Tutto va bene, madama la marchesa.
E’ la frase, ironica, canzonatoria di coloro che lodano tutto, non vedendo o fingendo di non vedere, il lato brutto delle cose.
Deriva da un racconto in cui il servitore riferisce alla marchesa, di ritorno da un viaggio, che tutte le cose vanno bene “al di fuori di un piccolo incidente”.
L’incidente in realtà era la morte di una gazza, che aver mangiato la carne del cavallo morto per la fatica di aver portato tanti secchi d’acqua, serviti per spegnere l’incendio della casa in seguito al suicidio del marito.
Del resto, a parte quello che era successo, tutto andava bene.
Il servitore oggi è Bloomberg che in un articolo di Lorenzo Totaro e Giovanni Salzano fotografa impietosamente l'esito della catastrofe economica dell'Italia nell'eurozona.
In meno di dieci anni i poveri assoluti sono quasi triplicati, raggiungendo 4,7 milioni, e le persone a rischio di povertà o esclusione sociale sono aumentate più che in qualsiasi altro paese europeo, raggiungendo la spaventosa cifra del 30% della popolazione. C
i sono però anche paesi nei quali la povertà è consistentemente diminuita.
Quali? Soprattutto i più "populisti", come Polonia, Repubblica Ceca e Ungheria.
Gli italiani a rischio povertà sono aumentati di oltre 3 milioni dall’inizio della crisi finanziaria del 2008, registrando l'incremento più grande tra le nazioni europee.
Quest’anno la tendenza è proseguita, nonostante il paese sia tornato alla crescita economica.
Nel 2016 gli italiani classificati dalle statistiche UE come appartenenti a famiglie con reddito molto basso o prive di occupazione stabile erano 18 milioni, secondo Eurostat.
Sia l’aumento della povertà negli ultimi nove anni che il numero totale di poveri sono i più grandi tra i tutti i paesi membri della UE, secondo i calcoli di Bloomberg sui dati disponibili.
La Cenerentola d'Europa - l'Italia mostra l'aumento più grande di persone a rischio povertà ed esclusione sociale
Nel corso dello stesso periodo il numero di persone vulnerabili è diminuito in Polonia di 3,3 milioni, in Romania di più di un milione e di circa 530.000 unità in Bulgaria.
Le persone a rischio di povertà sono diminuite anche in diverse altre economie dell’eurozona, tra cui la Germania, che è la più grande dell’unione.
Lo scorso anno il 30% delle persone residenti in Italia erano a rischio di povertà o esclusione sociale, in aumento rispetto al 28,7% registrato nel 2015, secondo il report dell’Istat, l'ufficio nazionale di statistica, rilasciato mercoledì scorso.
Nel 2008 la percentuale era del 25,5%, prima che la terza economia dell’eurozona entrasse in una doppia recessione che è durata fino a metà del 2014.
Gli italiani che vivono sotto la soglia di povertà assoluta, ovvero quelli che non riescono ad acquistare nemmeno un paniere di beni e servizi essenziali, hanno raggiunto i 4,7 milioni lo scorso anno; nel 2006 erano poco meno di 1,7 milioni, secondo il recente report dell’Istat.
Il numero di poveri assoluti nel paese è quasi triplicato nel giro di un decennio.
All’inizio dell’anno il governo ha stanziato fondi per un nuovo strumento di sostegno al reddito che dovrebbe aiutare le famiglie più povere del paese, che potrebbero ricevere fino a 490 euro al mese. Secondo la bozza del piano finanziario del governo per il 2018, questo programma dovrebbe avere un impatto trascurabile sulle finanze pubbliche.
A chi dire grazie?
Fate voi!