Amici carissimi, sappiamo tutti come si può perdere da un momento all’altro il posto di lavoro: per fallimento della ditta, per mancanze di commesse, per crollo dei capannoni
causa terremoto, per malattie prolungate, per assenteismo, etc., ma mai avrei pensato che un dipendente di una ditta in cui lavorava da oltre trenta anni venisse licenziato senza neppure un preavviso e il suo posto venisse preso da un robot.
Avete letto bene, amici, un robot, una macchina che svolge esattamente il lavoro che aveva svolto fino ad ieri un operaio.
L’operaio non serve più, le sue braccia non servono più, se ne può stare tranquillamente a casa.
Al suo posto una macchina che non parla, che non si lamenta, che non prende stipendio, che non va in ferie o in malattia, che non rischia infortuni , che non ha famiglia da mantenere e così la ditta risparmia perché non paga stipendio e contributi.
E’ una notizia vera, non è una fake news.
L’uomo è un operaio di 61 anni ancora giovane per percepire la pensione, vecchio per trovare un altro posto di lavoro, anche perché è un invalido.
E’ privo della mano destra che ha perso trenta anni fa sotto una pressa mentre lavorava nella stessa ditta.
L’azienda dalla quale ora viene licenziato si trova a Melzo ed è la Grief Italia s.r.l. e produce taniche e contenitori.
L’operaio era addetto all’attività di posa di tappi sui recipienti, una mansione semplicissima adatta soprattutto alle sue condizioni fisiche.
Ma ora l’azienda, per risparmiare, non ci ha pensato due volte, lo ha mandato a casa.
Lo ha sostituito con un robot di ultima generazione.
E’ giusto tutto questo?
L’operaio si è rivolto ai Sindacati e agli avvocati.
Attende risposta dall’azienda.
Non chiede molto:che gli siano pagati almeno quello che è giusto: i contributi per arrivare alla pensione.