Ancora una volta ci dobbiamo occupare di un grave fatto di bullismo accaduto a Mugnano in provincia di Napoli dove un ragazzo di appena 13 anni, mentre rincasava insieme ad un amichetto, prima è stato preso in giro e poi picchiato selvaggiamente.
Il ragazzo di nome Fabio è tornato a casa piangendo e ha raccontato tutto ai suoi genitori, i quali, senza pensarci due volte, hanno esposto denuncia alla locale Caserma dei Carabinieri. Ritornati a casa hanno poi deciso di postare su Facebook il volto tumefatto del figlio per le percorse ricevute e hanno esortato tutti, grandi e piccoli, a denunciare gli episodi di bullismo perché gli aggressori devono essere puniti. Non devono restare impuniti come spesso accade perché molti ragazzi non parlano e non si confidano coi genitori e con gli insegnanti. Il post ha incassato migliaia di condivisioni. Il papà del ragazzo ha ricevuto finanche il plauso e la solidarietà del Sindaco della cittadina napoletana e ha chiesto ai vigili urbani e ai carabinieri affinché nei pressi della scuola vengano fatti ulteriori e stringenti controlli per evitare simili aberranti episodi di bullismo.
Il bullismo nuoce alla società, alimenta l’aggressività e la criminalità. La vittima del bullismo ha molta paura di riferire tutto ai propri genitori e agli insegnanti. E così le angherie, le ingiurie, gli sfottò, le minacce, i pestaggi rimangono impuniti perché colui che viene aggredito ha tanta paura, teme rappresaglie e vendette. La scuola, la parrocchia, le associazioni, le famiglie sono le istituzioni dove le vittime di bullismo devono essere incoraggiate a denunciare gli episodi, in modo che le autorità possano intervenire immediatamente e punire gli autori.
L’ennesimo episodio di bullismo ha indignato non solo il web. E’, purtroppo, una triste pagina di una piaga in rapida estensione, che può e deve essere arginata e fermata al più presto. Forse fino ad oggi non si è fatto abbastanza. I carabinieri hanno avviato immediatamente le indagini e due balordi sono stati già individuati. Come sono stati individuati e arrestati quei balordi di buona famiglia, figli di professionisti che a Vigevano uno studente di 15 anni era stato oggetto di una vera e propria persecuzione che con il tempo le angherie subite erano diventate insopportabili. La violenza aveva subito l’apice nel mese di gennaio quando i bulli hanno fatto ubriacare il ragazzo e poi lo hanno portato in giro per la città legato ad una catena di ferro. Un’altra volta lo hanno appeso con la testa in giù e lo hanno stuprato. Hanno finanche fotografato la scena e postata su What’s up. Individuati sono ora in galera con l’accusa di violenza sessuale, riduzione in schiavitù, pornografia minorile, violenza aggravata. La baby gang prendeva di mira i compagni più deboli e incapaci di difendersi.