Tutto merito de “La zanzara” , che fa telefonare a Valerio Onida, il costituzionalista chiamato al Quirinale da Giorgio Napolitano a elaborare un'agenda minima di possibili riforme istituzionali.
Il collaboratore de “La zanzara” imita la voce di Margherita Hack, che telefona in cerca di lumi sul ruolo e la funzione dei 'saggi'.
La falsa Hack non ha esita a definire una 'bischerata' l'idea della commissione e Onida, a questo punto, messa al bando ogni cautela, le risponde. "Ma guardi, si'. E' probabilmente inutile. Serve a coprire questo periodo di stallo, dovuto al fatto che dal Parlamento non e' venuta fuori una soluzione mentre l'elezione del nuovo Presidente e' tra quindici giorni...allora il nuovo presidente potrà fare nuovi tentativi o al limite sciogliere le Camere, cosa che Napolitano non può fare".
Ma la finta Hack insiste: c'e' possibilita' di cambiare legge elettorale?
"Cercheremo di fare una proposta -replica Onida- quello sarebbe un bel risultato. Penso che andremo a votare ancora, presto o prestissimo. E' un parlamento bloccato, Grillo non ne vuol sapere, il Pdl vuole solo garantirsi di essere in campo, Berlusconi naturalmente spera sempre di avere qualche vantaggio o protezione, il Pd ha fatto questo tentativo di buttarsi con Grillo e non ce l'ha fatta. C'e' il blocco".
Per il Quirinale "si fanno tanti nomi, ma non c'e' accordo. Amato sarebbe un ottimo presidente della Repubblica, fosse per me lo farei subito...".
Poi, ovviamente, si parla di Berlusconi: "E' anziano -commenta Onida- vuole solo protezione, speriamo si decida a godersi la sua vecchiaia e lasciare in pace gli italiani".(Pol/Ct/Adnkronos)
Quando la notizia è venuta fuori Onida ha cercato di correre ai ripari :«Sono stato ingenuo nel pensare che l'autrice della telefonata provocatoria fosse davvero la professoressa Hack. La pubblicazione del contenuto di una conversazione privata, nella quale l'interlocutore falsifica la propria identità costituisce una grave violazione della libertà e segretezza delle comunicazioni garantita dalla Costituzione. Ciò detto, che non sia inutile il lavoro che stiamo facendo, lo dimostra il fatto che sono qui con gli altri colleghi a lavorare. Esprimo il mio rammarico per l'imbarazzo che la pubblicazione può aver creato al Presidente della Repubblica, e le mie scuse al Presidente Berlusconi perché un mio giudizio privato, espresso in chiave ironica e autobiografica - ho detto che sono un suo coetaneo - diventando pubblico potrebbe averlo ingiustamente offeso».
Nella foto di Micromega I saggi