Venti anni fa è stato istituito il giorno del ricordo, una giornata dedicata alla memoria delle vittime delle foibe e dell’esodo di migliaia di cittadini italiani che hanno dovuto abbandonare le loro case, i terreni, i loro averi dall’Istria, dalla Dalmazia perché minacciati e perseguitati ed uccisi, infoibati, dai comunisti jugoslavi di Tito. Ma cosa sono le foibe? Sono inghiottitoi carsici della regione giuliana. Il termine foibe è associato agli eccidi commessi dai partigiani jugoslavi dal 1943 al 1945. La foiba più famosa è quella di Basovizza. Infatti oggi il Presidente del Consiglio On. Giorgia Meloni con alcuni Ministri del suo governo si è recata a Basovizza e ha deposto una corona di alloro al Monumento per onorare la memoria e ricordare le migliaia di italiani infoibati e le centinaia di migliaia di istriani, giuliani, dalmati che dovettero abbandonare tutto, terreni, beni, case, i loro affetti. Fuggirono a decine di migliaia e le poche cose che riuscivano a portare con sé erano ammassate sui carri trainati dai cavalli e dai buoi. Non ricevettero nessun risarcimento dal Governo Italiano malgrado il Trattato di Parigi del 10 febbraio 1947 lo prevedesse. La stragrande maggioranza degli esuli emigrò in tutte le parti del mondo dall’America all’Australia. Tanti, però, riuscirono a sistemarsi in Italia, nonostante gli ostacoli del Partito Comunista Italiano. Un Ministro comunista, Emilio Sereni, ha sempre minimizzato la portata del fenomeno e al Presidente del Consiglio On. Alcide De Gasperi affermò che le notizie sulle foibe erano “propaganda reazionaria”. Venti anni sono passati da quel 10 febbraio 2004 quando con una Legge venne istituito il giorno del ricordo. E prima del 2004? Silenzio assoluto. Ho insegnato 40 anni nelle scuole italiane e nei libri di storia scolastici la tragedia delle foibe e il dramma dell’esodo istriano, dalmato, fiumano giuliano, completamente ignorato. Per lungo tempo le istituzioni, la scuola, il parlamento, il governo, i partiti politici hanno voluto dimenticare i massacri delle foibe e l’esodo di 250 mila italiani. La memoria delle vittime e degli italiani costretti all’esodo ha diviso gli italiani e ancora oggi, purtroppo, li divide. Ma queste persone che hanno tanto sofferto senza avere nessuna colpa esigono, meritano di essere ricordate. Quegli eventi drammatici che ci sono stati nascosti per tanti anni ora sono venuti alla luce. Con l’armistizio dell’8 settembre e col crollo del regime fascista in Istria e in Dalmazia i fascisti e tutti gli italiani non comunisti, considerati nemici del popolo, venivano imprigionati, torturati e poi gettati anche vivi nelle foibe legati a due a due con un fil di ferro ai polsi. I primi a finire nelle foibe furono i Carabinieri, i Poliziotti, Le Guardie di Finanza, i militari fascisti della Repubblica Sociale Italiana, nonché i collaborazionisti che non erano riusciti a scappare per tempo. Ora, seduto comodamente in poltrona, io mi domando:- Come è stato possibile che una simile immane tragedia sia stata confinata nel regno dell’oblio per 40 anni?- Semplice: Ci fu una tacita complicità tra le forze cattoliche e quelle comuniste, Crollato il Muro di Berlino, crollò come d’incanto anche il muro del silenzio. Il 9 novembre del 1991 fu Francesco Cossiga, il famoso picconatore Presidente della Repubblica a recarsi in pellegrinaggio alla foiba di Basovizza a rendere onore agli infoibati. E poi anche la Tv italiana con la fiction “Il cuore nel pozzo” fece conoscere l’immane tragedia e le sofferenze degli italiani della Venezia Giulia, dell’Istria, di Fiume e della Dalmazia.