La natura non si cura degli esseri umani. Può sembrare esageratamente duro, ma a rigor di logica, la natura non si preoccupa di nessuno e di niente, tranne veicolare i geni alle generazioni future. Questa conoscenza l’uomo ce l’ha, avendo studiato qualcosa sull’evoluzionismo.
È stato il grande risultato di Charles Darwin a spiegare l'adattamento degli organismi senza fare ricorso a strani disegni divini o all'idealismo mistico. L'evoluzione darwiniana è vera (corroborata da una infinità di prove). Basta pensare al falco della tarantola, una vespa gigante che caccia le tarantole come riserva di cibo per le sue larve. La vespa paralizza una tarantola con il suo potente pungiglione e depone un uovo sul corpo paralizzato del ragno. Quando la larva di vespa si schiude, si nutre lentamente della tarantola ancora viva, evitando anche accuratamente di consumare gli organi vitali funzionanti, per garantire una freschezza prolungata. Nemmeno gli scrittori di Hollywood più creativi riuscirebbero a raccontare storie così fantastiche, eppure è il pane quotidiano della biologia.
Molte persone religiose vedono qualcosa di benevolo nella natura, o almeno vedono uno scopo vagamente compreso nell'interazione della biologia. Ma c'è qualcosa di ancora più profondo dell'ottimismo religioso. Esiste una concezione più ampia della natura, condivisa da monoteisti, politeisti, animisti indigeni ed ora anche politici e amministratori politici. È la visione di chi ama inventare favole in natura, o formare miti. È l'istinto universale di trovare (o progettare) una trama in natura. Un modello o prospettiva mitopoietica vede il mondo principalmente come una storia drammatica di intenzioni personali concorrenti, piuttosto che un sistema di leggi oggettive e impersonali. È una visione del mondo prescientifica, ma ancora viva e vegeta nella mente contemporanea.
Il presidente americano Donald Trump, ad esempio, ha descritto il coronavirus come il nostro grande nemico in una "guerra a tutto campo", dicendo: "Il virus non avrà nessuna possibilità di vittoria contro di noi" e poche settimane dopo, "Vinceremo questa guerra!" Ma da sempre, le guerre vengono combattute contro altri esseri umani. Uomini contro altri uomini. Il coronavirus è come ogni altro virus o patogeno, e non significa che vuole distruggere l’umanità. Vuole solo riprodursi. Dopo Darwin vediamo che la natura può essere orribile, ma non malvagia (né buona). Quando il signor Trump incornicia moralmente la diffusione del corona- virus lo fa in modo mitopoietico, e lo comprendiamo chiaramente perché anche noi applichiamo la cornice mitopoietica facilmente e naturalmente senza porci troppe domande.
Se dobbiamo inquadrare tutto questo in termini politici, la sinistra è mitopoietica quanto la destra. Ultimamente molti commentatori liberali hanno fatto del moralismo sulla base di un costrutto della nostra invasione della natura incontaminata e l’hanno interpretata come una punizione della natura. La sinistra, proponendo una tragedia mitopoietica della superbia, suggerisce che ce la siamo “cercata”. Papa Francesco, semplicisticamente, ha suggerito che le pandemie potrebbero essere una rappresaglia della natura per l'abuso ambientale da parte dell'uomo. "Non so se queste siano la vendetta della natura", ha detto, "ma sono certamente le risposte della natura".
Gigino A. Pellegrini & G el Tarik