Tentativi surreali di eludere il problema della contravvenzione e della denuncia. Richiesto delle generalità dice di non sapere chi sia.
La storia è di una semplicità incredibile.
L’Avvocato elude un divieto di accesso e si trova di fronte l’auto dei carabinieri: per non farsi ritirare la patente l’ avvocato di Ottaviano ha tentato di corrompere i due militari con 550 euro in contanti.
L’avvocato del foro di Nola, 44 anni con studio legale a Sant’Anastasia, è stato arrestato per istigazione alla corruzione.
Espletate le formalità di rito, il magistrato ne ha prima disposto gli arresti domiciliari e poi la messa in libertà in attesa di processo. L’avvocato, che non si è mai qualificato come tale, al momento dell’interrogatorio ha finto di essere affetto da amnesia affermando di non ricordare il suo nome.
Nel corso della perquisizione gli uomini del capitano Michele De Riggi e del comandante Tommaso Canino, stupiti, hanno constatato che l’uomo è un noto avvocato del foro di Nola.
Oltre a fingere di aver perso la memoria, l’avvocato, ha affermato che i soldi offerti ai carabinieri servivano per pagare il verbale in contanti alla constatazione dell’infrazione. Questa affermazione non ha fatto altro che aggravare la sua situazione, tanto da convincere il magistrato a convalidare l’arresto.
Essendo avvocato, infatti, deve essere a conoscenza che la legge non consente di pagare le contravvenzioni in contanti ai pubblici ufficiali che provvedono ad elevare la contravvenzione.
Da Il Mattino