati e chiederà scusa ai calabresi per aver innescato inutili allarmismi e causato a tutti i ceti produttivi gravissimi danni? Non lo farà mai perché sia Greco che i Sindaci sono più preoccupati adesso che l’allarme veleni è cessato. Non hanno più argomenti, non possono più andare in televisione, non possono più organizzare cortei e inveire contro il Governo nazionale perché ha abbandonato la Calabria. No veleni, no party. No Cunsky, no bufale. Fine degli allarmismi. La nave affondata presso Cetraro è il Catania, una nave innocua, priva di scorie radioattive, ma con le stive piene di grano, cotone e manganese, silurata il 16 marzo del 1916 da un sommergibile tedesco.

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