Tutto è nato dopo un esposto di una funzionaria di palazzo Tursi.
Poi nelle scorse settimane la guardia di finanza ha sequestrato tutta la documentazione contabile per il periodo tra il 2012 e il 2017.
Le pezze giustificative, molto spesso, si riferivano a periodi festivi: Natale, Capodanno, Pasqua e Pasquetta, 25 aprile e primo Maggio. Giorni «sospetti» per svolgere attività istituzionale. Le accuse, a vario titolo, sono di peculato e falso.
Sono oltre 60 le persone indagate tra ex e attuali consiglieri regionali nelle varie inchieste della procura di Genova.
Il procuratore Francesco Pinto ha chiesto la condanna per 22 tra ex e attuali consiglieri regionali.
Eccole:
Il procuratore aggiunto Francesco Pinto ha chiesto:
2 anni e 2 mesi per Michele Boffa (ex presidente del Consiglio regionale, Pd),
3 anni per Antonino Miceli (ex consigliere regionale Pd)
2 anni e 3 mesi per Marco Melgrati (Fi, attuale sindaco di Alassio),
2 anni e 6 mesi per Luigi Morgillo (ex consigliere regionale Fi) e
tre anni e sei mesi per Matteo Rosso (ex Forza Italia, attuale capogruppo in consiglio regionale per Fratelli d’Italia);
2 anni e tre mesi, come per Franco Rocca (Fi, attuale sindaco di Zoagli), e per Alessio Saso (Ncd). Chiesti 2 anni e 3 mesi per Francesco Bruzzone, attuale parlamentare della Lega e già presidente del Consiglio regionale.
Chiesti 3 anni e 6 mesi per Marco Limoncini (Udc).
Poi ci sono i due consiglieri della Lista Burlando Ezio Chiesa, per cui è stata chiesta l’assoluzione,
e Armando Ezio Capurro, per cui sono stati chiesti 2 anni e 3 mesi.
Gli altri imputati sono Aldo Siri (chiesti 2 anni e 6 mesi),
Lista Biasotti; Matteo Rossi (2 anni e 6 mesi, Sel) e
Alessandro Benzi (2 anni e 2 mesi, Sel);
Raffaella Della Bianca (ex Fi, 2 anni e 6 mesi) e
Roberta Gasco (1 anno e 4 mesi) la ex Idv Marilyn Fusco (1 anno e 4 mesi), e
Giacomo Conti (2 anni e 6 mesi) (ex Rifondazione Comunista).
Stefano Quaini (Diritti e Libertà), per cui è stata chiesta l’assoluzione, e
e l’assoluzione per Massimo Donzella (Pd);
3 anni e 4 mesi per il viceministro ai Trasporti Edoardo Rixi.
Per l’accusa i consiglieri regionali si sarebbero fatti rimborsare con soldi pubblici, spacciandole per spese istituzionali, cene, viaggi, gite al luna park, birre, gratta e vinci, ostriche, fiori e biscottini.
In alcuni casi, sempre secondo l’accusa, venivano consegnate ricevute che erano state dimenticate da ignari avventori.
In altri venivano modificati gli importi a mano.
Per un ammontare di diverse centinaia di migliaia di euro.