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“Tafferugli a Napoli per l’arrivo di Salvini” di Francesco Gagliardi. Le foto

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Tensione a Napoli per l’arrivo di Salvini. Tafferugli lungo le strade con la Polizia. Ingenti danni alle cose e alle persone causati dai black bloc. Cittadini spaventati si rifugiano nei negozi e nei bar.

Il Ministro Minniti mette a tacere il Sindaco di Napoli De Magistris. Salvini bastardo, ti diamo una lezione.
Questi sono i titoli giornalistici a caratteri cubitali che campeggiano sulle prime pagine dei maggiori quotidiani italiani dopo il disastro di Fuorigrotta e la guerriglia urbana scatenata dagli antagonisti, dai centri sociali e dai black bloc che volevano impedire con la forza e con la violenza, coadiuvati dal Sindaco De Magistris, che Matteo Salvini, leader della Lega Nord, venisse a Napoli e partecipasse alla riunione alla Mostra D’Oltremare con i suoi simpatizzanti leghisti giunti a Napoli da tutta l’Italia meridionale.
Un centinaio di contestatori volevano impedire con la violenza chi deve parlare in pubblico e chi no.

 

Loro hanno tutto il diritto di protestare, scendere in piazza, manifestare in modo violento in tutte le piazze d’Italia, gli altri, che la pensano diversamente da loro, devono stare zitti, non possono manifestare le loro idee. Guai a loro. Chi osa protestare va annientato..
La scena napoletana è stata già vista altre volte, solo che questa volta ha trionfato la democrazia e un dettato della nostra Costituzione, dicono che sia la più bella del mondo, è stato fatto rispettare. Dice l’Art. 21: Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. Mi voglio soffermare e come potrebbero fare altri domani sulla parola “Tutti”, perché tutti i cittadini, uomini e donne, giovani e vecchi, alti e bassi, ricchi e poveri, laureati e analfabeta, hanno diritto ad esprimere le proprie opinioni e poi sull’avverbio”liberamente”, perché tutti hanno diritto a dire ciò che vogliono senza però ingiuriare, diffamare, calunniare, istigare a delinquere. Io combatto la tua idea, che è diversa dalla mia, ma sono pronto a battermi fino al prezzo della mia vita perché tu, la tua idea, possa esprimerla liberamente. Non ho mai votato Lega né intendo votarla domani. Non condivido le idee di Salvini, le sue opinioni sull’Italia meridionale, sull’Europa e sull’euro. Sono lontane anni luce dalle mie, ma non per questo io desidero la sua morte fisica. Non lo odio, non lo ingiurio, non lo calunnio.

Combatto democraticamente con lo scritto, con la parola, col voto, le sue idee perché non le condivido. Perché odiarlo? In politica come negli altri campi non si odiano gli avversari, si combattono.
E io combatto Salvini non facendo il segno di croce sul simbolo di Goffredo di Giussano sulla scheda elettorale che il Presidente del seggio mi consegna quando vado a votare. Forse un po’ di coerenza, un po’ di umiltà, un po’ di democrazia, un po’ di buon senso, un po’ di libertà, non sarebbe così disprezzabile.

Essere onesti, sinceri, umili, rispettosi degli altri, democratici, non è un peccato, ma un merito. Invece, ieri, per l’arrivo a Napoli di Salvini c’è stata alta tensione. Bottiglie molotov e sassi contro la Polizia. Hanno protestato i giovani e meno giovani.

Erano vestiti completamente di nero con volti coperti e caschi. Hanno aggredito in modo violento le Forze dell’Ordine. Ma alla fine Salvini è arrivato a Napoli e ha potuto parlare liberamente dopo il braccio di ferro tra il Prefetto, i manifestanti, gli organizzatori dell’evento e il Sindaco di Napoli.

De Magistris non ha partecipato alla manifestazione, era presente però sua moglie. Ha sostenuto la battaglia dei centri sociali, degli antagonisti, ha soffiato sul vento della protesta. E’ intervenuto anche il Ministro degli Interni On. Minniti il quale aveva dato precise disposizioni al Prefetto perché fosse assicurato il diritto costituzionale a Salvini a tenere la manifestazione. Ha poi smontato De Magistris e commentato gli scontri e placato il Sindaco.

Bisognava far parlare anche l’avversario più radicale. Questa è democrazia, bellezza. Certo, la Napoli migliore, la Napoli democratica e libera, non si riconosce in questa gentaglia, in questi sedicenti rivoluzionari figli di papà che hanno cercato di impedire ad un uomo politico di parlare, di esprimere le proprie idee, che si arrogano il diritto di decidere chi possa venire a Napoli e chi no. L’Italia non è questa.

 

C’è un’altra Italia che non scende in piazza , che non brucia cassonetti della spazzatura, che non danneggia bar e negozi, che imbratta muri, che lancia molotov contro le Forze dell’Ordine, che non è violenta, che non si riconosce in questi facinorosi, esagitati.
C‘è un’Italia pulita, libera, democratica, onesta, che purtroppo il giorno delle votazioni se ne sta comodamente seduta a casa e non va a deporre nell’urna la scheda elettorale. E sbaglia.

E lascia agli altri il compito di decidere e sbaglia ancora un’altra volta.

Ed ecco i risultati. Napoli amministrata da un ex magistrato che sta a fianco dei violenti e contro lo Stato.

Ultima modifica il Lunedì, 13 Marzo 2017 11:49
Redazione TirrenoNews

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