Il Santo Padre, Papa Bergoglio, ha scelto per il suo pontificato un nome famoso e importante, quello di Francesco, il santo che parlava agli animali e li chiamava fratelli e sorelle. L’altro giorno agli Stati Generali della Natività c’è stato un incontro tra il Santo Padre e il nostro Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni. Il Papa ha voluto scherzare, come al solito, con la Premier, tutti e due vestiti di bianco. “Ci siamo vestiti uguali”, ha detto sorridendo. Ha raccontato poi che un giorno a Piazza San Pietro si è avvicinata una donna la quale gli ha chiesto di benedire il suo bambino che teneva rinchiuso in una borsa. Che disgusto! Era un cagnolino. Papa Francesco non solo si rifiutò di benedire il cagnolino, ma sgridò la signora:- Con tanti bambini che hanno fame, pensa al cagnolino?- Ce ne sono tante signore in Italia che hanno in casa cani e gatti, che li curano e li amano. Ma vedere nelle vie, nelle piazze cani e gatti finanche dentro passeggini per neonati a me non piace tanto. E provengo da una famiglia contadina dove nelle nostre stalle c’erano gli animali. C’era la capretta “Stella”, il cagnolino “Fritz”, il gattino “Colongi” e la gallina “Ciciarigna” e in una gabbia il canarino “Gigi”. Evidentemente, con i tempi che sono cambiati, abbiamo smarrito il senso della misura. Non voglio intrattenermi nel dibattito che si è creato, forse quella signora ha dei problemi, forse non ha potuto avere figli, forse è sola, e riversa su quel cagnolino tutto l’amore che non ha potuto dare ad un essere umano. Andava sgridata? Non lo so. Però chiamare il cagnolino “il mio bambino” è davvero disgustoso e giustamente ha fatto perdere la pazienza al Santo Padre. Trattare come figli un cagnolino dalle rispettive padrone è davvero esagerato e pericoloso. Secondo il Papa queste “ sono scene del presente, potrebbero diventare l’abitudine del futuro”. Sono insorte le associazioni animaliste e hanno protestato: - Chi non ama gli animali non ama neanche i bambini -. Adesso vi voglio raccontare un aneddoto che è capitato a me mentre passeggiavo su Corso Mazzini a Cosenza. Una donna teneva in una borsa un cagnolino abbigliato come un essere umano che non voleva stare fermo e abbaiava. La donna lo accarezzava, lo baciava, gli parlava. Ad un certo punto gli disse:- Buono, buono, tesoruccio della mamma, ora andremo al Bar e mamma ti comprerà un bel gelato alla fragola-. Non sono intervenuto, ma quelle parole dette al cagnolino da parte della signora mi hanno infastidito e mi hanno fatto riflettere a lungo. Il cagnolino trattato come un figlio. Stiamo diventando davvero tutti pazzi. Gli animali, tutti gli animali, è vero, vanno amati e rispettati, ma nella loro giusta riflessione e natura. Stiamo arrivando all’apice dell’assurdo e del ridicolo. Se dovessi un giorno incontrare quella donna, la chiamerei e la inviterei a prendere un gelato con me al Bar più vicino. Mi farei chiamare “figlio”, anche se ho 90 anni, ed io la chiamerei “mamma” anche se è più piccola di me. Per il semplice motivo che se la mia cara e adorata mamma fosse ancora in vita e fosse seduta accanto a me, farei lo stesso. Ordinerei un bel gelato alla fragola pur di passare del tempo con lei ed esserle vicino. E perché no? Una coppetta per il suo cagnolino.